La Collana

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Adoravo quei mercatini di natale, gli addobbi, le luci colorate, la musica natalizia; tutto mi faceva ritornare bambina, immersa in un mondo magico.
Mi trovavo in un piccolo paese di montagna del sud Tirolo con casette di legno e neve candida, un tipico paesaggio da presepe.
Le bancarelle esponevano giocattoli, decorazioni natalizie, candele, festoni .
Un oggetto in particolare attirò la mia attenzione: una collana con il laccetto in caucciù ed una goccia d'ambra su cui era dipinto a mano un Troll.
Lo presi tra le mani ammirando il pendente che oscillava avanti e indietro, poi lo porsi alla venditrice chiedendole il prezzo.
Quando la commerciante vide la collana, strabuzzò gli occhi e l'afferrò tirandola con forza verso di se.
"Non è in vendita, credevo di averla buttata via, invece è andata a finire sulla bancarella!"
Io stringevo l'oggetto tra le dita, risoluta a non perdere quel cimelio.
"Me la venda!" ribadii.
"No! È un oggetto malefico, devo disfarmene."
La mia sfacciataggine ed insistenza la fecero capitolare.
"Questa collana ha portato tante disgrazie nella mia vita, io l'ho avvertita: sarebbe meglio gettarla nella spazzatura."
"Quanto le devo?" replicai
"Non voglio nulla, solo ricordi le mie parole!"
Questo fu il monito.
Era una perla stupenda, notai sì, che il troll dipinto, a differenza dei soliti gnomi, non sorrideva bensì aveva una faccia cattiva, però ne ero letteralmente innamorata e non potevo credere alle parole superstiziose di quella donna.
Finite le vacanze tornai a casa, al solito tran tran; iniziai ad avere male all'orecchio sinistro, poco a poco la situazione peggiorò: arrivai ad avere un otite emorragica, malgrado le cure, il mio orecchio non migliorava. Ancora adesso ho problemi d'udito dalla parte sinistra.
Un mattino Pucci, il mio gatto soriano dal pelo lungo, non venne a salutarmi per farsi dare la crocchetta, fatto eccezionale per lui, così andai a cercarlo.
Lo trovai in salone, disteso sul tappeto, pareva dormire invece era morto.
Qualche giorno più tardi mio fratello maggiore venne a chiamarmi :
"Devo andare a Ro* in macchina, vuoi venire con me?"
Non so cosa mi spinse a rifiutare, non avevo alcun motivo per ricusare l'invito, solo un brutto presentimento che era partito dal mio cuore e che mi aveva impedito di accettare.
In giornata ricevetti una telefonata: mio fratello era stato tamponato da un autobus, che aveva sfondato la parte destra della vettura, il lato passeggeri.
Se avessi deciso di recarmi a Ro* con mio fratello, non starei qui a raccontare la mia storia.
Cominciai a credere sul serio che la donna avesse ragione; eppure non riuscivo a disfarmi di quella splendida collana che portavo perennemente al collo.
Altri fatti spiacevoli continuarono a susseguirsi, fino a che, seppur a malincuore, decisi di dividermi da lei.
Un giorno andai a casa di un'amica e le chiesi di accompagnarmi a buttare via la collana.
Ci dirigemmo in periferia, raggiungemmo un campo abbandonato; lì la gettai, sparì tra le erbacce alte.
Poco a poco le cose migliorarono, anche il mio orecchio si cicatrizzò.

(Esperienza reale)

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(Esperienza reale)

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