00. Mangiare gelato con i piccioni

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Eva s'affloscia sul divano come se da esso derivasse tutta la sua felicità. Mastica gelato perché è impaziente di mangiarlo e, allo stesso tempo, desidera che esso possa sciogliersi, perché non vuole congelarsi denti e palato. Parla da sola o con la TV, telefona ai gestori telefonici ucraini impiantati in Italia perché... perché? Ah, sì, per poter parlare, sentire voce umana. Che poi, lei è figlia di nonni ucraini, e prendere mentalmente in giro quell'accento che è un misto fra rumeno, russo e mille altri accenti, saturo di ricordi, è banalmente ipocrita. Sa che sua nonna la guarderebbe di sbieco, se potesse (ah, povera buona donna!), ma è defunta da dodici anni e al massimo il suo scheletro, fuso insieme con la pelle morta, potrebbero ricordarle la smorfia perennemente insoddisfatta che adornava le labbra sottili, spaccate dalle rughe.

Ma c'è qualcosa di estremamente poetico in ciò che s'avvicina anche solo lontanamente alla figura di Eva. Ha i lembi della pelle traboccanti di grasso e il seno cadente, i capelli unticci raccolti sulla testa da una molletta a fiori e storti sulle punte perché non vedono un parrucchiere da tempo. Ha i vestiti sgualciti, sformati dall'abbondanza e fuma sigari cubani o Malboro, non mai una via di mezzo. Casa sua è un cubicolo mantenuto malamente su due archi e infilato in mezzo ad altri mille uguali, grigi, sporchi, malridotti. Casa sua s'immerge nello smog fino al tetto e lei affoga le margherite nei vasi di nuda e calda terra. Ma queste muoiono costantemente sotto le sue dita, e lei si dice che per forza dev'esser destino, lei quelle margherite non deve provare a piantarle. E neanche quando una piccola gemma nacque da quell'insieme disperato di decomposti animali, neanche allora la fortuna e la felicità le baciarono il capo, forse dovevan esser schifati: cadde giù il vaso dal balcone stretto e la meraviglia amara sparì in una nuvola di fumo.

Ah, maraviglia! Ah, tremor di membra
così gradevole fu tuo ricordo
in me solo, attanagliato di malinconia.

JevaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora