12.Saluti

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Era l'ultimo giorno d'estate, il giorno in cui la maggior parte dei semidei del campo mezzosangue tornava alla propria vita mortale, tra scuola e famiglia e mostri occasionali.

Nico, non avendo nessuno da cui tornare, sarebbe rimasto lì. Avrebbe potuto andare a trovare Hazel, ma si era ripromesso di farlo a Natale, per farle una sorpresa.
In quel momento stava avendo un incubo, uno squarcio nel pavimento della mensa e lui che urlava disperato, sconvolto dalla morte della sorella Bianca, quando venne svegliato dal bussare della porta.

"Posso entrare?" Chiese una voce.

"Devi proprio?" Rispose.

Sentì la porta aprirsi, e si costrinse a mettersi seduto sul letto e a strofinarsi gli occhi per svegliarsi del tutto. Aveva la vista un pò appannata, ma di certo non fece fatica a riconoscere la figura magra e abbronzata che entrava piano e che gli veniva incontro.

"Posso sedermi?" Sussurrò quest'ultima.

"Oramai mi hai svegliato, tesoro, non credo tu possa fare peggio di così."

"Oh, andiamo, sono già le nove..."

"Bè, io mi sono addormentato alle due e ho avuto degli incubi, perciò se non ti dispiace-"

"Dai, Nico. Perfavore." Sembrava che non gli riuscisse facile parlare. Il figlio di Ade notò una nota di tristezza nella sua voce.

"Will, c'è qualcosa che non va?"

Il figlio di Apollo si sedette sul suo letto, vicino alle sue gambe, ma non rispose alla domanda.
Nico scostò le coperte e si sedette affianco a lui.

"Puoi dirmi tutto, lo sai." La voce del corvino si fece d'improvviso più dolce e gentile.
Will fece un sospiro tremante.

"Ho deciso... ho deciso che quest'anno tornerò a casa da mia madre."

Il sangue si gelò nelle vene di Nico.
Non sapeva cosa rispondere.

"Lo so che è una notizia dura da digerire." Continuò il figlio di Apollo;

"Ma è da un sacco di tempo che non la vedo e che non la contatto, e... voglio sapere se sta bene. Mi ha mandato una lettera, in cui dice che le manco e che avrebbe tanto voglia di rivedermi. Dice che è fiera di me. E non voglio deluderla."
Gli erano venuti gli occhi lucidi.
Una lacrima scese sulla sua guancia.

Nico lo capiva benissimo; anche lui aveva dovuto fare scelte difficili. Notava ed apprezzava lo sforzo che gli aveva richiesto quella decisione.

Gli prese una mano ed intrecciò le dita nelle sue, la sua pelle pallida in contrasto con l'altra abbronzata.
Anche se lui non aveva più una famiglia da cui tornare, si disse Nico, non significava che poteva forzare gli altri a stare con lui.

"Ehi, non c'è problema. Non preoccuparti per me, statò bene. L'importante è che tu timarrai al sicuro."

Will lo guardò negli occhi.
Forse non se n'era mai accorto, ma ogni volta che fissava quelle due macchie scure, il suo cervello entrava in uno stato di trance e veniva catapultato in un'altra dimensione.
Casualmente gli tornò in mente di una sera di un'infinità di tempo prima, in cui Nico gli aveva rivelato la sua sessualità. Allora gli era sembrato così piccolo e debole, in costante bisogno di qualcuno che l'accudisca.. come un cucciolo indifeso, che aveva perso i genitori e non trovava più la strada di casa.
Ed ora eccolo lì: ora era lui quello forte, mentre Will aveva bisogno di cure e rassicurazioni.
Il figlio di Ade era una persona nuova, più sicura, più felice, più forte. Era così orgoglioso di lui.

Si asciugò gli occhi e gli sorrise.

"Grazie, Nico. Grazie davvero."

Il figlio di Ade gli regalò un largo sorriso che lo riempì di gioia.

Brain freeze [solangelo fanfiction] COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora