Capitolo tre ⚽️

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AMANDA

Ero chiaramente diventata vittima di uno scherzo del destino.
Manuel, il ragazzo che avevo incontrato a Genova, era il migliore amico di Stephan.
Come avevo fatto a non accorgermene prima?
La loro amicizia era l'unica risposta valida alle domande che mi ero posta in Liguria.

Manuel stava lì, impalato sulla soglia, con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
In quel momento avrei desiderato che fosse solo un brutto sogno, che questo non era l'ennesimo problema che si aggiungeva agli altri. Perché non solo avevo un padre che non mi parlava, adesso dovevo anche condividere la casa con l'amico viscido del mio ragazzo.

Stephan mi raggiunse alla porta e quando vide il savonese, corse subito ad abbracciarlo.
In quel momento mi sentii tremendamente in colpa per aver anche solo rivolto la parola a Manuel. È vero, non avevamo fatto niente di male, almeno io, ma non nego di aver pensato a lui non appena tornai a Roma.

«Beh? Non me la presenti questa bella moretta?» , chiese Manuel avvicinandosi a me.
Io indietreggiai e a causa della mia goffaggine, andai a sbattere contro il divano provocando la risata dei due amici.
«Manuel, lei è la mia ragazza, Amanda. Amanda, lui è il mio migliore amico, Manuel.»
Manuel inizialmente parve confuso nel sentire il mio nome ma subito dopo mi porse la mano con tanto di bacio sulla guancia.

Quando lo incontrai, a Genova, avevo preferito dargli un nome fasullo, convinta che non l'avrei mai più rivisto in vita mia, ma a quanto pare il karma mi aveva battuta sul tempo.
«Aurel?» , domandò Stephan chiudendo la porta ed invitando l'amico a sedersi sul divano.
«Quello sta sempre in cerca di figa.» , rispose Manuel con tanto di sorrisetto.
«Non dirmi che rimorchia più di te.»
«Certo che no - disse Manuel guardandomi maliziosamente - però quando siamo venuti a vederti allo stadio si era preso una cotta per una bella biondina.»
«Già, lo stadio! Vi avevo dato i biglietti. Sai, c'era anche Amanda. Magari vi siete visti.»
Manuel mi guardò per qualche secondo e lessi nei suoi occhi l'intenzione di dire tutto a Stephan, ma lo bloccai facendo 'no' con la testa.
«No... no... non credo. Altrimenti una viso così carino me lo sarei ricordato.» , disse facendomi l'occhiolino.
«Ma smettila per favore!» ,  esclamai alzando gli occhi al cielo.
«Tranquillo Manu, è fatta così. Abbaia ma non morde.» , lo rasserenò Stephan dandomi un bacio a stampo.
«Già, chissà perché ma è quello che avrei detto anche io...» , disse tornando serio.
«Puoi scusarci un attimo?» , chiesi al nuovo arrivato prendendo Stephan da parte.

«Perché non mi hai mai parlato dei tuoi amici?» , gli chiesi a bassa voce.
«Deve essermi sfuggito.»
«Mi hai parlato della tua famiglia, dei tuoi compagni di squadra al Milan e perfino della tua ex! Perché loro no?»
«Ascolta, loro non sono degli amici qualsiasi. Sono i miei compagni d'infanzia con cui sono cresciuto e a cui tengo molto. Loro sono molto importanti per me e volevo trovare il momento giusto per parlarti di loro ma come sai questa stagione è stata molto difficile per me tra l'ambiente nuovo, partite, giornali, te e tuo padre.
Poi Manuel mi ha chiamato una settimana fa e non ho potuto dirgli di no. Scusami.»
Gli presi il viso tra le mani lasciandogli un tenero bacio sulle labbra.
«Scusami tu se mi comporto da isterica.» , continuai facendo scontrare i nostri nasi.
Lui mi fece un sorriso per poi continuare il bacio con tanto di lingua stavolta.
«Mi nascondi altri amici deficienti a parte Manuel ed Aurel?»
«Vuoi che ti risponda sinceramente?»
«No.»
«Beh, allora si. Sono solo loro.»

«Scusate se vi interrompo ma non è molto educato limonarsi davanti a un ospite che è in astinenza di figa da dodici ore.»  , ci interruppe Manuel dall'altra parte della stanza.

Io e Stephan lo guardammo sbigottiti per poi guardarci negli occhi e ridere.
Almeno era simpatico nonostante le sue battute di pessimo gusto.
«Mangi con noi?» gli chiese il mio ragazzo raggiungendolo.
«Certo. Cucina la tua ragazza?»
«Scherzi?Amanda non sa tenere in mano nemmeno una pentola.»
«Merda! Vuoi dirmi che ti sei trovato una ragazza che con i fornelli è peggio di te?»
«Ti dico solo che sentirai la mancanza dei petti di pollo.»
«Ehi! Io sono qua. Vi sento, eh.» , esclamai attirando la loro attenzione alzando il braccio.

NEVER FORGET YOU || Stephan El Shaarawy (Sequel Nobody like you) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora