L'oro di Asgard (Parte II)

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[ SIGYN ]

Sorridere forzatamente non era mai stato così faticoso. Tentavo di ascoltare, ma le mie orecchie sembravano chiudersi a ogni parola. Thor mi aveva introdotto all'interno della sua compagnia formata dai Tre Guerrieri e la bella Lady Sif, la quale non aveva mostrato per tutto il tempo che altrettanti sorrisi nervosi e intermittenti.

Eravamo tutti pessimi attori, inclusa me stessa.

Avvertivo in maniera eccessiva il disagio che tutti provavano nell'avermi accanto, proprio perché rappresentavo un'estranea che presto o tardi sarebbe diventata la futura regina di Asgard.

Non potevo certo biasimarli.

Stanca ormai di racimolare attenzione, rivolsi lo sguardo verso colui che era stato lasciato a se stesso o che spontaneamente si era tirato fuori dalla festa.

Loki, il principe dagli scuri capelli, così come mio padre lo aveva designato, era rimasto in piedi accanto a una delle colonne della sala. Teneva in mano un bicchiere di idromele e lo rigirava tra le mani a lungo, forse in attesa che la serata volgesse al termine il prima possibile.

Dunque, mi congedai con il consenso del mio futuro sposo e mi avvicinai a suo fratello con passi lenti e misurati.

"Siete stato l'unico a non avermi accolto" suonò come un rimprovero, ma in realtà la mia intenzione era quella di aprire una conversazione.

Mi ero avvicinata a Loki tenendo le mani conserte e mi affiancai a lui per poter avere l'intera visuale della festa a mia disposizione.

"Ricambio semplicemente l'accoglienza del nostro ultimo incontro."

"E anche primo, se non erro. Siete rancoroso?"

Rimasi stupita dal fatto che non volle rispondere a quella domanda, ma che anzi finse di non aver colto la provocazione, perché di tanto si trattava.

"Non ditemi che siete già terribilmente annoiata dal vostro futuro marito?" Questa volta fu lui a mettermi sotto scacco.

Non mi tirai indietro poiché non avevo timore di dimostrare agli altri ciò che pensavo. Mia madre mi aveva cresciuta con l'idea che l'onestà e la lealtà mi avrebbero condotta sulla strada giusta da prendere, nonostante poi lei stessa aveva deciso di non seguire i suoi stessi insegnamenti.

"No, affatto. Semplicemente i racconti di guerra non sono allettanti per una giovane fanciulla che ha visto il proprio regno cadere ai piedi di mostri senza pietà."

Notai il modo in cui Loki strinse le labbra con forza, come a voler trattenere una risata di fronte a quella considerazione.

Suo fratello amava narrare le proprie avventure e quelle dei Tre Guerrieri a chiunque fosse pronto ad ascoltarle, era il suo vanto quello di dimostrare agli altri il proprio valore sul campo di battaglia.

"Cosa vi fa credere che invece la mia compagnia possa risultare più allettante?" utilizzò di proposito il mio stesso termine e allungò lo sguardo verso di me, mentre teneva le braccia dietro la schiena che incurvò appena per poter cercare il mio sguardo.

Non mostrai paura di indugiare nei suoi occhi verdi e mi limitai a stringermi nelle spalle come se quella fosse una considerazione del tutto normale.

"Siete rimasto in disparte per tutta la sera e sembravate piuttosto divertito da ciò che stava accadendo intorno a voi. Ne deduco perciò che la vostra sia una compagnia interessante. Chi apprezza la semplicità deve avere molta intelligenza."

"Come se si potesse soppesare una cosa simile..." mi schernì, ma io mi ostinai a non indietreggiare.

"Però ho ragione: non avete ancora raccontato nulla riguardo le mirabolanti avventure che avete avuto la fortuna di vivere."

Insistetti ancora una volta e Loki strinse il pugno della mano con forza, prima di inumidire le labbra e sorseggiare l'ultimo goccio di idromele.

"Lascio quel compito a mio fratello: non mi elogio mai da solo."

"E nessuno lo fa mai per voi?"

"Siete irrimediabilmente fastidiosa, Lady Sigyn. Vi pregherei di rimanere al vostro posto e smetterla di riempirmi di domande. Non sono io l'uomo con cui convolerete a nozze e non ho alcuna intenzione di accollarmi un simile supplizio."

Le sue parole tagliarono di netto la conversazione, poi si allontanò di gran passo per lasciarmi da sola in un vuoto silenzioso.

In quel momento non potei comprendere il motivo di tanta rabbia improvvisa, ma di certo aveva rispecchiato il principe di cui avevo memoria. Egocentrico, come il fratello. Ma in maniera irrimediabilmente diversa.

La mia improvvisa solitudine fu poi cancellata dall'arrivo delle dame che sarebbero rimaste solo fino al mio matrimonio.

**

Le mie camere traboccavano di ricami dorati, degne di una principessa. Non ero abituata a uno sfarzo così eccessivo e alla preoccupazione che vi era dietro nel volermi rendere lieta di trovarmi in quel luogo del tutto sconosciuto. Mi guardavo intorno e non riconoscevo nulla di mio, nulla che mi appartenesse. Soltanto la presenza di Ygritte mi rassicurava, soprattutto nel momento in cui mi sciolse i lunghi capelli biondi per districarli dai nodi come era solita fare ogni sera.

Non ebbi modo di intavolare una conversazione, troppo presa dal comportamento che Loki mi aveva riservato.

Quando sarebbe stato il momento adatto per rivelare la mia maledizione?

"Sei molto silenziosa questa sera, Ygritte."

Avevo notato un sorriso affiorare sulle sue labbra rosse, per tutto il corso della serata non avevo avuto modo di scambiare con lei nemmeno uno sguardo.

"Perdonatemi, Lady Sigyn, ma il viaggio è stato lungo e non sono abituata a tardare così tanto l'ora del riposo. La festa in vostro onore è stata deliziosa!" La felicità nella sua voce mi riscaldò l'animo e non potei che condividere almeno un po' di quel sorriso solare.

"Sono felice che tu sia riuscita ad integrarti a corte, non potrei chiedere di meglio."

"Vi ringrazio, mia signora. Inoltre..."

Non mi era mancata l'intuizione che dovesse esserci dell'altro.

"Ho avuto occasione di conversare con un gentiluomo affascinante. Credo che si chiamasse Fandral, se la memoria non mi inganna" il sospiro appena trattenuto di Ygritte valse quanto i suoi sguardi sognanti.

La osservai all'interno dello specchio con dovuta attenzione e sospinsi i pensieri verso Fandral, uno dei compagni del mio futuro sposo. Fandral, lo spadaccino migliore di tutti i Nove Regni. Non mi ero ancora creata un'idea precisa di lui, ma avevo notato il richiamo che possedeva tra le giovani fanciulle e Ygritte probabilmente si era comportata al medesimo modo.

Mi decisi a non ostacolare il suo interesse e preferii farmi da parte, lasciando che potesse imparare da sé ad affrontare simili situazioni.

"Credo di aver compreso a chi appartenga l'appellativo di 'gentiluomo affascinante'" le sorrisi mesta.

"Come lo è il vostro futuro sposo, non credete Lady Sigyn?" mi osservò allo specchio lanciandomi uno sguardo carico di entusiasmo che io non riuscii a condividere.

Lo era, su questo non c'era dubbio. Thor possedeva tutte le qualità che una donna avrebbe potuto desiderare, ma al tempo stesso vi era qualcosa che mi allontanava. Di lui avevo notato principalmente l'arroganza e il modo egocentrico di imporsi sugli altri, ma non potei evitare di affidargli anche il possesso di un cuore leale e sincero. Mi limitai ad annuirle.

"Di certo si differenzia molto da suo fratello: pare che non sia benvoluto a corte."

Sollevai gli occhi su Ygritte, voltandomi verso di lei e lasciando che le ciocche di capelli ricadessero sulle spalle.

"Per quale motivo?"

"Non sono ancora riuscita a comprenderlo. Temo che sia dovuto al suo carattere particolare, o al fatto che abbia ereditato i poteri magici di sua madre. Ammetto che quando ho incontrato il suo sguardo ho provato un brivido di timore. Per voi non è stato lo stesso, Lady Sigyn?" mi domandò ingenuamente prima di legare la lunga chioma bionda in una treccia.

"È il timore verso coloro che riescono a comprendere i tuoi pensieri senza che tu dica nulla."

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