Capitolo 3

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Pessima bugiarda

I suoi occhi navigano per un istante sul mio viso, fino a scendere lungo il mio corpo, ma con una tale velocità da non farmi sentire per nulla al mondo in imbarazzo e mi viene da sorridere appena il ragazzo sembra domandarmi di uscire con lui. Poi però le sue labbra si socchiudono appena, i suoi occhi fissi su di me non attengo altro che una risposta e non so per quale ragione la mia mente inizia a pensare a come sarebbe poter avvicinarmi di più a lui e poter assaporare quelle sue labbra rosate, infilare le mani tra quei capelli biondi e scoprire cosa si nasconde dietro l'iride di ghiaccio di questo ragazzo misterioso.

<devo prenderlo come un si?> alza appena un sopracciglio.

<si.. cioè no! è che devo fare un'infinità di cose e non credo di avere del tempo adesso, sempre se non mi vuoi accompagnare, in tal caso appena ho finito tutto, sarò pronta per un appuntamento> sorrido a sua volta, appena nota quanto potere abbia nel farmi imbarazzare.

<non è che abbia molto da fare, quindi sarà sicuramente un piacere> si allontana leggermente da me e si infila le mani in tasca, osservandosi nuovamente intorno.

<aspetti qualcuno?> domando io subito dopo, notando il suo sguardo allarmato.

<no, è solo che non vado pazzo per i luoghi affollati> alza di poco le spalle riportando i suoi occhi su di me, che in tanto mi avvicino alla strada per fermare uno dei taxi.

<e allora cosa ci fai in questa città!> ridacchio appena, aprendo la portiera dell'auto che si ferma accanto a noi.

<me lo sto chiedendo anch'io..> lo sento sussurrare qualcosa talmente a bassa voce, che preferisco non aggiungere altro, anche se mi piacerebbe scavare più a fondo su chi questo ragazzo possa davvero essere.

<salve, Barnes & Noble, 5th Avenue tra la 45^ e 46^ Street, grazie> mi affaccio tra i sedili davanti per dire la destinazione al tassista, che subito parte verso la nostra direzione.

<B-Barnes?> chiede il ragazzo guardando verso il finestrino, come se volesse nascondere il suo viso, ma le sue mani sono strette in un pugno e la sua mascella sembra irrigidita da questo nome.

<si, è una biblioteca non molto distante da qui.. devo ritirare dei libri e restituirne degli altri> apro la borsetta che per tutto questo tempo ho tenuto su una spalla e prendo uno dei libri, tanto che riesco a riacquisire l'attenzione di Sten.

<ti interessa la seconda guerra mondiale?> domanda lui leggendo il titolo del volume che tengo tra le mani e quando noto che sembra interessato glielo porgo, infatti il ragazzo lo apre all'istante ed inizia a sfogliarlo con delicatezza, come se le pagine fossero fatte di carta velina.

<diciamo che ne sono affascinata, ma l'ho dovuto leggere perché tra poco devo dare un'esame, sempre se mi voglio laureare> e qui non riesco a trattenere un sospiro. < è stato abbastanza carino come libro, ci sono anche molte testimonianze di ragazzi tornati a casa dopo aver attraversato l'inferno ed alcune meno violente, come quella di un certo Stark>

<Stark?> ripete lui, questa volta alzando lo sguardo verso il mio.

<si, ho letto che è riuscito a sviluppare e sperimentare nuove armi e tecnologie già da bambino, insomma un vero genio, se non sbaglio doveva chiamarsi..>

<Howard Stark> pronuncia subito dopo lui.

<lo conosci?> chiedo incuriosita, mentre rimetto il libro al suo posto.

<si, tempo fa ho lavorato con... voglio dire che ho letto un libro anch'io, dove Stark ha partecipato ad una specie di esperimento, ma di certo non bisogna credere a tutto quello che scrivono> si passa una mano fra i capelli e li tira appena in modo nervoso, come se volesse riproverarsi per qualcosa che ha detto.

Portami ovunque tu siaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora