Capitolo undici ⚽️

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📍Aeroporto di Roma Fiumicino

«Hai chiuso bene a chiave la porta di casa?» , chiesi a Stephan preoccupata.
«Certo che l'ho fatto.»
«Il gas lo hai spento?»
«Si.»
«Hai lasciato le chiavi a Manuel in caso di emergenza?»
«È venuto a prendersele ieri.»

Annuii e cercai di fare mente locale nel caso in cui mi fossi dimenticata qualcosa.

«Amore, tranquilla. Non succederà niente di brutto mentre noi saremo fuori.» , disse prendendomi le mani e accarezzandomi la guancia per rasserenarmi.
«Questo lo so. Ma è la prima volta che parto senza avere la certezza che c'è qualcuno che si prende cura di casa mia.»
Stephan mi sorrise e si avvicinò per darmi un abbraccio.
«Mi piace il fatto che ci tieni così tanto. Stai tranquilla, Manuel è un ottimo guardiano. Deve stare a Roma per un po' di giorni e questo weekend lo raggiunge Giulia. Casa nostra è in buone mani. Sei più serena adesso?» , mi chiese premuroso.
Io annuii.

«Emma e Leo dove sono?» , domandai poco dopo guardandomi attorno.
«Non lo so, magari ci hanno ripensato. Anzi, spero sia davvero così.»
Gli diedi un calcio e lui poco dopo si lamentò.
«Ma non avevi detto che tra voi era tutto risolto?» , gli chiesi riferendomi alla cena che avevamo fatto qualche giorno fa a casa di Leo.
«Si, ma io non perdono facilmente chi mi tradisce.»

Spalancai gli occhi e iniziai ad avere il batticuore ripensando al bacio che avevo dato a Manuel.
Era da un po' di giorni che non ci pensavo, ma dopo quest'affermazione, quel ricordo era ritornato a torturarmi.
La paura di perdere Stephan, proprio adesso che le cose stavano iniziando ad andare bene tra di noi, era grande.

L'idea che possa venire a conoscenza del bacio mi tormenta ogni giorno, tant'è vero che ogni volta che lo guardo, sento quel senso di colpa che mi logora dentro.

«Era ora!» , esclamò Stephan quando vide arrivare Emma e Leo. «Qualche minuto in più e avremmo perso il volo.» , continuò.
«Noi lo avremmo perso lo stesso senza i nostri passaporti!» , ribatté Emma rimproverando il suo ragazzo con lo sguardo.
«Sai che perdita, almeno saremmo partiti soli io e Amanda.»
«La finite di battibeccare voi due?» , mi intromisi separandoli una volta ritornata in me.
«Avete controllato almeno il gate? Oppure siete stati qui impalati a non fare nulla?» , ci chiese Leandro e io dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non prenderlo a schiaffi.
«Certo che lo abbiamo fatto è...» , tirai un colpo con il braccio a Stephan incitandolo a continuare ma lui non proferì parola.
La verità era che nessuno dei due aveva controllato il gate.
«E22» , disse Emma indicando il monitor con le partenze dietro di noi.
«Giusto!» , esclamammo io e Stephan in coro.
Emma e Leandro alzarono gli occhi al cielo scuotendo la testa e prendendo le loro valigie, iniziarono a farci strada.
«Già li odio.» , mi bisbigliò Stephan mentre camminavamo.
«Non cominciare.» , lo rimproverai invitandolo a continuare a camminare.

[...]

Per un pelo riuscimmo a salire sull'aereo e adesso ci aspettavano sei ore di volo a bordo di Emirates.
Decisamente questo era l'aereo più bello che io avessi mai visto. Appena entrammo fui colpita dall'arredamento in marmo e da un profumo che stranamente lo si trova sugli aerei. Articoli da toilette di Bvlgari si trovavano sui nostri sedili con tanto di coperta. E come se non bastasse, c'era anche lo spazio per stendere le gambe. Addirittura, Stephan mi mostrò il menù che presentava piatti raffinatissimi.
«Quanto cavolo ti è costata questa follia?» , chiesi sbalordita non smettendo di guardarmi attorno.
Lo vidi ridere e accarezzandomi la guancia mi disse: «Era da tempo che volevo fare una vacanza del genere, ma non trovavo mai la persona giusta.»
«I tuoi amici? Tuo fratello? Non hai mai portato nessuno di loro?»
Scosse la testa.
«Dai, Amanda. È tutto troppo bello per portarci uno di loro. Sarebbe uno spreco.»
«Hai ragione. - ammisi ridendo - Quindi questa è anche per te la prima volta su questo aereo?»
«Si. La prima volta anche a Dubai. Non sono mai stato in Asia prima d'ora.»
«Amore... se ti può consolare nemmeno io.» , gli confessai stringendogli la mano.
Stephan mi sorrise per poi avvicinarsi a me cercando di darmi un bacio, ma fummo interrotti da Leo che si trovava proprio in piedi accanto a me che ero lato corridoio.
«Siete schifosamente romantici.»
«Fate venire il vomito.» , sentii una voce provenire da dietro, mi alzai con le ginocchia sul sedile e scoprii che a parlare era Emma. Seduta dietro di me.
«Stiamo proprio dietro di voi. Ste, non sono stato un genio a prenotare questi posti?» , gli chiese Leo.
«Davvero bravo.» , si complimentò Stephan in modo ironico.
«Mi raccomando, non fate versi sconci che qua dietro sentiamo tutto!» , ironizzò la mia migliore amica facendomi l'occhiolino.
«Ci sono i tappi per le orecchie se non volete sentire i nostri gemiti.» , le dissi prendendole dalle mani la bustina contenente i tappi per poi tirargliela in faccia.
Emma era pronta a ricambiare il mio gesto, ma fu distratta dall'hostess che invitò Leo ad andare a sedersi al suo posto.
«Please, go back to your seat and sit down.»
E il centrocampista fu costretto a sedersi con Stephan che rideva sotto i baffi.
«Sei proprio un bimbo.» , ironizzai pizzicandogli la guancia.

NEVER FORGET YOU || Stephan El Shaarawy (Sequel Nobody like you) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora