Il ballo...del cambiamento?

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("Cazzo, Cazzo, Cazzo! Sono quasi le 20:00 e sono ancora ai 4 Canti. Devo sbrigarmi."), pensai, guardando l'orologio.
Era il giorno del ballo.
Non potevo correre, come avrei fatto di solito quando mi chiedeva di uscire con lei, perché ero vestito in tiro ed avrei rovinato lo smoking ed avrei sudato. Decisi di optare per una camminata veloce.
Arrivai, imprecando, alle 20:15 davanti casa sua e suonai il campanello.
- "Si...?", sentii rispondermi.
- "Sono Cristian, aspetto Darcy", risposi.
- "Ahhh, si hihihihi...arriva subito", mi disse di rimando.
("È la sorella, ovviamente"), pensai roteando gli occhi.
Attesi qualche minuto e la porta si aprì.
Mi aspettavo Darcy, ed invece apparve suo padre.
("Porca troia...non dirmi che non ha detto nulla a loro"), iniziai a pensare.
- "Entra", mi comandò.
- "Si, signore...", dissi ed entrai.
("Ma perché non gliel'ha detto! Oh Darcy, te l'ho sempre ripetuto che voglio che parli con loro quando decidiamo di fare qualcosa"), mi disperavo mentre salivo le scale ed entravo a casa loro.
- "Siediti", mi disse il padre.
Mi sedetti.
("Oh...mi vuole fare il discorso"), pensavo mezzo esasperato.
- "Guardi che non c'è bisogno di...", provai a dire.
- "Dunque, queste le regole: niente alcol, si torna a casa appena finisce il ballo e soprattutto non allungare le mani", mi sovrastò lui, "INTESI?"
- "Si, signore, non si preoccupi", risposi.
("Ok che accetto il confronto, ma c'era davvero bisogno? Non sanno nemmeno che ci siamo baciati"), pensai irritato.
E mentre il padre si preparava per uscire, ("eh certo, ci accompagna lui ovviamente"), mi lamentavo, si aprì una porta ed uscì lei.
Mi si allargarono le pupille degli occhi nel vederla.
Abituato ad un suo vestiario 'maschile', trovarla in un capo così fine ed elegante e 'femminile' era uno spettacolo.
- "Wow...", dissi.
- "Ehi, non sbavare", mi sentii dire dal padre che mi schioccò due dita davanti agli occhi.
- "Papà, smettila", disse Darcy, divertita dalla scena.
Mi dovetti riprender, per davvero. Mi sistemai per l'ennesima volta lo smoking ed insieme a padre e figlia mi diressi alla macchina per andare al ballo.
Cinque minuti di macchina ed il padre si fermò davanti ad una piazza.
Darcy scese e stavo per seguirla, quando il padre mi fermò. ("Che altro ci può essere?"), pensai rassegnato, ("Non mi vuole proprio fare andare").
- "Darcy, attendi qualche minuto che finisco un discorso con il baldo giovane", disse il padre, "Divertiti".
E mentre Darcy si allontana, mi immaginavo suo padre che chiudeva la portiera della macchina e mi puntava una pistola alla tempia.
- "Dunque, giovanotto, tutto chiaro il concetto?", mi domandò.
- "Si signore, la sua rosa delicata non subirà alcun torto e sarà a casa dopo il ballo", risposi.
- "Bene. E mi raccomando, se ci sono problemi ti spezzo in due", mi minacciò.
("Ahhh, la tipica minaccia genitoriale; mancava solo lei"), pensai.
- "Posso andare?", chiesi.
- "Buona serata", disse come se fossimo amici.
Uscii dalla macchina e mi venne un brivido. ("Ma perché devono essere così"), pensai.
Nel frattempo mi incamminai verso il centro della piazza.
- "Allora, è stato troppo duro con te?", mi domandò Darcy.
("Mi ha solo minacciato, fai tu"), pensai ma dissi altro: - "Nooo, mi ha fatto le solite raccomandazioni.
Così, presi la sua mano ed iniziammo la serata.

Darcy, la Lupa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora