Capitolo 2 - Incontri Inattesi (prima parte)

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   Kim Stewart sembra essere una ragazza sicura di sé e potente, ma questa ragazza ha le mani ancora che tremano ogni volta che appare in pubblico. Ha imparato a mascherare bene l’emozione, ma questa e altre, sono caratteristiche acquisite nel corso degli anni grazie a lunghi studi e a tanta gavetta fatta per conto delle persone più squallide e insignificanti del giornalismo e della moda, come ha raccontato in un'intervista verità. “Da qualche parte si deve pur iniziare.” mi disse sorridendo graziosamente, quasi come se fosse qui, sotto i riflettori dello show business, per puro caso. In pochi anni è arrivata ad avere una rubrica tutta sua su uno dei magazine più in voga d’America, l’accattivante Vanity Magazine. Si chiama A Borrowed Friend e le permette ogni giorno di essere l’Amica in Prestito che ogni americano, uomo o donna, vorrebbe avere nei momenti di difficoltà, e il sogno proibito di chi osa sognare di più. Si occupa di dispensare consigli di ogni genere ai lettori che le scrivono da ogni parte degli Stati Uniti. Si tratta di richieste d’aiuto, disastri di moda, cuori spezzati e altre decine e decine di problematiche che tormentano la vita di chiunque. Il suo è di certo uno dei volti più noti e dal nome forte su cui punta l’azienda editoriale e, in particolar modo, la direttrice Monica Fox. Il suo obiettivo non era quello di diventare un'icona, né avrebbe mai creduto di arrivare così in alto;  “volevo soltanto fare il lavoro che amo e realizzare il mio sogni, come tutti”, mi aveva confessato. Giovane, bella, alla moda, con stile e classe che ogni ragazza vorrebbe possedere, ma ha lavorato sodo per poter essere tutto questo. Modello di stile per le giovani, e fonte di saggezza da cui attingere, scrivemmo di lei qualche anno fa gettando un po’ di glitter sulla sua strada verso il successo. Richiesta, fotografata, presente a ogni tappeto rosso mentre il suo nome è ancora fresco d’inchiostro su tutte liste vip.
Kim Stewart sa di avercela fatta, è diventata una It-Girl. Titolo non così semplice da conquistare, eppure ci è riuscita con le sue sole forze, e non unicamente perché è la classica bellezza da copertina  che non stanca mai, ma perché in grado di dimostrarsi un'ottima intenditrice di moda. Il suo stile non fa mai una piega, nemmeno sui marciapiedi di Manhattan con il sacchetto della spesa in mano, ma anche perché gli stilisti fanno a gara per proporle i loro abiti da indossare agli eventi più importanti. Kim è brillante, una giornalista accattivante, intelligente, piena di idee e pronta a realizzarle tutte grazie al suo carattere forte e deciso.

“Bellissima, esperta di moda, solare e con una gran testa

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“Bellissima, esperta di moda, solare e con una gran testa. Carrie Badshaw esiste e il suo vero nome è Kim Stewart. La It-Girl più amata ce l’abbiamo noi, a Manhattan” disse di lei l’azienda dopo averla resa immagine di punta. Una nuova ragazza era salita sulla cresta dell’onda, e la sta ancora cavalcando alla grande. Onda dopo onda si è allontanata dai tempi in cui un datore di lavoro di turno le faceva delle avances promettendole successo, e i tempi in cui avrebbe voluto sprecare un buon caffè Starbucks sulla faccia di qualche viscido colmo di potere. Iniziò come consulente d’immagine per una famosa azienda, eppure tante cose cambiarono drasticamente, e in poco tempo non si trattò più di consigliare il giusto abbigliamento ai clienti o di rimediare a catastrofi di stile colossali. Creò i personaggi più invidiati e imitati del mondo dello spettacolo, figli dei ricchi papà newyorkesi. Da belle persone e, talvolta, talentuose, li seppe trasformare con maestria in icone da copertina. Da tutto questo, pochi anni dopo ecco che è nata la sua rubrica, inizialmente per dare consigli di moda e, dopo un boom di successo, in poco tempo è diventata una vera e propria rubrica di consigli a trecentosessanta gradi. Monica Fox l’aveva notata e lottò con le unghie e con i denti per averla fra i suoi fedelissimi scrittori. “Tu potrai diventare una donna di successo se saprai giocare nel modo giusto le splendide carte che hai in mano. Hai palle e grinta da vendere. Non ti sei guardata intorno, vero? Altrimenti avresti visto quante ragazze già ti venerano”, le disse la Fox durante la loro prima cena di lavoro.

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   Dopo un ghigno sarcastico, Dave getta la rivista sul sedile della sua macchina e continua a sorseggiare il caffè guardando fuori dal finestrino. Non avrebbe mai pensato di dover parlare di lavoro con una ragazzetta tutta moda e copertine. Perché lo sta facendo? Semplice noia mattutina in attesa del suo massaggio delle 11.00.
   Quanto appena letto è solo l’ennesimo articolo che si è trovato fra le mani sulla Stewart e il risultato è sempre lo stesso: storcere il naso e sbuffare annoiato. Non ha mai stimato i classici bei visini da settimana della moda, anche se poi sono quelli con cui ama avventurarsi in sfrenate passioni. Per Dave, quel genere di ragazza non è adatta per fare affare ma per abbellire le strade della città, le pagine delle riviste e intrattenere in modo consenziente qualche miliardario annoiato di qualsiasi età.

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   Una volta aperte le porte dell’ascensore sui corridoi di Vanity Magazine è come se si fosse catapultato nel paese dei balocchi. Ovunque si gira vede gambe lunghe e tacchi a spillo, appendiabiti con vestiti che farebbero gola a qualunque donna, poster di copertine incorniciate con splendide modelle che per lo più Dave ha avuto il piacere di conoscere... intimamente; e, poco più in là, un ragazzo dall’espressione confusa che cerca di destreggiarsi con fogli, foto e post-it colorati appiccicati alle dita. L’uomo si gira un paio di volte su se stesso cercando inutilmente qualcuno che lo noti. Con passo svelto e scocciato si dirige verso il ragazzo che sempre più si sta trasformando in un block notes colorato e spaesato.

   «Scusami se ti interrompo, ma avrei un appuntamento…» Tommy si volta con il panico stampato in faccia che, misto alla confusione di poco fa, ha reso questo povero ragazzo vittima del suo stesso delirio. Resta imbambolato per qualche secondo fissando Dave.
   «Ti senti bene?» chiede l’uomo ormai visibilmente preoccupato per questo ragazzo.
   «Salve signor Nixon!», deglutisce a fatica, «No, signor Nixon. Dave Nixon!» cerca di staccarsi velocemente i post-it dalle dita, invano, per stringergli la mano. «È un piacere… no, è un onore conoscere un uomo del suo calibro. Signore!» gli porge la mano sudata e fredda con ancora un paio di bigliettini appiccicati sul
dorso.
   «Piacere mio…» si blocca con aria interrogativa.
   «Ah, To-To…», si schiarisce la voce, «Tommy»
   «Allora, caro Tommy, io non sono qui per caso. Quindi perché non mi dici dove devo andare così puoi tornare a fare…», guarda i post-it sparsi in giro e si mette le mani in tasca, «qualsiasi cosa tu stessi facendo», sorride amichevolmente.
   «Sì, certo. Devo giusto avere un appunto qui», si fa serio e comincia a rovistare tra i post-it e a girare e rigirare le pagine dell’agenda di Barbara. Dave si guarda la punta delle scarpe
nervosamente chiedendosi perché diavolo non abbia fatto venire al suo posto il suo assistente o, come in genere usa fare in questi casi, fare la solita telefonata sbrigativa e disinteressata dalla sua limousine. “Ecco cosa succede a voler
uscire dagli schemi” pensa mentre Tommy cerca di accedere agli appuntamenti dal computer di Barbara.

   «Ecco, lo sapevo!» esclama senza contegno leggendo sull’agenda elettronica, «la faccio accomodare nell’ufficio della signorina Kim Stewart poiché la signora Fox e Will non ci sono. Ma questo glielo avrà già detto Barbara ieri. In ogni caso l’ufficio della signorina Stewart è quello alle sue spalle», spiega con tono professionale mentre accompagna Dave e gli apre la porta.
   «Sai a che ora arriverà la signorina Stewart? Avrei una mattinata piena»
   «Oh, non si preoccupi. Kim Stewart è la puntualità fatta persona!», esclama sapendo di mentire, «vuole un caffè mentre aspetta?»
   «No, l’ho appena bevuto. Grazie.»
   «Va bene. Per qualsiasi cosa avesse bisogno, sono qui fuori.»

©️ Silvia Stoyanova 2019

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