Capitolo 9 - Rivedersi

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Il padrone del caffè stava asciugando i bicchieri dietro al banco quando Emre vide di sfuggita un giovane uomo arrivare, aveva in mano una cassetta di pesce che posò di fianco al bancone. Chiese una bibita fresca e si mise a parlare col padrone, di un motore da riparare, di barche, di uscite notturne. Era sicuramente un pescatore.
"Ehi Pamir , oggi avete un nuovo dipendente al banco vedo, gli disse l'uomo, e che dipendente!"
"Ah vedo! Leyla incanterà tutti con quei suoi occhioni blu"
A sentire nominare la moglie i sensi di Emre si allertarono come aculei di un istrice davanti ad una vipera, tese l'orecchio verso la conversazione dei due
"Vuoi mangiare qualcosa Pamir? ti preparo un piatto?
"No, aspetto che Leyla faccia una pausa così veniamo insieme"
"Pamir, Pamir, ti piace eh la bella e misteriosa Leyla, vi ho visti ieri sera al ristorante giù al porto. Bella donna"
"beh, Baris e a chi non piacerebbe...ha qualcosa di diverso e intrigante..."
"Hai distrutto il cuore di mia figlia da quando stai dietro a quella bella biondina, lo sai che Fatma ti muore dietro" rise il barista
" Baris tua figlia ha 11anni, lascia che cresca un po' e dovrai difenderla col fucile...io sono fuori concorso per lei" rispose divertito Pamir " per adesso faresti meglio a preparare una bella insalata per Leyla, vado al banco e la rapisco prima che questo sole le scotti quella bella pelle bianca. Mi raccomando il tuo condimento speciale. Arrivo fra dieci minuti... casomai preparaci qualcosa per il pomeriggio, devo provare il motore riparato e spero di convincerla a fare un giro in barca con me" concluse Pamir , facendogli l'occhiolino e dirigendosi verso l'uscita.
Non fece due passi che si trovò di fronte gli occhi verdi di Emre fissi nei suoi.

"amico non so chi tu sia ma fossi in te cambierei i miei piani per il pranzo e soprattutto il dopopranzo"
"mi scusi?" disse Pamir che non aveva mai visto in vita sua quell'uomo
"Scusa tu, Pamir bey, ripeto eviterei di fare progetti per il pranzo, specie con quella donna" e sottolineò l'ultima frase indicando il banco del pesce.
"mi perdoni ma non si chi sia lei per dirmi con chi devo mangiare e soprattutto se posso o non posso mangiare con quella mia amica"
"Te lo spiego subito chi sono e te lo spiegherò solo per una volta: sono suo marito"
e Pamir restò di sasso.

Così quello era suo marito, pensò Pamir, l'aveva trovata, allora lei l'aveva lasciato. E' fuggita dalla tua rete, eh, signorMarito. Forse non ci vuole nemmeno rientrare in quelle maglie caro signorMarito. Vedremo.
" il marito di Leyla? ah bene, piacere, sarà una sorpresa per lei"
" non la riguardano le soprese che io faccio a mia moglie"
"ma io non intendo la sorpresa che lei farà a sua moglie, ma quella che Leyla farà a lei...adesso mi siedo qui e mi godo la scena" e si mise seduto ad un tavolino , la sua bibita in mano, i piedi appoggiata alla sedia di fronte, poi lo guardò con un sorriso sfrontato.
Emre gli lanciò uno sguardo assassino, pagò la consumazione al proprietario che si stava godendo la scena e si incamminò verso il banco del pesce, gli occhi puntati su Leyla che in quel momento stava accucciata parlando teneramente con un bambino piccolino.


Hande vide quest'uomo che solcava la calca del Mercato, un altro straniero si disse sulle prime, ma gli occhi dell'uomo erano puntati su Leyla, lo sguardo deciso e la postura di chi è molto, molto arrabbiato... era lì per lei
"...Leyla..." le venne fuori quasi un piccolo urlo
Leyla alzò lo sguardo su di lei distogliendolo dalle guance paffute del bambino la vide con lo sguardo fisso, allarmato , la mano mezza protesa verso la folla del mercato e seguì quello sguardo per capire cosa avesse attratto l'attenzione dell'amica.

Si alzò piano, dritta verso la piazza e lo vide, adesso era a pochi metri da lei.
Emre.
"Emre?"

Hande osservava quei due dritti uno davanti all'altro. Emre, l'uomo appena arrivato sprizzava stile perfino dalla maglietta mezza stropicciata che indossava, ci sono persone che anche con un pezzo di sacco di plastica addosso sembrano vestite da Armani, pensò. Aveva i capelli scompigliati , l'aspetto di uno che aveva passato molte ore in macchina e un filo di occhiaie segno di un periodo non proprio brillantissimo, eppure anche quelle ciocche spettinate smosse dal vento avevano un senso artistico, anche l'aspetto sbattuto e gli abiti stazzonati gli conferivano uno stile che profumava di soldi e buone frequentazioni.
Lei lo avrebbe definito bellissimo, occhi verdi, un fisico asciutto ma non magro,, sicuramente sportivo senza eccedere.
Era sicuramente un uomo che non passava inosservato, e guardava Leyla come se volesse ucciderla o baciarla o forse tutt'e due le cose insieme, teneva le braccia lungo il corpo , le mani strette a pugno , stava evidentemente trattenendo una furia feroce. Che hai combinato Leyla? questo è sicuramente tuo marito. Riconosceva lo sguardo di possesso di un uomo innamorato per averlo visto tante volte negli occhi di suo marito quando capitava che qualche altro ragazzo le facesse anche la più innocente avance.
Che hai combinato? Perchè lo hai lasciato?
Leyla era stupenda, nel suo abito bianco che nemmeno la giornata calda o il lavoro al banco del pesce erano riusciti a macchiare o stropicciare. I suoi lunghi capelli biondi un po' già schiari dal sole trattenuti solo da un legnetto avevano la stesso ordinato disordine degli abiti di suo marito, la pelle leggermente arrossata faceva risaltare i suoi occhi azzurri già splendenti , sembrava fosse uscita dalle mani di una stilista di un qualche servizio fotografico finto disordinato: quei due avevano lo stile nei cromosomi.
Che bella coppia, pensò, chissà perché sono così arrabbiati l'un l'altro.
Leyla se ne stava lì il corpo leggermente rigido come se fosse stata sorpresa da sua madre mentre rubava i biscotti dalla credenza. Cosa che probabilmente non aveva mai fatto in vita sua.
Per un attimo aveva avuto uno slancio verso quell'uomo ma qualcosa l'aveva trattenuta ed era tornata rigida, gli occhi duri e inespressivi.
Che avete combinato voi due?

"Emre?"
"Leyla"
"che ci fai qui?"
"che ci fai tu, qui , tesoro"
"come mi hai trovata?"
"le vie di Allah sono grandi" sorrise amaramente Emre che ricordandosi in quel momento di essere in mezzo ad una piazza nel giorno di mercato si rese conto che il loro incontro aveva attirato l'attenzione di molte persone, non voleva creare imbarazzo in sua mogie più del necessario e sperava che anche per lei fosse lo stesso.
Si rivolse quindi verso la donna che era al suo fianco, un graziosa brunetta che lo stava osservando con occhi molti perspicaci
"buongiorno signora, sono Emre Divit"
"Emre è mio marito" intervenne in automatico Leyla
" Piacere Emre bey, sono Hande...questo è mio marito Kahn..." si strinsero brevemente la mano, poi si presentò anche a Kahn.
Guardò sua moglie che era rimasta per un attimo interdetta, di sicuro l'aveva colta di sorpresa.
"Leyla?" la chiamò per svegliarla da quella breve apatia
"Emre, adesso come vedi ho da fare, puoi aspettarmi al caffè"
" Non credo proprio di aver fatto tutta questa strada per sedermi ad un caffè ad aspettarti, sono già stato seduto anche troppo a quel caffè, tu adesso vieni con me da qualche parte e sistemiamo questa cosa" lo sentiva così determinato e seppe che non si sarebbe smosso di un millimetro.
Annuì "finiamola allora questa cosa", fece un cenno di saluto ai due ragazzi, raccolse la sua borsa e si incamminò uscendo dal paese.

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