Jasmine imbustò il biglietto dopo averlo riletto un paio di volte, assicurandosi che andasse bene, e poi lo ripose sotto al letto insieme agli altri due regali per Jason.
"Se non festeggiassi il mio compleanno per tanto tempo e poi un anno, all'improvviso, uno sconosciuto mi facesse un regalo random, senza motivo, io sarei contenta." Disse a Finn, che le faceva compagnia seduto nella sua cuccia. "Sarebbe un gesto carino."
Ovviamente era ancora convintissima di voler procedere, ma non per questo era meno preoccupata. Aveva ancora circa tre ore prima dell'arrivo della mezzanotte, quindi per passare il tempo tornò nell'ufficio di suo padre a giocare al PC con i suoi amici.Erano quasi le undici quando Jason uscì da casa sua. Attraversò a passo svelto il vecchio Camp Blood, inoltrandosi poi nel fitto della foresta. Per una persona comune la fioca luce dello spicchio di luna che risplendeva nel cielo quella notte non sarebbe bastato a procedere in una zona incolta come quella, non con altrettanta sicurezza.
Jason però non aveva bisogno di molta luce per vedere bene, quel tenue bagliore gli bastava a riconoscere il percorso, non segnato ma che conosceva a memoria, senza inciampare o scontrarsi con la vegetazione.
Dopo poco tempo arrivò di nuovo davanti all'albergo, restando ad osservare la zona dal limitare del bosco. Sembrava non esserci nessuno nei paraggi, o almeno non all'esterno. Jason avrebbe lasciato stare il personale e gli altri eventuali clienti. Del resto loro non avevano fatto nulla di male, ma se si fossero messi in mezzo non si sarebbe risparmiato.
Attese che dalla strada non passassero macchine, perché non voleva essere visto, ma non certo per paura di essere investito, poi attraversò e si sbrigò a raggiungere il retro dell'hotel.
Essendo un giorno feriale non c'erano molte persone in giro: l'estate era appena iniziata e le uniche persone che si sarebbero potute trovare fuori a quell'ora erano i giovani. Ma essendo anche la vigilia del 13 Giugno, che finalmente coincideva di nuovo con un venerdì, solo i giovani turisti e qualche adulto che non aveva ancora intenzione di credere alle dicerie erano fuori a far baldoria.
Tutti gli altri avevano imparato che era meglio starsene tranquilli nelle proprie case in quel periodo, quantomeno nelle ore di buio.
Jason avrebbe dovuto essere silenzioso, in modo da non svegliare e allarmare i dormienti, e non solo loro, con eventuali urla: non aveva intenzione di farsi sfuggire nessuno di quelli che erano stati al cimitero.
Senza aspettare oltre, il killer entrò nell'edificio dalla porta di servizio. Forzarla non gli costò una gran fatica. Se ricordava bene non era mai stato in quell'albergo. Ad essere sincero non era mai stato dentro un qualsiasi albergo, forse solo una volta, ma era ancora troppo piccolo perché lo ricordasse chiaramente. Si ritrovò nella cucina, luogo ideale per cercare qualche oggetto contundente. Diede una breve occhiata in giro e alla fine scelse di portare con sé un grosso coltello da cucina. Quelli che aveva portato da casa sua erano per lo più da caccia e, date le dimensioni delle sue mani, li considerava troppo piccoli, comodi solo se doveva lanciarli. Uscì dalla cucina ed entrò nella sala ristorante e da lì arrivò al corridoio, illuminato da lampade dalla tenue luce gialla, che conduceva alla hall. Le porte che vi si affacciavano non erano numerate, ma accanto ad ognuna di esse c'era un cartello con la scritta "accesso riservato al personale", segno che nessuna di quelle stanze era per i clienti. Di conseguenza, a lui non interessavano e le superò senza degnarle di un'ulteriore sguardo.
La reception era vuota, come apparentemente tutto il resto della struttura: probabilmente i turni di lavoro erano già finiti. Jason andò direttamente a controllare la sfilza di chiavi appese dietro al bancone. Quasi tutte erano ai loro posti e solo quattro mancavano all'appello, quindi gli sarebbe bastato controllare quelle stanze e poi aspettare il ritorno delle persone mancanti – i più giovani sicuramente, Jason ne era assolutamente convinto.
Non poteva mettersi a girare in città indisturbato alla loro ricerca, anche se fuori c'erano poche persone gli avrebbero potuto causare comunque dei problemi, e lui aveva una certa fretta.
Una volta memorizzati i numeri delle stanze che gli interessavano si voltò in direzione delle scale che conducevano al piano superiore. Estrasse il machete dal fodero al suo fianco e salì.
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Welcome to Crystal Lake (ITA)
Fiksi PenggemarUna ragazza, i suoi genitori, il suo cane e una nuova casa. Un lago, una foresta e un campeggio sventurato. Giovani ragazzi, una piccola vacanza e uno spietato serial killer immortale. Differenze, similarità e qualche salvataggio. Crystal Lake trove...