Capitolo 7 - Che dolce sconfitta

104 11 2
                                    


Il giorno in cui avrebbero dovuto rivedersi, Claudio era pronto a dare la batosta ad Alice. Sapeva che con il suo caratterino non l'avrebbe presa bene, ma era la cosa giusta da fare.

Oltre alla lettera da darle, si era imparato a memoria quello che avrebbe dovuto dirle.

"Troppo piccola per me", "non si può", "sto frequentando un'altra", "non potremmo comunque uscire", "sono troppo grande per te, ti annoieresti",  e vari altri motivi (giustissimi) che Alice volente o nolente avrebbe dovuto accettare. Non erano certo chiacchiere, era la realtà.

La andò a prendere, le mise il casco, fecero il solito giro, ma era molto meno divertente del solito: Claudio aveva un macigno nel cuore perchè sapeva che quello era l'ultimo giorno che l'avrebbe vista, e soffriva terribilmente al pensiero di non vederla mai più. Gli sembrava che stesse per uccidere una splendida creatura che lo amava , con le sue stesse mani.  

La accompagno fuori alla casa-famiglia, e sotto la solita pensilina dei bus tirò fuori la lettera e iniziò a spiegarle i motivi per i quali non potevano assolutamente stare insieme. Iniziò quindi col motivo n°1: 

"Alice, vedi, io sono troppo grande per te. Abbiamo ben più di 20 anni di differenza di età, e quindi capisci bene che.."

- "Io voglio solo te". gli disse Alice.

"...Alice... fammi finire... non è l'unico motivo. Noi NON possiamo stare insieme. Ci ho pensato seriamente. Io sono ancora fidanzato, la ragazza abita con me. Noi non potremmo neanche vederci, se ci mettessimo insieme. Io ti adoro, ma ti farei del male, saresti bloccata a pensare a me, quando invece sarebbe più giusto che frequentassi un tuo coetaneo, come ad esempio Antonio, oppure...."

- "Io ti amo", disse Alice, guardandolo con quei dannati occhi.

E lo baciò.

E Claudio si sentì come se fosse appena morto e stesse viaggiando verso il Paradiso. Notò che non aveva mai provato niente del genere. Era sempre stato lui che baciava le sue "prede", ma lui non provava niente di che, se non un senso di vittoria per averle fatte arrendere a lui. Ma non era niente, niente rispetto a ciò che stava provando ora. Era come se tutta la sua vita fino a quel momento non avesse contato nulla, e finalmente in quel preciso istante avesse conosciuto la gioia.

Desiderava solo baciare quella piccola impertinente bambina con gli occhi grandissimi, e non aveva mai provato neanche lontanamente nulla del genere per nessuna ragazza. Non aveva idea di cosa stesse facendo, non capiva niente, e non sapeva quanto stesse durando quel bacio, nè cosa si dissero, nè se qualcuno li stesse vedendo.  Si risvegliò dal sogno, e si accorse che era sulla moto e che stava tornando a casa, e che Alice era tornata in casa-famiglia.

"Sta piccola delinquente... criminale... vuole fregarmi.  Ma non finisce qui. Non sono scemo." pensò Claudio in preda alla rabbia e alla sconfitta, mentre guidava verso casa...

Come un guantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora