Capitolo 6

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Si sveglia di soprassalto dopo l’ennesimo sogno assurdo

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Si sveglia di soprassalto dopo l’ennesimo sogno assurdo.
Sempre lo stesso da più di un mese, con qualche sfumatura nuova ogni tanto.

Freddo.
Fuoco.
Occhi verdi.

Questa volta anche un abbraccio.

Guarda l’orologio che segna le 5:35 e decide di alzarsi un po’ prima del solito. Tanto non sarebbe riuscita a riaddormentarsi.

Si lega i capelli nella solita coda alta indossando una t-shirt azzurra e dei pantaloncini corti di jeans.
Fa colazione da sola con una brioche avanzata e del succo d’albicocca e scende al caffè.

Aaron è sparito da una settimana.

Non è più venuto al caffè e non le ha scritto nessun messaggio.

Il dubbio di essere stata lei a rovinare tutto era cresciuto di giorno in giorno, fino quasi a diventare una certezza.

Dopotutto… lo aveva rifiutato. È anche comprensibile che non voglia più vederla, no?

Lei si era tirata indietro proprio quando lui stava per baciarla.

È solo che… non è pronta.
Non si fida ancora abbastanza.

E poi non ha mai baciato nessuno.

E in effetti, dopo… Chad, ha… paura.

Ma forse, invece, è semplicemente occupato.

In ogni caso lei non se l'era sentita di scrivergli.

«Yuki!» Jo apre la porta del caffè notando la gatta dei vicini oltre il vetro della finestra.

Yuki fa il suo ingresso, aggraziata come sempre, sfoggiando la sua foltissima pelliccia bianca come la neve.

«Dov’eri finita in questi giorni? Ti eri nascosta all’ombra? Starai morendo di caldo», le sorride Jo prendendo del latte e versandolo in una ciotola iniziando a canticchiare.

Yuki le si struscia sui piedi e Jo le mette la ciotola a terra davanti al banco accarezzandole dolcemente la testolina.

Continua a cantare sistemando le sedie, i menu e lavando i tavoli, con i pensieri rivolti al ragazzo che un mese fa l’aveva salvata dagli aggressori.

Ci era rimasta male quando non si era presentato al caffè il giorno dopo la loro uscita.
Ci aveva sperato tanto.

Si era alzata in anticipo e si era perfino messa un po' di mascara, scendendo le scale con un enorme sorriso, che era poi lentamente sfumato con il passare del tempo, quando si era accorta di star aspettando per niente.

Perché lui non c'era.

Che stupida!

Le era sembrato di rivivere la sera del ballo scolastico delle superiori.
Odia ricordarlo.

Poesia d'inverno ❅ Cuore di spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora