Capitolo 7 - Desideri

530 30 1
                                    

Pamir guardava Leyla seduta sul patio a leggere un libro. Lo attraeva moltissimo, non aveva mai conosciuto donne così. Conosceva le donne del suo paesino da quando erano nate, e loro conoscevano lui, erano tutti amici, tutti sapevano tutto di tutti. Era stato fortunato a crescere in un paese dove le frenesie del lavoro e della vita sociale erano lontane. Lì in quelle 10 case, un emporio, un mercato ogni quindici giorni, le ansie e la fretta del mondo parevano racconti dell'horror.
Leyla era arrivata una mattina, bella come un'apparizione, simpatica ma riservata, senza un passato, pronta al futuro.
Pensava spesso a lei mentre la notte stava in mare, quelle notti ora calde invitavano anche un po' alla pigrizia e mentre aspettava di tirare su le reti, si stendeva sul ponte la testa appoggiata su un rotolo di funi e guardava le stelle, pensando a come sarebbe stata la sua vita lontano da quel paese, lontano dai suoi amici e dalla sua famiglia, lontano dai ricordi del passato pronto a costruirsene di nuovi, solo suoi.
Lei era sposata gli aveva detto, ma perché era lì da sola? forse suo marito l'aveva lasciata o forse era lei ad aver lasciato lui, non parlava molto di sé e questo a Pamir andava anche bene, non voleva diventare la spalla su cui piangere gli errori commessi da altri, voleva essere una pagina nuova. Tutta da scrivere.
Ma Leyla era come bloccata da un muro invisibile quando parlava, raramente di se e della sua vita, arrivava fino a lì, poi quei suoi occhi azzurri si incupivano un attimo , lei scuoteva la testa, abbassava lo sguardo e quando lo rialzava la vecchia Leyla era sparita.
Ho intenzione di aiutarti ad uscire da quel bozzolo cara signora Leyla, vediamo se ti convinco a venire a cena con me...
"Ciao Leyla, che leggi di bello?"
Leyla non si era minimamente resa conto che fosse arrivato Pamir e sussultò..."oh Pamir ciao, non ti avevo visto arrivare" chiuse il libro, "niente di importante, mi godevo il sole. Tu che fai da queste parti?"
"Stasera non usciamo con la barca, pare che stanotte pioverà, pensavo di cogliere l'occasione per spiegarti tutto su come si pulisce un pesce...."
Leyla rise, questo era una divertente questione fra di loro, la notte che era uscita a pesca aveva trovato grosse difficoltà a prendere in mano i pesci, quegli esserini ancora respiravano ed era tornata fuori la sua anima vegana.
Pamir le aveva detto che Allah aveva riempito il mare di pesce ma aveva anche dato all'uomo l'intelligenza per imparare a pescarlo, era il ciclo della vita e non c'era niente di sbagliato in quello che stavano facendo.
E' vero, aveva pensato, se l'uomo non avesse imparato a cacciare a pescare a coltivare la terra si sarebbe estinto milioni di anni fa... però pulire il pesce andava contro ogni sua possibilità fisica. Mai nemmeno morta... avrebbe potuto squarciare la pancia di un essere vivente.
" Non ci penso nemmeno, caro Pamir bey a venire a pulire il pesce..."
"bene se non vuoi pulirlo lo pulirà Aziz e noi lo mangeremo e basta... vieni a cena con me" le disse porgendole la mano e facendo un breve inchino.
" A patto che non mi sgriderai se mangerò solo insalata"
"Per me basta che mangi qualcosa in mia compagnia, cara Leyla"
Pamir la divertiva e le piaceva quel suo modo di fare così alla mano. Le sembrava di conoscerlo da sempre. Sapeva che andare a cena da sola con quel ragazzo avrebbe scatenato i pettegolezzi nel paesino ma non le importava, erano solo due amici che condividevano davanti a tutti una cena, lui le avrebbe raccontato gli aneddoti sui paesani e lei avrebbe riso.
"Bene mi cambio" disse
"Vieni così che stai benissimo, qui non siamo formali e tu sei comunque sempre elegante. Glielo diceva sempre anche Emre che lei era elegante di natura...ma
Emre sarebbe stato lontano, anche nei suoi pensieri, almeno quella sera, lui e tutte le macchinazioni, gli intrighi, le bugie che gli erano sempre girate intorno.


"Dove è stata scattata questa foto? mi spiace ma non posso dirglielo"
Emre rimase un attimo interdetto. Per puro caso aveva visto la foto di Leyla su quel libro e adesso che era da un passo dal sapere dove fosse, quell'uomo gli negava un'informazione così vitale.
"Mi scusi, ma insisto, vede questa donna è mia moglie. Per me e la sua famiglia è importante sapere dove si trova."
"Sua moglie? e lei non sa dov'è sua moglie?"
In quel momento si avvicinò a loro due un altro uomo, un bel tipo, biondo , di classe, per Emre non era faccia nuova.
"Qualche problema, Engin?"
"No, il signore mi sta chiedendo informazione su una foto ma io per la riservatezza lo sai non posso dire dove ritraggo le persone."
L'uomo si girò sorridendo verso Emre "Buonasera," lo scrutò un attimo" lei dev'essere, se non sbaglio, Emre Divit ... piacere sono Kemal Erkan il proprietario della libreria" disse porgendogli la mano
"Piacere mio signor Erkan" gli rispose Emre stringendogliela
"Kemal, prego"
"Kemal, certo. Mi scusi, ma io non ricordo di averla conosciuta"
"Ci siamo conosciuti di vista, al Centro dove si trova sua cognata la signora Sanem Aydin. Lì si trova anche mia sorella Fatima. In verità ho scambiato due parole con sua moglie Leyla...è lei nella foto?"
Emre gli fece vedere l'immagine e Kemal continuò " beh certo vista di spalle è un po' difficile a dirsi ma il tatuaggio penso sia inconfondibile. Lo riconosco , ne parlammo brevemente , vede anche io ne ho uno sull'avambraccio, sa come vanno questi discorsi..."
"Infatti anche io l'ho riconosciuta dal tatuaggio, vede per Leyla, è stato un brutto periodo...molto stressante...tutto quello che è accaduto..." farfugliava senza poter dire che era la causa dell'allontanamento di sua moglie, non gli avrebbe mai detto dove l'aveva ritratta
"Quindi è davvero sua moglie" intervenne il fotografo "Divit? lei è il fratello di Can?
Emre annuì...
"è un collega, ci conosciamo da anni, avete notizie?"
"No, nessuna purtroppo"
"Emre bey, mi scusi sono comunque restìo a darle l'informazione, magari sua moglie non vuole farle sapere dov'è..."
" Se non avesse voluto che si sapesse dov'era non ti avrebbe dato il permesso di pubblicare questa foto...." intervenne Kemal,
Era quasi certo che nessuna liberatoria era stata chiesta per uno scatto così, il permesso di pubblicare una propria immagine era doveroso ma non sempre veniva chiesto e questo andava comunque contro la legge. Engin non avrebbe avuto altra scelta che dirgli il luogo. Certo magari Leyla non voleva essere trovata, ma lo sguardo affranto di Emre era eloquente più di mille parole. Quell'uomo era risoluto a ritrovare la moglie e poi, per come la vedeva Kemal, le donne hanno bisogno di un marito che le curi, specie s epensano di potersene andare da casa senza spiegazioni...
"Engin credo che tu debba dare una informazione a questo nostro amico, vero?"
Il fotografo non aveva grande scelta:"E sia. La foto è stata scattata in un piccolo villaggio a sud di Tekirova. è l'ultima che ho scattato poi il libro andava in stampa, una cosa di pochi giorni fa....".
L'aveva trovata! Aveva il cuore che batteva nelle orecchie, la voglia di montare in macchina e correre da lei, la necessità di avvertire la famiglia, fare un piano...sapere cosa dirle, beh per questo aveva tempo, il viaggio sarebbe stato lungo...però l'aveva trovata....
Emre ringraziò i due uomini e corse all'appuntamento coi clienti.
Era così su di giri che non si rese conto nemmeno di cosa diceva, probabilmente il suo cervello funzionava meglio del suo cuore perché ebbe il lavoro.
Due buone notizie in una sola sera.

"L'insalata che preparano qui è molto gustosa, forse è il condimento" stava passando una bella serata con Pamir, avevano scelto un piccolo caffè che dava sul mare, era abbastanza caldo, di quel caldo che minaccia pioggia. Visto da fuori poteva sembrare un posticino da innamorati ma era informale quel tanto che bastava a renderlo un luogo adatto a tutti e per tutte le occasioni.
"Non so se il termine "gustosa" si adatti alla clorofilla che stai mangiando, probabilmente i tuoi organi stanno diventando verdi prato...non ho mai visto nessuno cibarsi solo di fibre e acqua" scherzò Pamir

"Vergogna Pamir, io mangio anche altre cose, legumi...
"Va bene va bene , cibati come meglio credi del resto i risultati ti danno ragione perchè stai benissimo"
Il complimento, detto in tono scherzoso e colloquiale, le fece comunque piacere. sapeva di essere molto dimagrita in quel periodo, lo stress di Sanem, la situazione dell'agenzia, l'arrivo di Vivienne. Aver lasciato Emre.
No, si disse, stasera non penserò a te Emre, è una vita che penso a te, che ricevo delusioni da te, stasera è solo mia. Questa vita è solo mia.
"Grazie Pamir, ma a quanto vedo anche la tua carne e il tuo pesce non sono una dieta sbagliata visto come sei in forma"
" e con questo abbiamo concluso la fase "complimenti reciproci". Pensi che possiamo continuare su questa strada di verità?"
"Tipo?"
"Tipo non vuoi dirmi qualcosa in più sulla tua vita?"
"Tipo?"
"Tipo se sei la figlia di un ricchissimo armatore greco in fuga dagli agi del tuo palazzo a Rodi e da un padre che vuol farti sposare il ricchissimo figlio di un petroliere texano?"
Rise di gusto " e' così che mi vedi? una ricca e viziata figlia di un padre despota?"
Pamir si fece serio " non lo so come ti vedo Leyla, mi piacerebbe conoscerti meglio ed è innegabile che tu abbia uno stile ed una eleganza che non sono comuni"
" avevamo superato la fase del "complimenti, no?"
" beh tu non dici niente e allora io dico solo quello che vedo"
"Niente padre despota, niente palazzo a Rodi, niente agi. Mio padre ha un piccolo emporio in un quartiere popolare di Istanbul, vendiamo riso e carta igienica, gazosa e beviamo tè e mangiamo semi la sera mentre le donne del quartiere fanno pettegolezzi sugli assenti. E quindi quasi sempre ci siamo tutti, tanto per evitare maldicenze"
"e..."
" e sono laureata in economia e lavoro come assistente finanziario in una agenzia di pubblicità"
" e sei sposata"
" e sono sposata, ma niente petroliere texano" solo uno stronzo e ricco turco.
A Pamir non erano sfuggite le ombre che avevano spento gli occhi di cielo di Leyla quando aveva nominato l'agenzia di pubblicità e il suo matrimonio. Forse le due cose erano collegate, ma non voleva forzarla a dire altro.
"Bene signora Leyla s direbbe che la tua vita sia quasi perfetta, io non voglio sapere altro, non voglio sapere la ragione che ti condotto qua. Ma sono grato ad Allah che ti ha fatto scegliere questo paese, e che ti abbia messo sulla mia strada, a mangiare un po' di clorofilla con me "
"bene" disse Leyla riconquistando il sorriso
"bene, e allora brindiamo alla nostra amicizia, un po' di vino? ti assicuro che è solo clorifilla e acqua"
rise alle sciocchezze di Pamir  "che matto che sei"
"non sai quanto Leyla, non sai quanto..."

Trascorsero il resto della serata allegramente, e si avviarono a piedi verso casa di Leyla, l'aria era diventata afosa..
Lui le raccontava di piccoli aneddoti relativi alla sua infanzia quando si nascondeva sulle barche degli zii per saltare la scuola e andare per mare con loro... arrivarono chiacchierando in vista della casa quando d'un tratto si spalancarono le cataratte del cielo e di iniziò a piovere forte, uno di quei tipici temporali estivi...Fecero di corsa gli ultimi 100 metri verso il patio ridendo come bambini,...
Si misero al riparo fradici come se avessero fatto una doccia tiepida. I vestiti appiccicati al corpo , i capelli che pendevano gocciolanti ai lati del viso.
" mamma mia che temporale...". rise Leyla
" stai bene? " Pamir aveva i riccioli bagnati, piccole gocce che brillavano alla luce tenue, gli occhi verdi splendenti circondati dalle ciglie nere e bagnate, il suo sorriso coi denti bianchissimi spiccava sulla pelle abbronzata. Toglieva il fiato, pensò Leyla. Tutto intorno solo il rumore della pioggia sulle foglie degli alberi quello fragoroso delle onde e in lontananza le luci del porto...
" sì sì tutto bene, solo bagnata come un pulcino" disse
Pamir la guardò e le scostò i capelli dalla fronte bagnata " so di ripetermi, ma sei bellissima"
"...Pamir..."
Lui si chinò e le baciò brevemente una guancia proprio all'angolo della bocca bagnata dal temporale, il suo odore di pioggia e salmastro le riempì le narici. Le sembrava di essere sola su un'isola deserta in balìa del più bel pirata che avesse mai sognato...
"buonanotte Leyla" lui le accarezzò il viso guardandola negli occhi, poi fece un sospiro finto tragico si battè due volte il pugno sul cuore e la mise sul ridere, si era accorto di averla scioccata, si lanciò incurante sotto quella pioggia battente e la salutò con la mano tornando verso casa.
" bellissima serata, bellissima pioggia, bellissima tu,....buonanotte dolce Leyla"
e lei sospirò deliziata.

LEYEMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora