Timothy guardò verso l'uomo che lo aveva adottato e con cui viveva da nove anni. I capelli biondi di Vlad erano ancora arruffati e gli occhi azzurri (della stessa tonalità del cielo durante una giornata senza nuvole) erano assonnati.
«'Giorno, Timmy» lo salutò, per poi sbadigliare rumorosamente.
«Ehi Vlad» rispose il ragazzo, mentre afferrava un biscotto da un pacchetto aperto e lo intingeva nel caffelatte.
L'uomo si sedette al tavolo di fianco a Tim, che aveva preparato la caffettiera appena si era svegliato, lasciando una tazza per Vlad.
In silenzio, i due finirono la loro colazione. Poi l'uomo sbuffò e si passò una mano a stropicciare la faccia.
«Tra quanto i maghi dovrebbero essere qui?» chiese Vlad.
«Mezz'oretta. Ho controllato tutto e non manca niente. Le valigie sono già chiuse» rispose Tim, alzandosi per andare a mettere la tazza sporca nel lavello.
Vlad grugnì, poi sbottò: «Erano anni che non mi svegliavo ad un orario tanto indecente!»
«A Londra adesso sono le undici, mentre qui sono solo le sei di mattina...» disse Tim, come a sottolineare il fatto che non fosse mica colpa dei maghi se la differenza del fuso orario fosse di ben cinque ore. Perché loro non vivevano a Londra o in Inghilterra, ma a New York.
Dopo l'incontro con il Ministro della Magia inglese -Cornelius Caramell- e il signor Crouch e quel Ludo Bagman, tutti loro avevano solennemente promesso di non fare parola con nessuno del mondo magico. Ovviamente, come già era stato sottolineato da Vlad, nessuno di loro aveva intenzione di farlo per poi finire in un ospedale psichiatrico.
Tim era rimasto sorpreso della prontezza del suo tutore nel recepire l'informazione che "la magia esiste", capirla e saperla affrontare come qualsiasi altra cosa. Ma Tim sapeva quanto Vladimir fosse un uomo singolare e, quando ne riuscirono a parlare da soli, il ragazzo capì perfettamente l'importanza di quel viaggio nel mondo magico.
Mentre Vlad era in bagno a darsi una sistemata, Tim controllò di nuovo che ci fosse tutto, poi si sedette sul divano del salotto.
Il suo tutore lo raggiunse poco dopo, piazzandosi in piedi davanti a lui.
«Bene. Le solite regole che sai, valgono anche nel mondo magico. Non fare stupidaggini mentre sei via. Tutto chiaro?» domandò Vlad, con voce dura.
«Sì, signore» rispose Tim in un soffio.
Il campanello del loft trillò e Vlad andò ad aprire la porta d'ingresso.
Un uomo alto e calvo si presentò come un membro del Magico Congresso degli Stati Uniti d'America. Tim si mise lo zaino in spalla -a cui era fissato il suo amato skateboard- e trascinò la valigia verso la porta.
L'uomo gli sorrise e si presentò.
«Ciao, io sono Simon e sono un fan dei The Cursed Children» disse.
«Ah! Wow, grande! Anche a me piacciono molto!» esclamò Tim.
Simon scoppiò a ridere, infine lo aiutò con la valigia.
Il ragazzo si voltò verso Vlad, che gli mise una mano sulla spalla e lo osservò. «Il primo Natale separati...» sussurrò.
Tim abbozzò un sorriso, mentre Vlad lo circondava in un caldo abbraccio.
«Torna da me, Timmy...» gli disse Vlad, dopo avergli lasciato più spazio.
«Sempre» rispose il ragazzo, guardandolo negli occhi.
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The Secret Boy
FanfictionFF ispirata al mondo di Harry Potter. New York, 2008. Timothy è un ragazzo di quattordici anni dai capelli neri e gli occhi azzurri, vive con Vladimir Volkov, ovvero l'uomo che lo salvò da morte certa quando lui era solo un bambino di cinque anni...