Nuova vita

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Per problemi di lettura ho cambiato la punteggiatura dei dialoghi: invece delle << (non ricordo come si chiamano) userò le virgolette ( " ), ditemi se avrete ancora problemi a leggerli.                    

          Prologo parte 2

Gregori fece un sorriso angelico "anche perché tutte le tue cose sono già qui, a momenti dovrebbe arrivare anche il piano" spalancai gli occhi "eh?" Aaron incominciò a tossire, mi girai verso di lui "cosa?" mi rivolsi di nuovo verso il padre "eh?" il padre sorrise gentilmente "purtroppo io ora devo andare" Aaron ne approfittò e si alzò anche lui "vengo con te" alzai un sopracciglio, usai il nostro canale "eh no caro! Ora tu ti siedi e mi spieghi come mai le mie cose sono già qui". Vidi Aaron cercare aiuto con lo sguardo verso il padre e la madre, incrociai le braccia e sorrisi trionfante quando il padre scrollò le spalle e la madre alzò le mani. Aaron sospirò sconfitto e si girò verso di me, mi tese una mano e con la voce più tranquilla del mondo mi chiese di andare a fare una passeggiata, accettai la proposta e gli afferrai la mano "andiamo". Alcuni minuti dopo passeggiavamo nel boschetto dietro la casa, arrivammo davanti a un piccolo laghetto e Aaron si sedette a terra trascinandomi con sé. Eravamo fianco a fianco mentre ascoltavamo i suoni che gli abitanti del bosco emettevano, fui la prima a interrompere quel silenzio "allora mi spieghi come mai il trasloco è già stato effettuato?" lui si gratto la nuca "be ecco... Diciamo che Dalya e la mamma si erano fatte prendere dall'entusiasmo e avevano già radunato licantropi, valchirie, elfi e chi più ne ha più ne metta. In meno di un giorno hanno svuotato la casa, ho provato a fermarle ma quando si mettono in testa di fare qualcosa nemmeno l'Alfa può fermarle" rabbrividì al pensiero "è rimasto solo il piano perché sappiamo quando tu ci tenga e quindi mamma ha deciso di chiamare una ditta di trasloco" rimasi a bocca aperta mentre mi immaginavo tutte quelle creature entrare in casa mia e prendere i miei affetti personali, saltai in piedi rossa in viso, Aaron si girò verso di me allarmato "che è successo?" guardai male Aaron "la mia biancheria!" lui capì subito "siediti, delle tue cose...intime...se ne è occupata mamma" guardai Aaron che mi guardava calmo, mi risedetti a terra sbuffando "potevo anche occuparmene da sola". Aaron mi mise una mano sulla guancia e si avvicinò al mio viso, posò la sua fronte sulla mia  "non voglio che tu ritorni in quella casa" guardai i suoi occhi tristi e preoccupati, sorrisi per tranquillizzarlo  "devo comunque rientrare in quella casa"

"perché?" tolse la sua fronte dalla mia e si risedette di fianco a me, mi avvicinai e posai la mia testa sulla sua spalla "perché c'è il tuo regalo nascosto vicino al mio letto, ci sono libri e foto nascosti in vari posti della casa. Potrai venire con me se vuoi" alzai lo sguardo per guardare la sua espressione, lui si girò verso di me e annuì serio, poi tornò a guardare il laghetto, feci la stessa cosa. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto a guardare il laghetto, poi fu rotto dalla voce di Aaron "Lea, ti devo dire una cosa" mi raddrizzai, ora eravamo di nuovo faccia a faccia, Aaron continuò serio "ricordi della dichiarazione che ti feci al tuo compleanno?" annuii "come potrei dimenticarla?" lui sorrise "ti dicessi di non darmi subito una risposta, che ci avresti pensato e tu acconsentii" annuii nuovamente e lui continuò "ora vorrei sapere qual'è la tua decisione" mi prese una mano e se la portò alle labbra, baciò l'anulare e, ancora con le labbra posate sulla mano, alzò gli occhi e guardò dritto nei miei "Lea Altea vuoi essere la mia fidanzata?". Arrossii e gli occhi mi si inumidirono, annuii "s-si" lui sorrise sulle mie dita, poi alzò la testa e prese l'anello da una tasca, me lo mise al dito e lo baciò. Arrossii ancora di più se possibile, poi si avvicinò al mio viso e mi diede un dolce e meraviglioso bacio.

                                                                ****

Rimanemmo a parlare di cose stupide e serie per ore, parlammo di lui e di tutti i danni che fece quando era piccolo, poi mi raccontò della prima volta che si trasformò, rimasi incantata dall'aria di magia che trasparivano da quelle parole. Parlammo anche dei tempi in cui mamma era ancora viva, gli raccontai di quando all'età di cinque anni avevo quasi bruciato la cucina perché volevo preparare una torta con le bucce di noci, di quando costrinsi papà a giocare a cavalluccio per l'intera casa o di quando per natale mi regalarono Ciccio bello e a furia dei pianti che feci lo dovettero chiudere nell'armadio -Aaron a quel punto scoppiò a ridere mentre io misi il broncio facendo l'offesa, anche se ero rimasta imbambolata a guardarlo mentre rideva-. Ci accorgemmo che si era fatto tardi solo quando si fece buio e gli animali notturni iniziavano a risvegliarsi. Ci alzammo da terra contemporaneamente, Aaron mi prese per mano e ci incamminammo verso casa "davvero, che ti aveva fatto di male quel povero bambolotto?" guardai Aaron che ancora aveva le lacrime agli occhi, misi il broncio  "stava sempre lì a fare 'mamma' e a piangere, io ero gelosa della mia mamma...e poi l'ho odiato fin da quando è uscito dalla scatola, mi faceva senso" feci finta di rabbrividire, Aaron scoppiò nuovamente a ridere "povero" gli tirai un leggero pugno "non lo difendere! Quel bambolotto era diabolico" sentii la risata di Aaron aumentare "diabolico?" annuii seria "stava progettando di impadronirsi prima della mia famiglia e poi di tutto il mondo, dovresti ringraziarmi o a quest'ora eravamo tutti sotto il controllo di quel bambolotto" Aaron cadde a terra -letteralmente- per le risate mentre si teneva la pancia, misi il broncio e mi sedetti di fianco a lui, mi abbracciai le ginocchia e posai la testa sulle ginocchia, piegai la testa e osserva Aaron che, sempre sdraiato, si asciugava le lacrime. Un sorriso nacque sulle mie labbra mentre Aaron si sedeva di fronte a me, mi guardò per un istante e senza preavviso mi baciò, arrossii mentre lui si alzava. Mi porse una mano "vieni rientriamo" allungai la mia e gli afferrai la mano, mi alzai e Aaron incrociò le mie dite con le sue. Alcuni minuti eravamo dentro casa, la mamma ci corse incontro con un sorriso smagliante "è arrivato il piano" poi ci abbracciò "e auguri" la guardai stranita, lei indicò l'anello "stasera si festeggia!" e corse nella sala da pranzo, incominciando a chiamare a gran voce dei nomi. Mi girai verso Aaron "Aaron chi sta chiamando tua madre?" lui sospirò "i cuochi" sbattei le palpebre "cuochi?" ma fui interrotta da Kathe che si affacciò dalla porta "che sbadata! Lea preferisci qualcosa in particolare?" scossi la testa "no, qualsiasi cosa va bene". Mi sentii a disagio, non ero abituata a tutte queste attenzioni e non sapevo come comportarmi, ma di certo non potevo dirle che preferivo non festeggiare; le avrei rovinato l'umore. Aaron percepì il mio stato d'animo e si affrettò ad intervenire "mamma calmati!" mi trascinò con sè in cucina, guardai imbarazzata i cuochi che mi osservavano incuriosita "mamma fermati un attimo e ascoltami" guardai la faccia disperata di Aaron quando la madre non gli diede retta, troppo impegnata a dare ordine i cuochi. Aaron ispirò "mamma, pensa anche a come si potrebbe sentire Lea!" Kathe si bloccò e si girò verso di noi "hai ragione" sorrise "scusa Lea, mi faccio prendere troppo dall'entusiasmo" arrossii "scusa" lei si avvicinò e mi scompigliò i capelli "non ti devi scusare, hai perfettamente ragione, anche io mi sarei sentita a disagio" mi sorrise "e poi se c'è qualcosa che non ti va bene puoi dirlo tranquillamente" annuii "grazie" sorrise divertita "che ne dici se ora vai a vedere la tua nuova stanza?" annuii e Aaron mi trascinò con se, salimmo le scale e ci dirigemmo verso la sua stanza. Ma invece di aprire la sua porta Aaron aprì la porta di fronte, entrò e accese la luce, un grosso lampadario lussuoso,ma semplice allo stesso tempo, s'illuminò, Aaron si fece da parte e mi fece segno di entrare, entrai nella mia nuova stanza con occhi meravigliati. Un finestrone -che prendeva almeno tre quarti della parete di fronte alla porta e affacciava su un panorama mozzafiato- era incorniciato da tende color marroncino chiaro, erano pesanti e raffinate. Alla destra, rispetto a dove era la porta, vi era un letto a due piazze, la testiera era fatto di ferro battuto, con un tema delicato e raffinato, al fianco destro c'era un piccolo comodino con un'abat-jour, sulla parete sopra il letto e di fianco al finestrone c'erano dei piccoli scaffali. Sulla parete sinistra c'era un grosso armadio con ante ricoperte di vetro e al suo fianco una scrivania di mogano, mi girai dalla parte opposta del letto e il piano forte a coda risplendeva in tutto il suo splendore. Mi girai verso Aaron "è...è meravigliosa" lo abbracciai "grazie" lui sorrise "sono felice che ti piaccia" poi mi prese per mano e mi portò di fronte al piano "vorrebbe suonare per me mia lady?" fece un inchino e un baciamano, risposi con la riverenza "ne sarei onorata mio signore" feci per sedermi allo sgabello quando un gracchiare familiare mi interruppe a metà gesto, guardai fuori dal finestrone e intravidi Alan, andai ad aprire e il corvo voló dentro, si pose sulla testiera del letto e mi guardò offeso "perché mi guardi in quel modo?" lui chiuse gli occhietti e girò la testa di lato con fare offeso. Sorrisi e gli accarezzai la testa "ti sei preoccupato vero?" lui annuì "scusa, non lo farò più, mi perdoni?" lui aprì un'occhietto e mi scrutò. Finalmente annuì e sorrisi felice, mi alzai e Alan volò subito sulla spalla di Aaron che si era appoggiato alla parete, ritornai al piano e mi sedetti sullo sgabello. Guardai divertita Aaron, che in quel momento aveva un'espressione contrariata. Tornai a rivolgere la mia attenzione al piano; posai le mani sui tasti e 'Whisper' risuonò per tutta la stanza. L'ultima nota aleggiò nell'aria per poi sparire, sentii degli applausi provenire verso la porta, mi girai e vidi la piccola Dalya e i due genitori vicino la porta. Arrossii e guardai Aaron imbarazzata mentre lui mi guardava con aria meravigliata, Kathe si avvicinò alle mie spalle "wow, sei davvero brava" arrossii ancora di più se possibile ma accennai a un piccolo sorriso "grazie". Dalya mi corse incontro e fece il giro dello sgabello, la presi in braccio. Sorrisi intenerita mentre lei suonava la scala di do, poi si girò verso di me con un sorriso da angioletto, la guardai incuriosita "che c'è?"

Black Wolf (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora