In questi giorni ho lavorato tutte le sere, ho tenuto alla larga un po' tutti, tranne Ale e Ste, non sento Davide da martedì sera, nonostante spesso lui mi manda qualche messaggio. Oggi è sabato e lo avrei rivisto, ma non temevo nessun confronto, temo solo l'effetto che ha su di me.
Ammetto che mi sono svegliata all'una, giusto in tempo per il pranzo direi. Ieri sera ho fatto abbastanza tardi e faccio sempre fatica la sera a prendere sonno.
Dopo aver pranzato con i miei sono andata a farmi una doccia, mi devo lavare anche i capelli, anche se mi scoccio. Decido di lasciarli bagnati, tanto con questo caldo si asciugano subito, mi metto dei pantaloncini della tuta comodi e una canotta.
Solitamente scendo prima e vado al solito bar, ma non mi andava di incontrare Davide fuori dal lavoro, così decido di andare a prendere un caffè al volo da sola, mentre faccio due chiacchiere al telefono con Ale.
"Non so nemmeno io cosa mettere, ma sicuramente qualcosa di elegante" la rispondo.
Stavamo parlando del festival di Ravello a cui dobbiamo andare lunedì, non vedo l'ora.
"Io penso di mettere il vestito nero che comprai per il saggio ma che poi non ho messo, ti ricordi? Tu potresti mettere quello rosso scollato dietro" mi consiglia Ale.
"Si mi ricordo quello nero e mi piace un sacco, effettivamente potrei davvero mettere quello rosso non ci avevo pensato, alla fine è comunque una serata elegante e non penso sarebbe troppo" dico provando ad immaginare come mi va quel vestito, non l'ho mai messo in realtà.
Continuiamo a parlare di quella serata, pensando a come vestirci e come fare per riprenderla, siamo in prima fila ed è un po' difficile mascherare un telefono.
Stacco con Ale e mi metto in macchina per raggiungere il locale, sono in perfetto orario, parcheggio accanto alla macchina di Sofi e scendo, faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi cercando di ripetere mentalmente tutte le raccomandazioni che mi sono fatta.
A passo spedito raggiungo la porta d'entrata, la apro attirando gli sguardi su di me.
"Buongiorno lavoratori" dico sorridendo.
Con lo sguardo giro per la sala per vedere chi era già lì, ma tra tutti non lo vedo, ero ferma sulla porta.
"Buongiorno a te" sento dire dalla sua voce alle mie spalle.
Non me lo aspettavo, mi sposto velocemente dalla porta e gli rivolgo una breve occhiata, poi vado a posare le mie cose nel magazzino e mi faccio dire da Sofi cosa devo pulire oggi.
Ogni settimana ognuno di noi pulisce qualcosa di diverso, facciamo una specie di turno delle pulizie se così si può definire. Mi tocca pulire i vetri oggi, prendo tutto quello che mi serve e vado fuori con la scala.
La serata è passata senza troppi intoppi, Davide ha cercato di parlarmi un paio di volte ma gli ho detto che non mi andava. Se n'è appena andato l'ultimo tavolo, è l'una e mezza e sto iniziando a fare i conti con Sofi dietro la cassa, mentre gli altri iniziano a pulire.
"Non ti stacca gli occhi di dosso nemmeno per un secondo" mi dice Sofi guardando Davide.
Non alzo lo sguardo per non incrociare il suo.
"Ci poteva pensare prima invece di guardare ora" dico fredda.
Sofi non mi risponde, penso sia stato il mio tono.
Dopo aver finito di sistemare tutto usciamo dal locale, i ragazzi chiudono le serrande e Davide si avvicina a me.
"Posso parlarti un minuto? Solo un minuto Fra" mi chiede poggiando la sua mano sul mio fianco.
A quel contatto mi allontano come presa da una scossa, faccio cenno di si con la testa e vado dietro di lui verso la mia macchina.
"Io non riesco a non pensarti, a non pensare a ciò che è successo, non so cosa fare per farti capire che è stato un fottuto errore, che ho sbagliato e che me ne pento ogni cazzo di secondo, mi manchi Fra" disse tutto d'un fiato.
"Fondamentalmente non c'è qualcosa che io voglia sentirmi dire, perché infondo io credo al fatto che tu sai di aver sbagliato, ma sono io che non credo a te come persona, sono io che ho perso la fiducia in te, che ti guardo e non vedo ciò che vedevo, perché tu ci tieni ancora a lei e si vede. Non voglio che le cose vengano forzate, non voglio essere presa in giro, odio essere presa in giro Dà." dico evitando il suo sguardo.
"Io non ti sto prendendo in giro, non mi manca lei, mi manchi tu." dice prendendo la mia mano.
"Lascia stare davvero Dà, sono stanca voglio solo andare a dormire." dico togliendo velocemente la mia mano dalla sua.
Mi allontano da lui per evitare una sua risposta, avevo già le lacrime che minacciavano di uscire, raggiungo gli altri fuori il locale.
"Ragazzi io vado sono stanchissima, ci vediamo la settimana prossima, che domani sono finalmente di festa" dico dando un bacio sulla guancia a Sofi.
"Va bene piccoletta buonanotte" mi risponde Dario.
Saluto tutti con un bacio sulla guancia, passo poi vicino a Davide che stava tornando dai ragazzi e sussurro un semplice 'Buonanotte' a cui lui risponde con un sorriso forzato. Aumento il passo e vado di nuovo vicino la mia macchina, noto un po' più avanti alcuni dei ragazzi che fanno le consegne da noi che mi fanno un cenno con la mano, così mi avvicino mentre dico ad Ale e Ste che ho finito, anche se penso che sono già nel mondo dei sogni.
"Ragazzi che ci fate ancora qui?" chiedo mentre arrivo avanti a loro.
"Niente di che in realtà, quando abbiamo staccato siamo venuti qui fuori a fumare una sigaretta, ma poi chiacchierando sono aumentate" mi risponde Alberto ridendo.
Solitamente sono i primi ad andare via, dato che le consegne non si fanno fino a tardi. Alberto è il più grande tra loro, ha 20 anni, mentre gli altri due ne hanno 18, Alfonso ed Aldo. Tutti e tre sono qui da più o meno un annetto, quindi diciamo che anche loro sono parte dello staff da un po', anche se alla fine hanno poco rapporto con noi della sala, se non qualche chiacchiera mentre si lavora. Alberto è moro con gli occhi chiari, un bel ragazzo, studia ingegneria, invece gli altri due sono all'ultimo anno di liceo scientifico, entrambi più o meno della mia altezza con tratti somatici abbastanza classici.
"Va bene dai vi abbandono, vado a mettermi nel letto a soffrire il caldo" dico ridendo.
"Noi ci andiamo a prendere una birra al locale qui dietro, ti va di aggregarti? Una cosa veloce non ti preoccupare" mi chiede Alberto.
La verità è che non mi andava di andare direttamente a casa, dopo lavoro è sempre piacevole staccare un po' la spina pensando ad altro, ma non mi andava di uscire con i ragazzi della sala perché sapevo che il clima sarebbe stato pesante.
"Si dai, ci sta una birra, vi seguo con la macchina" rispondo sorridendo.
Alberto mi indica la sua macchina, quella che dovevo seguire, anche se penso di aver capito quale sia il locale che intendono. Mando un messaggio ad Ale e poso il telefono, accendo la macchina e seguo i ragazzi, non mi va di pensare a nulla questa sera, voglio solo svuotare la mia mente.
Ecco un nuovo capitolo, sto cercando di pubblicare quanto più possibile, spero la storia vi continui a piacere, a breve ci sarà come vi ho detto una persona 'importante' ad entrare in scena, ma non voglio anticiparvi nulla..
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Uno sguardo al domani
Fiksi RemajaOgnuno di noi in un momento delle sua vita ha sperato di allontanarsi da tutto, di abbandonare casa, famiglia e andare via, magari sulla luna, isolato dal mondo. Da piccola sognavo di volare sulle stelle, vedere il mondo dall'alto, poter essere al d...