La sfilata sarebbe cominciata dalla piazza principale, io aspettavo nella zona sottostante della borgata; era sera, l'oscuro cielo invernale si stendeva sul paese attorniato dalle alte montagne; queste avevano nascosto anzitempo il sole e sembrava già notte fonda.
San Nicola sarebbe passato per le vie del villaggio distribuendo regali ai bambini. Esseri demoniaci chiamati Krampus, lo avrebbero accompagnato; questi personaggi contrapposti, erano la chiara rappresentazione del bene e del male.
I Krampus avrebbero tentato di impedire che san Nicola dispensasse i doni.
Ero venuta in vacanza in questo bellissimo paesino da presepe, circondato dalla neve, a trovare mia sorella con suo marito e la mia unica e prediletta nipotina Beatrice.
Avrei passato un bellissimo natale.
Battei i piedi a terra per riscaldarmi, la mia mano guantata stringeva quella piccola di mia nipote.
"Hai freddo?" le chiesi, emettendo una nuvoletta di vapore.
Il faccino di Beatrice era rubicondo, gli occhi le brillavano per l'eccitazione. Scosse il capo, sorridendomi.
Mi strinse forte la mano e si avvicinò a me, mentre puntava lo sguardo in fondo alla via.
Devo ammettere che i Krampus, illuminati dai lampioni, erano molto inquietanti: i manifestanti indossavano dei costumi cuciti superbamente.
Erano uomini dall'aspetto caprino, lunghe corna sulla testa, occhi brillanti e viso con espressione cattiva.
Giravano con bastoni di legno e picchiavano, in maniera teatrale, chi si trovava nelle loro vicinanze.
"Non aver paura." la rassicurai.
"Voglio mamma!" esclamò intimidita.
"Mamma è rimasta a casa a preparare la cena, papà lavora, ci sono qua io. È tutto finto, non ti devi spaventare. Ecco il carro di san Nicola!"
Presi la piccola tra le braccia per permetterle di vederlo meglio.
Il santo indossava cappello e mantello porpora, un vestito e guanti bianchi, parrucca e barba posticci , ricci e canuti.
D'un tratto scese dal carretto, pensai che volesse avvicinarsi ai bambini per salutarli, invece si fece largo tra la folla e scappò via, inghiottito dall'oscurità di un viottolo secondario.
I Krampus iniziarono ad agire stranamente, la gente fu colta dal panico e cominciò a gridare e fuggire terrorizzata.
Fui travolta, spintonata dalle persone e caddi a terra con Beatrice.
Persi i sensi; quando mi riebbi, la via era spopolata, mia nipote non era più con me, c'era mio cognato.
"Beatrice è con te? Sta bene?" chiesi angosciata.
"Sono scomparsi tutti i bambini, stiamo rastrellando l'intera area, è sconcertante questa sparizione di massa di soli bambini.
"Mi dispiace, avrei dovuto..."scoppiai a piangere, mentre mi alzavo da terra sentii dolore a tutte le membra.
"Vengo con te a cercarla."***
Rintracciammo tredici bambini, riuniti in cerchio, nel bel mezzo di un boschetto, il resto dei fanciulli non fu mai ritrovato.
Beatrice era una di loro.
Una superstite.***
Quell'anno festeggiammo mestamente il natale e ci ritirammo presto nelle nostre camere.
Io non riuscivo ancora a prendere sonno; mi raggiunse Beatrice, si sdraiò abbracciandomi.
"Ti voglio bene, mamma."
"Sono zia." replicai carezzandola.
Lei mi fissò; giuro che per un attimo le sclere dei suoi occhi divennero completamente nere.
Mi ritrassi.
"Chi sei tu?"