Capitolo 4 - Ballando Sotto Le Stelle (prima parte)

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   Le luci si accendono e il buio cala lentamente avvolgendo la città nel misterioso manto della notte. Manhattan si anima di vita, pronta a esplodere in ogni suo angolo. Seduto su un vecchio sgabello di legno pieghevole, lungo la Broadway si può sempre udire un anziano uomo afroamericano forse sulla settantina,
suonare il suo sax. Riporta nel cuore di chi lo ascolta l'essenza dell'America che i suoi occhi rugosi, ma pieni di speranza, hanno visto nel corso della sua lunga vita. Gli uomini d'affari con la loro ventiquattrore fanno posto allo scintillante glamour che ricopre come ogni notte gli ampi marciapiedi della città, e i nostri "freddi cuori newyorkesi" iniziano a battere più forte. Questa è la nostra serata. Ogni volta nuova, ogni volta speciale. Sembra un po' come entrare in un'altra dimensione. Qui puoi essere chiunque tu voglia essere, ogni sera diverso, e fare qualsiasi cosa tu abbia voglia di fare, e a qualunque ora.

   Stasera io ho scelto di essere me stessa, quello che mi è sempre venuto meglio fare, non mi sono mai sentita a mio agio nel cercare di fingere qualcosa che non mi appartiene

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   Stasera io ho scelto di essere me stessa, quello che mi è sempre venuto meglio fare, non mi sono mai sentita a mio agio nel cercare di fingere qualcosa che non mi appartiene. Sono la persona meno credibile al mondo.
   E così, anche dopo una giornata di lavoro pesante, non rinuncio mai a una passeggiata nei luoghi più speciali di Manhattan, quelli tipicamente snobbati dai turisti ma amati da noi newyorkesi, oppure alla classica serata con gli amici, in qualche nuovo locale.
   Ieri sera ho lavorato senza sosta, sommersa da mail, vino rosso e musica swing di sottofondo. Così, seduta sul mio grandissimo divano bianco, avevo deciso di affogare fra le parole che scorrevano fuori dalla punta delle mie dita che frettolosamente facevo scivolare sulla tastiera del portatile. In quei momenti non esiste altro se non le mie idee, i miei lettori, il rumore della città che amo definire "magica melodia di vita
metropolitana", e un luogo d'ispirazione: Central Park; durante una giornata di sole estivo, il tavolo di un bar all'aperto, con un bicchiere di vino mentre la gente, freneticamente, si muove intorno a me; poi casa mia, la sera tardi, quando me ne sto seduta sulla panca di pelle, davanti a due grandi finestre da cui guardo sempre le luci della città; oppure l'ufficio, che frequento pochi giorni durante la settimana. Sì, sempre più spesso faccio una vita da reclusa!

   Casa mia, un bellissimo rifugio nella giungla di Manhattan, è il mio orgoglio più grande: ammobiliato secondo alcune delle regole poche regole Feng Shui in stile moderno che ero riuscii a selezionare in fase di ammobiliamento, è la mia anima

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   Casa mia, un bellissimo rifugio nella giungla di Manhattan, è il mio orgoglio più grande: ammobiliato secondo alcune delle regole poche regole Feng Shui in stile moderno che ero riuscii a selezionare in fase di ammobiliamento, è la mia anima. Grandi librerie con raccolte di biografie, libri di moda e psicologia, romanzi, libri di ricette e riviste scientifiche, riempiono due intere pareti. Una casa calda e accogliente, proprio come sento di essere io.
   La gatta bianca di nome Marilyn, che ho scelto di chiamare così a causa del piccolo neo vicino alla narice sinistra, mi si era addormentata sulle gambe, cullata dal rumore delle unghie color ciliegia che picchiettavano sui tasti bianchi dell'Apple. Mi lanciava ogni tanto uno sguardo con i suoi bellissimi occhi verdi, giusto per assicurarsi che io fossi lì con lei. Eh sì, questa è la mia classica serata - quando non sono impegnata a calcare tappeti rossi o non presenzio a qualche cena di beneficenza. Niente fidanzati né serate romantiche, poco tempo per gli amici e troppi pranzi in famiglia a cui dover partecipare per mantenere salda la reputazione di figlia modello. Pranzi che riesco a evitare il più delle volte inventando qualche scusa.
   Stasera, invece, dopo essere tornata a casa dal lavoro ed essermi tolta gli abiti da donna di successo quale ogni giorno m'impegno a essere, entro nella mia enorme stanza armadio. È
scrupolosamente arredata in legno bianco con rifiniture dorate, ripiani in vetro per le infinite paia di scarpe che compro in modo ossessivo compulsivo, un divano in velluto rosato e un grande espositore per tutti i gioielli con accanto una cassetta di sicurezza per quelli più preziosi.

 È scrupolosamente arredata in legno bianco con rifiniture dorate, ripiani in vetro per le infinite paia di scarpe che compro in modo ossessivo compulsivo, un divano in velluto rosato e un grande espositore per tutti i gioielli con accanto una cas...

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   Ci entro sempre rigorosamente scalza, per non rovinare il tappeto da migliaia di dollari che ricopre l'intera superficie del pavimento. Esagero? Probabilmente qualcuno direbbe di sì, ma questa è la mia vita e amo prendermene cura affinché possa essere speciale. Credo che dovrebbero farlo tutti, infondo non sono i soldi che ci permettono di dedicarci a quello che amiamo, i soldi sono un di più. Per le cose basilari della nostra vita serve tempo e tanta
dedizione. Vale per il lavoro, le persone e le passioni.

   Scelgo un paio di Louboutin nere a tacco vertiginoso e un abito di Chanel, ugualmente nero, attillato, che so già non avrà pietà di nessuno degli sguardi che si poseranno su di me. Di certo potrebbe indispettirsi qualche fidanzata, o qualche moglie, un po' troppo gelosa. Anche questo non fa parte del fragile gioco d'essere donna? Ci facciamo belle per noi stesse, e poi... sentirci gli occhi puntati addosso - tranquille di non avere niente fra i denti o della carta igienica sotto il tacco! - è un toccasana per la nostra autostima!

©️Silvia Stoyanova 2019

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