10.Black Rose

1.1K 66 37
                                    

Nico invece sognò.
Sognò Ade, che stava provando in tutti i modi ad essere un buon padre.
Forse ci stava riuscendo.

Erano in un luogo buoio, Nico non vedeva niente. Poi sentì il suono di un fiammifero che si accendeva, e subito dopo la stanza venne illuminata dalla fievole luce di una candela.
Dapprima pensò che fosse il palazzo di Ade, ma poi si rese conto dell'assenza del trono fatto di scheletri.
Era assurdamente enorme: i muri erano nero inchiostro con alcuni dettagli viola.
Lui era seduto su un morbido tappeto di seta degli stessi colori.
Non c'era niente, tranne il tappeto su cui era seduto, un camino con del fuoco che scoppiettava ed una poltrona color porpora. Essa aveva i bordi dei manici in oro ed era ornata con dei fiori rossi.
Nico pensò che la scelta di quei colori fosse alquanto singolare.

Sul manico sinistro era poggiata la candela che stava illuminando quella specie di salottino, ma non era abbastanza per vedere la fine di esso.
Seduto sulla poltrona c'era il Dio dei morti, in sembianze umane, vestito con una camicia nera, una giacca grigio scuro e pantaloni dello stesso colore.
Aveva una cravatta viola, che Nico non lo aveva mai visto indossare.
A quanto pare il nostro Ade aveva un fetish nascosto per il colore viola.
Fatto sta che quest'ultimo schioccò le dita e un centinaio di candelabri dorati si accese per tutta la stanza.
Era enorme, e a malapena si scorgeva il soffitto.
Nico sapeva che suo padre lo faceva apposta per colpa della sua claustrofobia, causata dal suo essere rimasto intrappolato in uno spazio piccolissimo per più di tre giorni
(Storia lunga).
Questa cosa gli faceva piacere.
Ma quello che gli fece ancora più piacere era che Ade lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise.

Come lui, il Dio non sorrideva spesso, e quando lo faceva doveva essere VERAMENTE felice, o entusiasta, o orgoglioso, o insomma avete capito.

"Sono sollevato nel vederti così felice, figlio mio. È la prima volta che ti vedo così dopo... dopo Bianca."

Se avesse potuto, Nico gli avrebbe tappato quella boccaccia, ma non riusciva a muoversi.

"Quel figlio di Apollo è un vero e proprio miracolo. Ma non sono qui solo per questo."

Lo spirito di un dannato apparì dal nulla. Aveva in mano una rosa nera.

"I petali di questa rosa possono essere strappati e trasformati in qualsiasi cosa tu voglia, a patto che non siano più grandi delle dimensioni di una macchina. L'ho fatta progettare in modo che si possa ridurre ad una collana, così che possa essere facile da trasportare. I petali sono limitati, ma  c'è un modo per farli ricrescere.
Non posso dirtelo io, devi scoprirlo tu.
Oh, e non possono essere utilizzati a scopo personale, a meno che non ci si ritrovi in una situazione di vita o di morte. Lo so che può sembrare strano, ma non si può progettare un'arma troppo potente. Queste sono le regole."

Ade prese in mano la rosa, e quest'ultima si trasformò in una collana.

"Per farla diventare una collana, ti basta desiderarlo. Risponde solo a te. E, se per qualsiasi motivo la rosa verrà calpestata o rovinata, non si potrà fare più niente.
Sarà persa per sempre. Perciò, cerca di stare attento."

Strinse la collana nel suo palmo.

"Spero ti possa tornare utile in futuro. È molto potente."

Il sogno finì.

Nico si svegliò.
Si sentiva tranquillo.
Si chiese dove avesse potuto mettergli la collana, quando si accorse di una cosa fredda sul suo petto.
Si mise a sedere e si tolse il ciondolo per esaminarlo.
Era una pietra liscia e circolare; c'erano un cerchio nero e uno viola. Al centro c'era uno dei simboli di Ade:

Brain freeze [solangelo fanfiction] COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora