6. In catene

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-Riflettiamo con calma, Rieure,- disse Jack, agitando le mani come un forsennato. -Calypso sta per distruggere ogni traccia di pirateria, due dei miei stanno recuperando un cuore per salvare un uomo da morte certa, il Re dei Pirati chiama la guerra e tu pensi solo a deporre me?
-Detto così mi fa sembrare profondamente egoista,- rispose lui calmo.
-Beh, lo sei! Dà ascolto alla cara Regina qui presente e...- ma non riuscì a finire, perché due dei pirati di Rieure lo presero per le braccia, lo incatenarono e lo portarono in un angolo della sala, il tutto mentre lui si dibatteva come un pazzo.
-Che diamine fai, Rieure?- gridò Elizabeth infuriata.
-Non condivido la politica sua e di Sparrow. Pertanto, chiedo una nuova votazione,-. Sorrise. -È tempo che questo Re venga deposto.

Kate atterrò tre pirati con un calcio e ne spinse via altri due, poi estrasse uno spadino dallo stivale e lo lanciò a James, che se lo lasciò sfuggire, impacciato dal forziere.
-Per la miseria, James! Concentrati, o verremo infilzati!- urlò lei, schivando un colpo di spada scartando di lato, e poi infilò il suo pugnale nello stomaco di un uomo.
-Non è colpa mia, il forziere mi sta tra i piedi!- gridò lui di rimando, stando dietro di lei per proteggersi.
-E tu hai ancora intenzione di starmi tra i piedi, idiota?-. Kate fece una mezza giravolta, afferrò James e lo spinse verso dei pirati, che crollarono insieme al ragazzo.
-Ehi, non vale usarmi come arma!- si lamentò lui, alzandosi a fatica.
-Molla a terra quel maledetto forziere e dammi una mano!-. Ne uccise altri tre con un colpo solo, poi corse a riprendere lo spadino. Girando le sue armi con maestria, si fece largo tra gli uomini, ammazzandone un altro paio e menando calci e pugni.
-Devo farti i miei complimenti, Kate,- ghignò Heron sovrastando le urla. -Hai ucciso la metà dei miei uomini. È ora di fermarti, temo,-. Detto questo, tirò fuori qualcosa dalla tasca interna della giacca e la stagliò contro il cielo: catene.
Un fulmine le colpì e lui le lanciò contro Kate, che stava combattendo davanti a James per evitare che venisse trafitto. Lanciando scariche elettriche, le catene si diressero verso i due ragazzi e si chiusero ai loro polsi: il destro di Kate e il sinistro di James.
-Che cosa hai fatto?- urlò Kate fuori di sé, mentre cinque uomini cadevano sotto la sua spada.
-Ti ho ostacolato. È così che fa un buon cattivo, no?- sorrise lui, poi mormorò qualcosa ad Isadore, si levò il cappello in segno di saluto e fuggì verso il porto.
-Dannazione!- imprecò Kate, mentre con un impeto di rabbia ammazzò tutti gli uomini rimanenti con la sola mano sinistra. Tirò su James con uno strattone. -Cosa diavolo ti è venuto in mente? Dovevi combattere con me, invece di pensare a quello stupido cuore!
-Si dà il caso che è il cuore di mio padre!- esclamò lui, indignato.
-E come pensavi che avesse reagito se il suo unico figlio fosse morto?- ringhiò lei di rimando. James impallidì. Non ci aveva sinceramente pensato.

-Io voto Armand Rieure come nuovo Re dei Pirati,- disse a voce alta e chiara Li Hi Kiong.
-Lo stesso per me,- aggiunse Tormand.
-Idem cum patate,- ghignò Barbossa.
-Io voto Elizabeth Swann,- borbottò con voce cupa l'Ammiraglio Coleman. -Ci ha servito bene per questi anni e quel che dice è giusto, Sparrow a parte. Ci ha già portati alla vittoria una volta, io c'ero.
-Sì, ma non c'interessa!- lo fulminò Desdichado con lo sguardo. -Io voto Rieure, e tanto basta!
-Io voto Swann,- disse Kulan Jambee, che era un alleato di Coleman.
-Io voto Swann,- sussurrò Elizabeth. A conti fatti, l'esito era certo.
-Anch'io voto Swann!- esclamò Jack dal fondo della sala. Un istante di silenzio.
-E io voto Rieure,- concluse Armand soddisfatto. -Sembra che io sia il nuovo Re dei Pirati.
-Hai imbrogliato! I Pirati votano sempre e solo per se stessi!- s'infuriò Elizabeth.
-Semplicemente c'è un'aria nuova,- sorrise con aria assassina Li Hi Kiong. -Il tuo tempo è scaduto, Swann. Non c'è niente che tu possa fare. Lo scettro passa ad Armand.
Si udì un lamento provenire da un angolo. -Sono fregato,- gemette Jack.

James e Kate stavano navigando sulle acque scure a bordo di una scialuppa che avevano rubato al porto. Remavano spalla contro spalla, il forziere al sicuro ai piedi del ragazzo.
-E ora che facciamo con queste catene?- sbottò Kate. Era livida in volto.
James ringraziò vivamente che non poteva vederla in faccia. -Mio padre era un fabbro, sono sicuro che ci libererà.
-Non ne sei convinto neanche tu,- ringhiò lei di rimando. James inghiottì il boccone amaro. Perché le donne dovevano avere sempre ragione?

-James! Kate! Siete vivi, grazie al cielo!- gridò Will felice a bordo della Perla. Calò la scaletta che i due salirono con non poche difficoltà. -Che cosa vi è successo? Perché siete incatenati?- aggiunse con stupore, aiutandoli a scavalcare il parapetto.
-Ringraziamo Caplypso,- borbottò Kate massaggiandosi il braccio. Avevano remato per ore.
-Dov'è mamma?
-Con Jack, a Tortuga. Sono scesi circa mezz'ora fa.
-Puoi vedere se riesci a liberarci, papà?
-Con piacere.

A occhi chiusi, aspettavano il colpo. Un sonoro tintinnio, e poi niente.
-Ho provato in tutti i modi. Non si spezza, mi dispiace,- si rassegnò Will, asciugandosi il sudore, con un martello rovente in mano.
James e Kate stendevano le braccia unite sul tavolo della cabina del capitano, tendendo le catene. James gemette. –E ora che facciamo?
Kate si voltò a guardarlo. Aveva gli occhi come infuocati. James rabbrividì.
-Scendiamo a Tortuga,- rispose lei glaciale. E non si poteva discutere.
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