- E' stata la scopata più eccitante di tutta la mia vita, cazzo! – Urlò a gran voce allargando le braccia e lasciandole scivolare dai braccioli della poltrona insieme alla schiena. – Non ho mai visto una femmina così! Credetemi amici, una come quella non te la scordi più, quando mi ha incontrato al magazzino m' è saltata al collo e non ha voluto più smettere. – Ivan scivolò ulteriormente dallo schienale, aveva l'espressione beata, con gli occhi trasognati che fissavano il tetto.
- Che puttanella! – Commentò Alekseij sghignazzando conquistato.
- E pensare che faceva tanto la schiva per mostrare le chiappe ai miei clienti. – Aggiunse Ruslan.
- Adesso puoi anche sbatterle fuori, Ruslan, ti ringrazio di averle trattenute per qualche giorno. –
- E' stato un piacere, amico, e d'altronde tu sai sempre come disobbligarti. –D'un tratto Ivan parve rapito da un pensiero e assorto si arrestò a ponderare, infine si rivolse a Ruslan domandandogli l'ennesima cortesia.
- Che ne dici se te ne sbarazzi domattina, Ruslan? Lascia che trascorrano la notte qui. – Il proprietario del nightclub si mise in piedi facendo per andare.
- Va bene, Vanja, sei fortunato perché stasera ho troppi da fari per mandarle via. – Quando l'uomo si allontanò, Alekseij ghermì Ivan per il braccio e lo redarguì con impeto.
- Ti ha dato di volta il cervello? Perché gli hai detto di mandarle via? Se lo fa, le perderemo di vista e quella ricompensa in denaro non sarà più nostra! –
- Mantieni i nervi saldi Alëša , la ricompensa è già nostra, l'annuncio sui notiziari è andato in onda poche ore fa', e io ho già contattato i genitori di Astrel, domattina all'alba manderanno una pattuglia di poliziotti a verificare se le mie informazioni sono corrette, e quando ciò accadrà, amico mio, quei bei soldini saranno tutti nostri. –
- Dunque non intendi dividerli con Ruslan? – Si sincerò Alekseij.
- Beh, magari una parte irrisoria. –
- Immagino che non gradirà la tua mossa, Vanja. –
-Beh, non è certo colpa mia se Ruslan è allergico ai telegiornali, sono arrivato prima io Alëša, questo è tutto. -
25 Fantasiosi erranti con magie suggestionanti.
Quella mattina la forza laboriosa del vento scacciò via le nuvole e le loro cromature fuligginose. Man mano che il cinereo si diradava su Mosca, gli albori del mattino sfolgoravano anticipando l'ascesa della stella diurna. Una volante della polizia con il lampeggiante spento e la carrozzeria umettata dalla rugiada sostò innanzi al locale di Ruslan. L'agente che sedeva sul lato passeggeri abbassò il finestrino dell'auto affinché la condensa sul vetro non gl'impedisse di scrutare all'esterno. L'uomo in divisa osservò l'ingresso del locale mentre il collega alla guida si sporse col busto verso il volante per osservare anch'esso fuori dall'auto. - Sì, è proprio qui. – Confermò l'agente del lato passeggeri aprendo la portiera – Bene, tu resta in macchina, mentre io andrò a verificare la situazione. –
Sui miei occhi arrossati e lievemente turgidi si rispecchiava il retaggio di una notte trascorsa fra l'angoscia delle lacrime. Mi sentivo particolarmente confusa quella mattina, se ripensavo alle ore precedenti, emozioni antitetiche, e perciò contrastanti, m'impedivano di mantenere un corretto equilibrio emotivo. La notte appena spentasi fu la più traumatica che ebbi mai vissuto. La raccapricciante paura che Ivan potesse raggiungermi al locale di Ruslan e ricominciare a giocare con il mio corpo m'impedì di chiudere occhio a lungo. Il ricordo orripilante di ciò che m'aveva fatto mi spinse a detestare perfino la mia stessa carne, a nutrire la necessità di dovermene separare, e l'impossibilità di compiere ciò, stava quasi per condurmi alla follia. E mi parve di rivivere le notti trascorse alla Liden, la clinica privata newyorchese in cui mia zia m'aveva reclusa a seguito del mio tentativo di suicidio. Ma lì, a ogni mio singhiozzo, a ogni mio lamento, c'era sempre un' infermiera di turno che con fare assonnato mi somministrava una buona dose di benzodiazepine, e auspicandosi che sortissero un rapido effetto tornava a sonnecchiare indifferente. Fino alla scorsa notte, solo l'inibizione del sistema nervoso centrale dovuta agli ansiolitici m'aveva sottratta alle crisi di panico, quando mandavo giù una di quelle pasticche della dimensione di un'arachide, mi abbandonavo a una sorta d'inerzia, apparivo placida e distesa, innocuamente mite. Forse, i medici della Liden erano persuasi che somministrandomi quelle bizzarre noccioline potevano lenire una sofferenza, o forse, sapevano bene che il principio attivo di quei farmaci non faceva altro che privarmi della forza di reagire, di dimenarmi e piangere fino a sfinimento. Gli effetti sparivano, sì, sparivano in fretta, ma la causa rimaneva lì, affogata dentro me, in cerca di un percorso alternativo ove incanalare la propria foga. Astrel fu la prima persona in assoluto a insegnarmi che la misteriosa potenza dell'amore potesse dissolvere qualsiasi dolore come cenere al vento. Alla mia paura cieca e irrazionale, scatenata dal solo pensiero che Ivan potesse tornare, Astrel non aveva risposto adagiandomi una pasticca sul palmo della mano e offrendomi un bicchiere ricolmo d'acqua, no. Lei fece del suo copro una coperta che soffice mi avvolse tutta, dal suo respiro ricavò nutrimento per sfamare le mie labbra smaniose, e dai suoi battiti quieti ricavò la mite melodia che condusse il mio cuore verso la serenità. Fu così che riuscii ad assopirmi per qualche ora sfumando i miei dolori nel sonno, ma il giorno appena giunto mi reclamò al cospetto della vita, e mentre Orfeo e i suoi sollievi dipartivano alla vista di Horus, io cercai in lei un po' di tenacia. Così, rimanendo seduta su quel letto sghembo in mezzo alla cantina, la osservavo muoversi intorno a me e con gli occhi l'amavo. Com'era delizioso il suo corpo appena fuori dalla doccia, tripudiante di goccioline e fasciato in un succinto asciugamani che ne celava appena il seno. E quanto ardore suscitava in me quel tocco rapido di gloss che rendeva lucide e invitanti le sue labbra, così come il pizzo rosa del suo slip. Amavo tutto di lei, l'amavo fin nel profondo dell'essenza, oltre l'anima, mai, mai avrei concesso a qualcuno di strapparmela via, mai!
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Melting Snow
RomanceUn collegio russo esclusivo, due studentesse che s'innamorano follemente... L'ambiente è ostile al loro amore, così Astrel e Svetlana fuggiranno via, vagando per la Russia. Il loro viaggio sarà un'avventura, un avvicendarsi d'incontri inaspettati, p...