Capitolo 4 - Ballando Sotto Le Stelle (terza parte)

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   Basti sapere che fino a poco fa era fidanzata con uno dei cartelloni pubblicitari di Times Square. Il problema? Che lui ha il brutto vizio di conoscere intimamente le sue amiche di cartellone. Jenna ha sempre finto di non sapere niente, finché qualche settimana fa non lo sorprese con la signorina di quattro piani che pubblicizzava il profumo di Gucci l'anno precedente.

   Lui, ovviamente, continua a negare ogni rapporto stretto con la ragazza, giustificando la cosa come uno sbaglio dopo qualche drink di troppo

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   Lui, ovviamente, continua a negare ogni rapporto stretto con la ragazza, giustificando la cosa come uno sbaglio dopo qualche drink di troppo. Poi quelle parole dolci che le ha detto qualche giorno dopo: "Amore, ti giuro che non accadrà più. Mi è saltata addosso lei, credimi. Mi pregava con gli occhi". Da quel momento sono in perenne tira e molla. Infondo sappiamo quanto possa essere tenero e indifeso un uomo sotto l'effetto di qualche drink fra le malvagie grinfie di una donna che lo vuole. Povero cucciolo!

   Arrivata al bar, comincio la lunga attesa per poter ordinare da bere. Voci a squarciagola, due barman impazziti che cercano di tenere il ritmo e ragazze poco più che maggiorenni che
spingono per un altro bicchiere di Manhattan, già più che sbronze.
   Finalmente uno dei due si ferma davanti a me ma, proprio quando sto per ordinare, sento una voce imponente sbucare da dietro, incurante di me.

   «Ciao. Dammi una birra media, grazie.» Mi volto pronta a dire al tizio che non è affatto educato scavalcare gli altri. Carica a mille, gliene dirò quattro! Quando mi rendo conto che io stessa l'ho fatto per entrare nel locale. Bisogna sempre tenere a mente la regola del vince il più forte quando si ha a che fare con il potere: c'è sempre qualcuno che ne ha più di te, il solito sasso batte forbice. Il detto più semplice e più dimenticato.
   "Ehi, ma tu sei...", penso, restando spiacevolmente sorpresa e confusa nel vedere Dave Nixon in persona. Proprio qui.

   «Salve, bella signorina. E così vedo che non vive nel suo ufficio come vuol far credere. Strano, perché oggi quando le ho chiesto di bere qualcosa insieme mi ha detto che non avrebbe
avuto tempo per uscire», dice sorridendo.
   «Va bene, mi ha scoperto: era una scusa. In questo momento non cerco un appuntamento ma voglio semplicemente ordinare un drink.»
   «Ancora niente?»
   «No. Evidentemente un bel paio di tette non basta più in nessuna circostanza», borbotto alzando la voce mentre il barman mi passa davanti senza notarmi, «e non ci sono più i baristi di una volta...», continuo facendo una faccia buffa accompagnata da una forte risata.
   «Ma lei mi stupisce signorina. Azzarda delle battute spinte? Mi cala di classe!»
   «E lei, allora? Una birra? È così? Andiamo, mi delude.»
   «Ho la bocca secca. Questo mi risulta essere un locale e qui, in genere, si usa bere. Non mi vede come un tipo da birra solo perché ho uno stile di vita diverso dalla maggior parte della
gente presente? Anzi, mi correggo, da chiunque sia presente?»
   «Mi stupisce che il suo ego sia riuscito a passare attraverso la porta d'ingresso. Comunque, per rispondere alla sua domanda, direi di sì.»
   «E cosa dovrei bere secondo il suo poco modesto parere?»
   «Scotch, liscio. Tutto d'un fiato.»

   Dave si volta verso il barman, allontana la birra spingendola con il dorso della mano davanti a me e ordina uno scotch liscio. Mi rendo conto di sorridere divertita. Questo strano punzecchiarsi sta cominciando a stuzzicarmi quanto basta da volerne scoprire il seguito.

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