01. Il marito in Perù

110 19 2
                                    

Eva lavora come domestica. Ha quarantanove anni e due grosse smagliature ai lati del corpo. Sente sulle spalle la solitudine e l'ipocrisia di una vita passata a cercarla.
La signora che più volte vede (per pulirle casa) è la signora Agnese. Lei è bella, giovane, ha poco più di quarant'anni e due figliolette adorabili che, il più delle volte, danno un sacco di fastidio su e giù per le scale del soggiorno appena pulito. Il marito di Agnese l'ha lasciata per una ragazza bionda, giovane, single. Agnese l'ha raccontato solo una volta, ad Eva, perché Eva stessa era stata troppo invadente.

— Signora, ma suo marito?

Agnese l'aveva guardata un paio di secondi, di striscio, mentre metteva uno dei due orecchini d'oro.

— Quale marito?

La faccenda poteva anche essere chiusa lì, per la signora (o signorina, beh, dipende dai punti di vista) Agnese, eppure Eva aveva la curiosità che le bruciava la lingua e le faceva male alla testa.

— Quello a cui stiro le camice e spolvero le scarpe, signora.

Agnese voltò il corpo verso di lei, abbandonando alle sue spalle la grande specchiera di legno placcato in bianco. Quella casa era l'apoteosi del bianco.

— È morto. Andato in Perù. Buttatosi nell'impresa di scalare l'Everest. O qualunque altra scusa tu voglia usare al posto di "mi ha tradito con un'ucraina dal - tacciamo questa parte - d'oro."

Eva restò immobile, annuì, riaccese l'aspirapolvere e chinò la testa. Chiedere era forse troppo? Esposizione di potere che non le apparteneva? Un balzo di poco agile arguzia? Non lo sapeva, ma aveva solo un compito, in quella casa di bambole e lustrini sui vestiti, piena di risate e subdoli sussurri.
E quel compito era pulire, ma in silenzio, subendo sulla pelle tutti gli sguardi e i rimproveri.

Il biancore di queste pareti
risuona lillà su questi occhi
vuoti di speranza.
Speranza perduta.

JevaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora