Pessima bugiarda
I suoi occhi navigano per un istante sul mio viso, fino a scendere lungo il mio corpo, ma con una tale velocità da non farmi sentire per nulla al mondo in imbarazzo e mi viene da sorridere appena il ragazzo sembra domandarmi di uscire con lui. Poi però le sue labbra si socchiudono appena, i suoi occhi fissi su di me non attengo altro che una risposta e non so per quale ragione la mia mente inizia a pensare a come sarebbe poter avvicinarmi di più a lui e poter assaporare quelle sue labbra rosate, infilare le mani tra quei capelli biondi e scoprire cosa si nasconde dietro l'iride di ghiaccio di questo ragazzo misterioso.
<devo prenderlo come un si?> alza appena un sopracciglio.
<si.. cioè no! è che devo fare un'infinità di cose e non credo di avere del tempo adesso, sempre se non mi vuoi accompagnare, in tal caso appena ho finito tutto, sarò pronta per un appuntamento> sorrido a sua volta, appena nota quanto potere abbia nel farmi imbarazzare.
<non è che abbia molto da fare, quindi sarà sicuramente un piacere> si allontana leggermente da me e si infila le mani in tasca, osservandosi nuovamente intorno.
<aspetti qualcuno?> domando io subito dopo, notando il suo sguardo allarmato.
<no, è solo che non vado pazzo per i luoghi affollati> alza di poco le spalle riportando i suoi occhi su di me, che in tanto mi avvicino alla strada per fermare uno dei taxi.
<e allora cosa ci fai in questa città!> ridacchio appena, aprendo la portiera dell'auto che si ferma accanto a noi.
<me lo sto chiedendo anch'io..> lo sento sussurrare qualcosa talmente a bassa voce, che preferisco non aggiungere altro, anche se mi piacerebbe scavare più a fondo su chi questo ragazzo possa davvero essere.
<salve, Barnes & Noble, 5th Avenue tra la 45^ e 46^ Street, grazie> mi affaccio tra i sedili davanti per dire la destinazione al tassista, che subito parte verso la nostra direzione.
<B-Barnes?> chiede il ragazzo guardando verso il finestrino, come se volesse nascondere il suo viso, ma le sue mani sono strette in un pugno e la sua mascella sembra irrigidita da questo nome.
<si, è una biblioteca non molto distante da qui.. devo ritirare dei libri e restituirne degli altri> apro la borsetta che per tutto questo tempo ho tenuto su una spalla e prendo uno dei libri, tanto che riesco a riacquisire l'attenzione di Sten.
<ti interessa la seconda guerra mondiale?> domanda lui leggendo il titolo del volume che tengo tra le mani e quando noto che sembra interessato glielo porgo, infatti il ragazzo lo apre all'istante ed inizia a sfogliarlo con delicatezza, come se le pagine fossero fatte di carta velina.
<diciamo che ne sono affascinata, ma l'ho dovuto leggere perché tra poco devo dare un'esame, sempre se mi voglio laureare> e qui non riesco a trattenere un sospiro. < è stato abbastanza carino come libro, ci sono anche molte testimonianze di ragazzi tornati a casa dopo aver attraversato l'inferno ed alcune meno violente, come quella di un certo Stark>
<Stark?> ripete lui, questa volta alzando lo sguardo verso il mio.
<si, ho letto che è riuscito a sviluppare e sperimentare nuove armi e tecnologie già da bambino, insomma un vero genio, se non sbaglio doveva chiamarsi..>
<Howard Stark> pronuncia subito dopo lui.
<lo conosci?> chiedo incuriosita, mentre rimetto il libro al suo posto.
<si, tempo fa ho lavorato con... voglio dire che ho letto un libro anch'io, dove Stark ha partecipato ad una specie di esperimento, ma di certo non bisogna credere a tutto quello che scrivono> si passa una mano fra i capelli e li tira appena in modo nervoso, come se volesse riproverarsi per qualcosa che ha detto.
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Portami ovunque tu sia
Fanfiction•Avengers Steve rimane ibernato nel ghiaccio per quasi settant'anni, fino al suo fortuito ritrovamento. Si risveglia in un ospedale della New York odierna, ma fugge per strada e viene raggiunto da Nick Fury, che gli fornisce spiegazioni e gli propon...