Come al solito eccomi qui di corsa, nel più grande centro commerciale della città per gli acquisti natalizi.
Ogni anno mi riduco all'ultimo momento, non ho idea di cosa comprare ma i numerosi negozi delle gallerie al piano terra e al piano superiore espongono prodotti interessanti, ai prezzi più svariati.
M'incammino lungo la galleria in cui c'è la pista di pattinaggio, c'è poco spazio, senza farlo apposta, la gente mi spintona; odio trovarmi in mezzo alla folla.
Mi allontano verso i bagni voglio rinfrescarmi, la temperatura degli ambienti è superiore ai ventidue gradi, qui il corridoio è meno affollato.
Ho fatto appena in tempo a distaccarmi dalla calca, all'improvviso sopraggiungono urla, vedo persone che corrono e si travolgono l'un l'altro.
Sento spari di pistola, il grosso albero di natale, allestito in mezzo al centro commerciale, cade rovinosamente su un lato, investendo la gente.
Sembrano tutti impazziti, adesso noto che si stanno azzannando e cosa ancora più sconvolgente: c'è un uomo imbrattato di sangue che si dirige verso di me.
Digrigna i denti mostrando lembi di carne fresca che penzolano dagli interstizi dentali.
Le pupille sono dilatate, quasi del tutto nere, gli occhi iniettati di sangue, la pelle grigiastra; cammina lentamente tenendo le braccia in avanti, nel tentativo di acciuffarmi.
Mi pare uno zombie, io non ho mai amato questo genere horror, però oltre a ricordare che questa creatura è lenta di comprendonio, mi sovviene un'altra particolarità: la paura del fuoco.
Estraggo dalla tasca del cappotto, il mio accendino e do fuoco al depliant del supermercato che mi ero portata dietro (avevo cerchiato con la penna alcuni articoli da regalo. Imperdibili!!!).
L'espediente funziona a meraviglia, il mostro si allontana spaventato, grugnisce, si lamenta come un bambino piccolo.
Ma...
"Ahia! Che male!"
Alle spalle è sopraggiunto un moccioso che a cavalcioni, si aggrappa a me e mi morde il collo.
Il depliant si è bruciato del tutto, diventando nero, parte di esso si è sfaldato in piccoli fiocchi, che come la neve, fluttuando dolcemente, si sono posati sul pavimento e sulle mie scarpe.
Cerco di scrollarmi la piccola peste di dosso, intanto l'uomo si avvicina di nuovo a me, con le braccia alzate.
Ma quanti sono? Altri zombies escono dal bagno, tutti vengono verso di me, mi stanno accerchiando.
"No!" urlo "State lontani! No! Andate via!"
Mi sbraccio per cercare di allontanarli ma sono tanti, troppi.
"Nooooooo!"***
Un mese dopo.
"Porcaccia la miseriaccia!" esclamo mentre controllo il mio aspetto allo specchietto da borsa.
"Se penso che in vita ero una vegana convinta! Adesso conduco un programma di cucina, solo con ricette di carne." penso.
"Inizia la diretta!" dice una voce dalla regia.
"Buonasera e benvenuti ad una nuova ricetta: carpaccio di cervello. Consiglio di usare il cervello di bambino, è così tenero; lo tagliate a fettine molto sottili, lo condite con olio, sale, pepe, limone. Una vera bontà! Per oggi è tutto, ci rivediamo domani alla stessa ora, stesso canale, nella mia trasmissione:
"I menù di Maledetta Parodi".
Buon proseguimento di giornata!"