Cinque settimane dopo
Appoggiata a braccia incrociate contro la sua cucina nuova di zecca, Anna guardava Paolo, il compagno di sua madre, e suo figlio Francesco che trasportavano un ingombrante materasso matrimoniale.
«Da che parte hai detto che è la camera, Annina?» chiese Paolo, con il volto scarlatto a causa della fatica. « A sinistra?»
«No, a destra!» ripeté per l'ennesima volta la ragazza, allungando un braccio per indicare la direzione corretta.
Paolo era semplicemente adorabile. Sebbene non fosse particolarmente dotato per i lavori manuali – era un mite professore che insegnava scienze naturali al liceo – non perdeva occasione di cimentarvisi con grande entusiasmo, ridendo dei propri insuccessi e senza mai lasciarsi abbattere da essi. Anna l'aveva conosciuto a dieci anni e sulle prime era stata cautamente sospettosa nei suoi confronti. Suo padre se n'era andato tre anni prima, abbandonando moglie e figlioletta per inseguire una giovane russa e lasciando nel cuore della bambina un buco a forma di papà e una certa ostilità nei confronti di tutto ciò che apparteneva al mondo slavo. Quando Daniela, la madre di Anna, con la scusa di mangiare una pizza, le aveva presentato quell'uomo strano, più vecchio della mamma e per giunta accompagnato da un adolescente dalla pelle butterata dall'acne, la bambina si era sentita quasi tradita. Del resto, si erano appena trasferite in una città nuova e lontana, lasciandosi alle spalle l'amata Lanzate, e Anna non poteva fare a meno di pensare che quell'ometto con gli occhiali tondi avesse qualcosa a che fare con quel cambio di casa improvviso.
Ma Paolo si era dimostrato estremamente paziente, con una dolcezza che a Daniela mancava e con un certo savoir faire con i bambini e l'antipatia di Anna nei suoi confronti aveva avuto vita breve: non era il suo papà, ma era qualcosa di molto simile e lei se lo sarebbe fatto andar bene comunque. E anche Francesco non era poi tanto male, una volta superato il sospetto reciproco: non avevano passato tanti anni insieme sotto lo stesso tetto, perché il ragazzo aveva frequentato l'università a Roma ed era tornato a casa con una ragazza che era presto diventata sua moglie, ma lui e Anna erano tutto sommato in buoni rapporti. La ragazza era poi particolarmente affezionata a Giulio ed Enea, i bambini di Francesco. Mi mancheranno i miei due monelli, pensò tristemente la ragazza, pensando con nostalgia ai due nipotini che ora avrebbe visto molto più raramente di prima.
«Et voilà! Il letto è sistemato!»
La voce di Paolo la riscosse da quei pensieri e Anna trotterellò verso la sua nuova camera da letto, osservando l'opera completa con una certa soddisfazione.
«Qui ci devi mettere delle tende belle spesse, Annina» le disse Francesco, indicando la grande finestra che illuminava la stanza. «Non puoi lasciarle così: dalla strada si vede tutto.»
«Sì, certo» annuì lei, raggiungendo il fratellastro e sbirciando nella stessa direzione in cui stava guardando lui. In effetti, tra la sua finestra e la strada c'era solamente il vialetto condominiale circondato da un pezzo di prato e il suo appartamento era al piano terra. «Anche se non credo proprio che qualcuno sia interessato a scoprire di che colore sono le mie mutande.»
«Non si sa mai» ridacchiò Francesco, cingendole le spalle con un braccio e attirandola contro il proprio fianco. «Il mondo è pieno di maniaci e tu sei qui, sola soletta...»
Anna rise e si liberò dalla stretta dell'uomo. «Questo è un posto tranquilla, e comunque non sono esattamente sola: la zia Clara abita a cinque minuti da qui, sai?» gli fece notare, alludendo alla sorella della madre che l'aveva ospitata in attesa che l'appartamento che aveva preso in affitto fosse pronto.
Francesco sospirò teatralmente. «Lo so, ma tu non sei abituata a stare da sola, povera piccola...»
Evitando di commentare, Anna levò gli occhi al cielo e si allontanò dalla finestra, scrollando il capo con un sorriso ironico dipinto sulle labbra. La verità era che, da quando lei e Lorenzo non stavano più insieme, la sua famiglia aveva preso la pessima abitudine di fare domande e commenti apparentemente casuali, ma che avevano lo scopo di sondare il terreno e verificare se la loro piccola Anna stesse soffrendo a causa della separazione.

STAI LEGGENDO
Yaroslav
ChickLitA quasi ventinove anni, Anna si trova di fronte a una scelta: lasciare la sua vecchia vita per ottenere un lavoro oppure rimanere disoccupata. Anche se a malincuore, Anna lascia Lorenzo, il suo ragazzo, e si trasferisce a più di duecento chilometri...