Capitolo dodici ⚽️

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«Colazione in camera per la mia amichetta.» , entrò Emma dalla porta con un vassoio pieno di cibo.
«Non dovevi.» , risposi portandomi una mano davanti alla bocca per coprire lo sbadiglio.
Mi alzai dal letto ancora assonnata e andai a raggiungere Emma sul balcone dove aveva poggiato sul tavolino il vassoio.
«Adesso ti faccio fare due risate.»
«Sentiamo.» , risposi sedendomi.
Volsi lo sguardo per guardare il panorama e rimasi a bocca aperta. Quasi non mi sembrava vero di trovarmi qui a Dubai a fare colazione con vista sui grattacieli. 
«Indovina con chi ha dormito Leo stanotte?»
«Con chi?»
«Con Stephan - iniziò a ridere - ma te li immagini quei due insieme in un letto matrimoniale? Non si sopportano proprio e sono costretti a passare la notte insieme.» , continuava a raccontarmi e a ridere a crepapelle senza fermarsi.
Iniziai a ridere insieme a lei e continuò il racconto dicendomi che Leo voleva prendere una stanza singola, ma l'hotel era pieno.
«Povero, non oso immaginare che notte di inferno avrà passato.» , commentai.
«E tu che mi dici? Stai bene?» , cambiò argomento tornando seria.
«Si, sto un po' meglio. Il pianto di ieri sera mi è servito molto. Avevo bisogno di sfogarmi.» , abbassai lo sguardo e iniziai a mangiare i miei pancakes.
«Sicura?»
«Sai Emma, a volte pensi di conoscere davvero la persona che hai al tuo fianco nonostante vi frequentiate da pochi mesi, ma la verità è che non smetti mai di conoscere una persona.»
Vidi la mia migliore amica irrigidirsi e tenere lo sguardo basso sul suo piatto di pancakes.
Non rispose, ma si limitò ad annuire mentre continuava a mangiare.
Feci finta di niente, nonostante mi aspettassi un consiglio o una parola di conforto da parte sua.
La conoscevo così bene che ero sicura che mi stesse nascondendo qualcosa.
«Che dici se andiamo al centro massaggi? Io e Pilar abbiamo già prenotato per oggi pomeriggio ma credo che non faranno problemi se ti dovessi aggiungere.» , cambiò argomento.
«Ti ringrazio, ma credo che andrò in palestra. Preferisco sfogarmi con un sacco da box che con la faccia del mio ragazzo.» , ironizzai bevendo la mia spremuta.
Emma ridacchiò.
«I ragazzi dove sono?» , chiesi.
«Tutti in spiaggia.»
«E perché non stai con loro?» , la rimproverai.
«Non mi interessa stare con loro se poi penso che la mia migliore amica sta sola in una camera d'albergo.»
«Sei la migliore amica che potessi avere, sai?»
«Lo so.» , rispose pavoneggiandosi.

[...]

Arrivammo in spiaggia a mezzogiorno dove vi trovammo Leo, Paulo e i loro amici.
Mi guardai intorno per cercare il volto Stephan, ma fu inutile perché non lo trovai. Mi chiesi cosa avesse fatto tutta la mattinata da solo.

«Buenos días, chicas.» , ci salutò Paulo con la mano.
Indossava gli occhiali da sole ed era sdraiato sul suo telo. Rimasi per un attimo incantata dalla sua figura, ma soprattutto di come il suo corpo risultasse perfetto sotto la luce del sole.
«Chiudi la bocca che stai sbavando.» , mi sussurrò Emma prima di correre dal suo ragazzo.
Arrossii e la seguii.
«Buenos días, mi amor.» , la vidi avvicinarsi a Leo per stampargli un bacio.
Dio, come li invidiavo.
«Dormiste bien junto a tu compañero?» , gli chiese Emma prendendolo in giro.
«Fue la noche peor de mi vida.»

«Leo nos ha contado. Stephan está enfadado contigo por mi?» , si rivolse a me Paulo.
«No, no. Tenemos un problema entre nosotros hace mucho.» , risposi stendendo il mio telo accanto al suo per poi sedermi.
«Que pasa a la chica, Paulito?» , domandò ridendo Carlos.
«Tiene problema de corazón. - rispose portandosi una mano sul cuore - Es por eso que no tengo una novia.» , si rivolse a me inseguito.
«Non ti credo neanche un po'.» , lo provocai.
Non riuscivo a credere che un ragazzo bello e gentile come lui non avesse una ragazza. Forse era il suo essere sfacciato che allontanava le ragazze o magari non riusciva a trovare quella giusta a causa della sua fama. Non è facile trovare una persona che sia interessata a te e non al tuo stipendio da calciatore.

«So che sei triste ma se posso darti un consiglio, goditi la vacanza. Non capita tutti i giorni di stare in questo meraviglioso.»
«Detesto ammetterlo ma hai ragione.» , risposi scompigliandogli i capelli.
Lui ricambiò sciogliendomi la coda di cavallo che avevo appena fatto.
«Che fai dopo pranzo?» , mi chiese portandosi le mani alla testa e sdraiandosi.
«Vado in palestra.» , feci lo stesso.
«Okay. Vengo con te.»
«Io non ti ho mica invitato.»
«Guarda che non sei il centro del mondo. Sono un calciatore, il mister mi ha detto di non saltare neanche un giorno di palestra. Non penserai mica che questi addominali si mantengono da soli.»

NEVER FORGET YOU || Stephan El Shaarawy (Sequel Nobody like you) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora