Partiamo.

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Abbiamo il volo alle 6:30 sono le 4:00 e mia madre non ancora ci ha svegliati? Oddio... allucinante.

Mi alzo immediatamente dal letto dirigendomi nella stanza di mio fratello
"MAMMAAAAAAAAAAA È TARDIIIIIII" sapevo che sarebbe successo, non possiamo fare tardi.

Avevo dimenticato di specificare che ho un disturbo quasi ossessivo della precisione.
"CAVOLO BROOKE CHE CAZZO TI URLI"

urla mio fratello assonnato, non ha tutti i torti, ma non voglio spiegazioni.

"LA MAMMA NON CI HA SVEGLIATI E SONO LE 4:00 ALLE 6:30 ABBIAMO IL VOLO DOBBIAMO MUOVERCI"
continuo ad urlare e non so perchè, cerco di stare calma anche se continuo a dimenarmi.
Sento prendermi dalle braccia.

"Calma, ok? Calma." uf... meno male che c'è lui... dobbiamo sbrigarci.

"Si okay, sto calma ma sbrighiamoci." insisto ma lui ride...(?)

"AAron vorrei venire a conoscenza della tua risata. Rendimene partecipe. VESTITI." Questo non fa altro che aumentare la sua risata trasformandola in fragorosa.

"Brooke il volo è alle 8:30, la sveglia è messa alle 4:30 per arrivare all'aereoporto ci impieghiamo meno di quindici minuti, non farti troppe paranoie, tranquilla.
Ora sei contenta? mi hai privato di 30 minuti di sonno in più"
cosa? sono scioccata, imbarazzata, mi sento sciocca, idiota che sono.

"Oddio scusami..." lo abbraccio e lui mi sorride. Intravedo la mamma che sorride dalla porta.

"Bene ragazzi, finite le paranoie scendete giù a fare colazione, con questo freddo, dopo aver urlato così tanto ragazzi miei, ci vuole un po' di latte caldo."

E così facciamo colazione con latte e caffè, e un croissant al cioccolato ciascuno.

"Allora ragazzi come vi sentite all'idea di partire per il college?" Dice papà seduto sul divano, con il giornale in mano, gambe incrociate e la tazzina di caffè sul tavolino.

"Abbastanza bene, sono felice, finalmente potrò stare con Carrie" Aaron quasi sussurra il suo nome con gli occhi che brillano.

Papá e mamma sorridono, poi mi guardano. E ora?

"Sono felice, finalmente inizierò una nuova vita, da capo." sorrido convinta.
Non mi mancherà questo posto, non per qualcosa in particolare, ma non c'è mai stato nulla e nessuno che ha lasciato il segno.

"Bene ragazzi andate a prepararvi o farete tardi." dice la mamma e così facciamo.

Saliamo le scale e ognuno si dirige nella propria camera, prendo i vestiti e occupo per prima il bagno, faccio una doccia veloce, legando in una cipolla i capelli neri, e faccio scorrerre i miei pensieri all'idea di come sarà la mia nuova vita. Subito finisco.

Indosso dei jeans semplici, e una T-shirt bianca con i bordi e strisce rosse. Indosso le vans, lascio i capelli sciolti, metto un filo di mascara e un po' di lucidalabbra e sono pronta.

Controllo le ultime cose in valigia.
Ho tutto il mio diario, le mie foto, tutto. Posso iniziare. Scendo giù ad aspettare Aaron che scende alle 6:15 .

"Eccomi" dice affaticato per le scale, mi scappa una risatina e lui mi guarda male.
"Pronti?" Chiede la mamma
"Si" diciamo all'unisono

"Allora andiamo" finalmente ci mettiamo in macchina e alle 6:30 siamo in aereoporto.

***********

In men che non si dica dobbiamo salutare i nostri genitori.
"Ciao mamma" "Ciao papá"

mi scappa da piangere, per quanto possano essere severi sono pur sempre i miei genitori.

Aaron li saluta con un bacio ed un sorriso tranquillamente
Saliamo a bordo.

"I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture"

sta per succedere davvero, sono felicissima.

"Ansioso?" chiedo
"Secondo te?" sorrido .

Salutiamo i nostri genitori con una mano e partiamo.

SI INIZIA.

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