Finalmente A Casa

648 34 4
                                    


Pov urokodaki

Dieci anni, dieci lunghi anni passati in solitudine, oppresso da un senso di colpa infinito, dieci anni da quando anche lui s'è ne andato per sempre. Questa casa era sempre stata vuota, abitata dal sottoscritto e ogni tanto da qualche bambino che poi, come ogni volta, se ne andava senza mai più tornare, ero davanti al camino tra le mani avevo una vecchia maschera di una volpe, le creavo per i miei allievi come segno di buon augurio, rimasi a lungo, a contemplarla, aveva un graffio sul lato destro, che stava a rappresentare una cicatrice senti gli occhi farsi sempre più umidi. cercai distrarmi, oramai piangere non lo avrebbe fatto tornare in vita, chi sta come stanno , Giyuu e tanjiro. Tanjiro una volta mi parlo di aver incontrato due bambini, Mokoti e Sabito, erano rispettivamente tutti e due miei alibi ma ancora non so come facesse a conoscerne i nomi dal tronde non gliene avevo mai parlato, Giyuu invece, o andiamo, era distrutto, tra quei due c'era un legame indistruttibile, che supera di gran lunga l amicizia, delle lacrime iniziarono a rigarmi le guance, niente oggi non c'è la posso fare. Rivolsi lo sguardo verso il camino e mi persi nei miei pensieri, fin quando  uno strano odore mi riporto alla realtà, era alquanto ambiguo, non era il solito tanfo, emanato da un demone, era un odore quasi dolce, mi ricordava molto Sabito, a questo pensiero scossi la testa, non è possibile, e morto, anche perché per quando dolce in quell odore si poteva sentire anche la presenza di una forza sovrumana, non c'è dubbio é un demone, pur non avendo l odore di sangue e rabbia, quella sensazione non poteva certo essere causata da un essere umano; l odore inizio a farsi sempre più forte non so il perché ma mi inquietava, a mia gran sorpresa senti bussare, ero incredulo, perché mai dovrebbe bussare, decisi di non pensarci, mi avviaiverso la porta, la apri lentamente, riusciva percepire una sagoma, non sembrava essere minacciosa ma non importava, spalancati la porta  cogliendolo di sorpresa e mi lanciai all attacco, cadde a terra era riuscita ad evitare il mio  colpo, forse non era così debole, bene vuol dire che lo finirò ora e subito,  andai nella sua direzione con l'intento di attaccarlo  ma una voce mi fermo - m.. m.. Maestro - .

Pov Sabito

Delle lacrime iniziarono a percorreremo il viso, lacrime di gioia?, o forse di pura tristezza, non ne ero certo, Urokodaki stava lì immobile, impassibile come se avesse visto un mostro, bhe dal tronde e quello che sono, mi alzai lentamente, - maestro, sono.. - venni interrotto, dal maestro che in lacrime, mi abbraccio, - ragazzo mio, sei veramente tornato - disse tra un singhiozzo e l altro quasi sussurrando, mi strinse ancora di più, le ferite mi facevano male ma non mi importava, ero finalmente a casa.
Ci sciogliemmo da quall abbraccio, il maestro mi stringeva le spalle come se avessi potuto scappare, mi scruto attraverso la maschera, oramai era chiaro cosa fossi - cosa ti è successo - mi chiese con voce preoccupata, - ecco, - le parole mi si bloccarono in gola, avrei dovuto raccontargli tutto, il motivo per cui non sono tornato, dove sono stato, con chi e così via. Entrammo in casa , non era cambiata neanche  di una virgola, ci sedemmo davanti al vecchio tavolino, dove ogni sera cenavamo insieme, mi porse una tazza di te, ed io gli raccontai tutto.

Vagavo senza meta, attorno a me c era solo la natura, niente altro. Mi trovavo sulla montagna per l esame finale, la prova che sono uno spadaccino, ma non ci andai da solo, assieme a me c era anche Gyuu, procedemmo insieme per qualche giorno, poi quando il pericolo sembrava passato decidemmo separarci , era da due giorni che non ci vedevamo, l esame stava per finire, la maggior parte dei demoni era sconfitta ma non potei fare a meno di finire in ansia Man mano che mi guardavo intorno aumentava la pila di cadaveri. Cercai di non farci caso "dopo tutto e un esame e normale non riuscire a superarlo", continuai a vagare senza meta, un silenzio calo su la montagna, un urlo improvviso interruppe quella quiete, "Gyuu" avevo riconosciuto la sua voce, mi precipita nella direzione del urlo e trovai Gyuu, era gravemente ferito ed amalapena cosciente, di fronte a lui c era un demone, fu più forte di me, mi lanciai all attacco uccidendo quel mostro con in un colpo solo, non capii il subito cos era successo tanto meno Gyuu, senti un altro urlo, mi si ragelo il sangue era un urlo pieno di disperazione e di paura , affidai Gyuu a dei ragazzi nelle vicinanze e mi diressi verso il prossimo demone,  ma quando lo vidi, di colpo mi iniziarono a tremare le mani, sudavo freddo, era una crestura mostruosa, emanava un tanfo, un misto tra sangue e qualcosa di andato a male, da suo "corpo" sembrava fuori uscire un liquido denso, come se fosse fango, non aveva delle gambe, ma una sfilza di braccia che gli ricoprivano il collo, crescevano da ogni singola parte del corpo. Attacai per primo, venni assalito da sei braccia gigantesche, le evitai, con gran fatica finendo pure per rompermi qualcosa ma il peggio doveva ancora arrivare, riuscì ad arrivare al suo collo, ma appena la lama sfioro la sua pelle verdognola, si frantumo in mille pezzi, era la fine, ero disarmato il mostro alzò un braccio nella mia direzione , mi avrebbe ucciso  non avevo via di scampo, ma quando quella lurida mano era a pochi centimetri di distanza dal mio viso, vidi un lampo  troppo veloce  a capire cosa fosse , il braccio che poco prima stava per stritolarmi  cadde a terra , ero Incredulo , mi rialzai da terra e mi girai nella direzione del demone, ad attirare la sua attenzione era qualcos'altro o meglio qualcun altro, a stento mi tenevo in piedi, le palpebre si facevano sempre più pesanti, tornai alla realtà quando sentii  una presa al braccio , qualcono mi sollevò con forza , ci addentriamo nel bosco, così da seminare quel demone, ci fermammo quando arrivammo sotto alberi di glicine, li i demoni non sarebbero mai venuti, da quando mi aveva salvato non ebbi il tempo di guardarlo in faccia  ringraziarlo,
Volevo richiamati  la sua attenzione  si giro, e con mia gran sorpresa era una ragazza, non avrà avuto più della mia età, aveva dei capelli corvini non troppo lunghi alternati  con delle ciocche viola, degli occhi di un nero intenso, e un sorriso stampato in volto ma , non uno di quei sorrisi falsi o forzati, ma un sorriso sincero e pieno di carisma. Si chiamava  Saia, aveva 12 anni ma sembrava ma da come parlava e dal modo in cui ha gestito la situazione, sembrava aver già vissuto molte esperienze, infatti,  non era una semplice spadaccina, mi racconto aveva un potere, lo chiamava dell infinito, le consentiva di avere una forza sovrumana, creare barriere, e così via ogni giorno qualcosa di nuovo, ma soprattutto stava apprendendo tutte le arti della katana, tra cui una  inventata da lei stessa.
Andammo d accordo fin da subito, ci rancontammo le nostre storie, la sua mi colpi nel profondo, mi cura le ferite poi ci separammo, ma prima di andarsene mi porse la sua katana a  questo gesto mi spaventati  "ne avrai bisogno" disse con voce tranquilla, mi promise che ci saremmo rincontrati alla fine dell esame, ed ognuno di noi prese la sua strada. Corsi per tutta la montagna nella speranza di imbattermi in Gyuu ma non fu così , avevo paura iniziai a  pensare al peggio. Arrivò l ultimo giorno tutti arrivammo in cima alla montagna, era l ultima shance, o non avrei mai più rivisto Gyuu,  mi guardai in torni e vidi Saia, ero felice ce la aveva fatta pur senza katana, niente da fare lei era imbattibile, le corsi incontro, chiedendo se avesse visto Gyuu , descrivendoglielo nei minimi particolari ma niente, lui non c'era, "non è possibile" - sussurai tra me e me , caddi a terra in lacrime stringendomi , sentì la voce di Saia, che mi correva contro e poi ci fu il buoi più totale.. Quando mi risvegliati ero in una vecchia casa, piccola ma ben curata, Saia  appena mi vide mi abbraccio - finalmente ti sei svegliato - disse con voce tremante - sono passati tre giorni mannaggia a te - continuo stringendo ancora più forte Tre giorni!!?, questo vuol di che.... Gyuu... No.. Non può essere... Scoppiati di nuovo in lacrime, Saia continuava a tenermi stretto a se, - Sabito - mi chiamo con voce dolce - mi dispiace per il tuo amico ma non dovresti tornare da Urokodaki - mi bloccai, come faceva a sapere del maestro non gliene avevo neanche parlato - tu come lo sai - le cheisi tra un singhiozzo e l altro - ti ho visto combattere, e ho riconosciuto subito quelle tecniche, sai e stato anche eil mio maestro - a quelle parole rimasi incredulo - ah- e l unica cosa che riuscì a dire - quasi nessuno a tornato a casa dopo l'esame, ma tu puoi farlo a già perso un allievo non essere il secondo - a quelle parola piansi ancora di più - non c'è la faccio -  - non posso tornare dopo una cosa del genere - furono le uniche cose che riuscì a dire - Saia mi guardo perplessa poi disse - va bene, se vuoi resta cui, la nostra avventura di spadaccino inizia qui, e quando ti sentirai pronto, tonarai a casa -
-va bene -.
E da qui iniziammo a viaggiare per il mondo, ci diedero delle nuove kata e e la divisa della squedra ammazza demoni, finalmente potevo vendicare i miei cari. Combattemo solo noi due per circa cinque anni, incontrammo varie persone durante il nostro cammino, alcune se ne andavano ma altre no, in due anni formammo un gruppo perfetto, pronti ad affrontare qualsiasi sfida. Fino a quel giorno, quel giorno trovammo il quantier generale dei demoni, tra cui le lune demoniache, e Muzan il re dei demoni, colui che li crea e li comanda, ci fu uno scontro sanguinoso, riuscimmo ad uccidere tutte le lune inferiori, ed due superiori, Saia riuscì con le sue ultime forze a provocare a Muzan una ferita che non sarebbe mai guarita, ma quando finalmente pensavamo di aver vinto, i nostri compagni vennero uccisi uno ad uno, io e Saia riuscimmo a scappare, ed ad abbandonare quel posto, da quella volta Muzan non ci affronti mai di persona, ma ostacolandoci con le sue malefiche creature, fino ad ieri, quando ci mando la sua creature più forte , La luna fondatrice.

Sabito - quello che successe in seguito, sono solo ricordi sfocati, l unica certezza è che se sono diventato il mostro che sono adesso e solo colpa sua -.

Spazio autrice

Ciaoo, lo so che ci ho messo un po per questo capitolo, spero che vi piaccia. Lasciatemi un commento su quelle che ne pensate

Tu Sei Qui (Sabito x Giyuu) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora