Capitolo 11 - Fiducia

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Hande le aveva fatto un tè, si era seduta con lei sul patio, aveva aspettato che finisse la crisi di pianto e ascoltato tutta la storia, senza filtri, senza segreti o sottintesi , che Leyla le aveva raccontato.
Le due ragazze benché si conoscessero da pochissimo avevano stretto un'amicizia ben più profonda di quanto sembrasse.
Quando Hande aveva assistito alla scena del mercato aveva sentito tutta la rabbia che covava dentro Leyla e allo stesso tempo aveva carpito i sentimenti di Pamir, la giocosa infatuazione che l'amico pareva avere per Leyla rischiava di fare molto male a tutt'e due, secondo il suo modesto parere.
Pamir era come un pesce, gli piaceva il mare vasto e aveva già frequentato e poi lasciato diverse ragazze, semplicemente aveva sempre il bisogno di testare il suo fascino. Ma lì c'era in ballo un matrimonio e lei voleva almeno capire a che punto stavano i sentimenti di Leyla. Non voleva che nessuno dei due si ferisse.
Non che Hande avesse tanta esperienza di vita più di lei, anzi rimase piuttosto sconcertata nel capire quali tipologie di donne, e di uomini, vivessero in ambienti diversi da quello semplice, ingenuo del loro paesino.
Si fece l'idea di essere piuttosto fortunata a non aver mai incontrato persone che per soldi o solo potere o rivalsa potevano così tranquillamente distruggere la vita di chi dicevano di amare.

"...perchè vedi Leyla, per come la vedo io, queste persone che hanno voluto colpire tua sorella e Can, e poi te, alla fine non ne hanno tratto alcun beneficio, sono rimaste sole e senza amore. Pensa a quale tristezza sia dover far del male per essere amate. Sono persone da evitare e a cui non credere.
Tu ti sei trovata così in sintonia con noi perché sei semplice, onesta, aperta.
Devi solo capire se vuoi questa vita più di quanto tu voglia Emre. Quanto a Pamir..." fece un piccolo sorriso, lasciò la frase a metà si alzò e baciò sulle guance ancora umide di pianto di Leyla dicendole "...sii saggia" e se ne andò.

Dormirono male tutt'e due quella notte. Emre aspetto che fossero le 10 per andare a casa di Leyla.
La trovò seduta sul patio, la testa reclinata sulla poltroncina a godersi il sole. pareva assopita.

Gatto, acciambellato ai suoi piedi lo aveva osservato mentre piano si avvicinava verso il portico.
I gatti, si sa, in genere non perdono tempo a giudicare le persone. In qualità di essere superiori si possono permettere di concedere le loro grazie come riconoscimento ad un adeguato grado di servilismo dell'essere umano.
Leyla, aveva capito subito di essere solo ospite in quella casetta. Gli permetteva di stare dove voleva, gli cambiava l'acqua spesso e soprattutto era amica di quel pescatore e quindi aveva sempre una cospicua scorta di pesce fresco, il che lo sollevava dal dover andare a girellare nelle cassette del porto. Gli era quindi simpatica, oltretutto non era come tante donne che urlano isteriche se qualche ciuffo di pelo resta attaccato alla coperta...aveva in effetti altri pensieri.
Quella roba umana che gli uomini chiamano amore.
A quanto aveva capito di affari di cuore umani la biondina era divisa fra due uomini. Peccato che non fosse una gatta, quelle si che avevano capito tutto, non si fanno tante remore se restano affascinante da più di un maschio.
Se doveva essere sincero lui preferiva le gatte fedeli ad un solo compagno, lui le aveva sempre scelte così, forse si era umanizzato troppo. Fosse stato in Leyla avrebbe scelto quel biondino che si stava avvicinando a casa. Ok non era un pescatore ma tanto a lei il pesce non piaceva, aveva però uno sguardo innamorato perso, era uno che le avrebbe ceduto la sua sardina senza pensarci...e tanto bastava....

Leyla dormiva, Emre si mise in attesa seduto sul gradino del portico. Gatto lo guardava. Chissà se sapeva, pensò Emre, che era merito suo se aveva ritrovato Leyla, forse non fosse stato per il gatto non avrebbe guardato la foto dentro la vetrina della libreria e starebbe ancora cercando un modo per contattare sua moglie.

Passarono pochi minuti e Leyla si svegliò, vide distintamente un piccolissimo movimento delle ciglia poi le palpebre si aprirono pochi millimetri , poi si richiusero, ecco in quel momento faceva un piccolo movimento col naso, come se una piuma glielo stesse stuzzicando, e poi avrebbe sospirato poco poco per poi aprire quei grandi bellissimi limpidi occhi azzurri.
L'aveva guardata molte mattine quando erano sposati e quei piccoli segnali del riveglio gli piacevano tanto. E' strano come solo ora si fosse accorto di aver assimilato così tante cose nelle poche settimane di matrimonio.
Lei aveva aperto gli occhi ma non aveva smosso la testa lo stava guardando serena.
"buongiorno Leyla"
"buongiorno"
"Non ti ho svegliata io spero"
"No, no . Ho forse un po' caldo..."
Come stai?
Come stai?
e poi risero brevemente
"quante inutili smancerie" pensò Gatto, "vai al sodo amico, altrimenti fra un po' arriva il ricciolino pescatore, portatela via oggi...."
"Pensavo che ieri abbiamo cominciato col piede sbagliato, scusami, ero molto irritato da tutta la situazione"
"Si anch'io. Mi hai colta di sorpresa"
"pensavo di fare un giro e stare un po' insieme per parlare un po'. Che dici?"
"Lui pensava...amico se non te le suggerissi io queste cose tu stavi ancora a cincischiare di occhi e piume...andate levatevi di qui che mi date fastidio alle onde cerebrali...qui si deve dormire, la notte, io, lavoro..." e pensato questo Gatto si alzò, si stiracchiò brevemente e poi si riacciambellò al sole spostandosi di qualche millimetro
"Questo gatto è il primo che non scappa quando mi vede" disse Emre
"Tzè amico, sono a casa mia, sei tu che devi scappare, sciò sciò muovetevi"
Leyla guardò Gatto, allungò la mano e gli fece una grattatina fra le orecchie, di cui gatto gli fu tanto riconoscente...
"dai andiamo, lasciamolo dormire"
"Parole sante biondina, parole sante..."

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