CAPITOLO 2

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Il taxi si ferma davanti all'entrata del villaggio.
Appena siamo scese dall'aereo, un pulmino ci ha portato dalle piste, dove è avvenuto l'atterraggio, fino all'infrastruttura dell'aeroporto. Da lì abbiamo chiamato un taxi, che ci ha accompagnato alla nostra destinazione, distante solo sette chilometri dall'aereoporto. Il viaggio è stato tranquillo, non c'è stata turbolenza. Mi piace viaggiare, scappare dalla routine, salire su un aereo ed osservare il mondo da lontano.

≪Cazzo, che figata!≫ strilla Madison eccitata, mentre sul suo viso si stampa un sorriso a trentadue denti. All'entrata è presente una grande insegna con su scritto "EXPLORACLUB PLAYA PESQUERO", circondata da piante di vario tipo. Sotto l'insegna si apre un vialetto, formato da piccoli sassi. Camminiamo lungo il vialetto fino a quando non arriviamo davanti alla reception, un piccolo edificio in legno con una grande apertura su una delle pareti, da cui sbuca la testa di una signora.
≪Hola! Benvenute all'Exloraclub Playa Pesquero!≫

Mentre la receptionist effettua la vendita del bungalow e fa alcuni controlli, mi distraggo un attimo e mi giro, notando alle nostre spalle un gruppo di ragazzi che si sono messi in fila dietro di noi. Li osservo e incontro lo sguardo di un ragazzo, ma non gli do molta importanza e mi volto subito verso le mie amiche. Finalmente, la receptionist conclude tutto ciò che stava facendo e allunga la mano porgendoci le chiavi.
≪Ecco a voi. Di qualunque cosa abbiate bisogno, non esitate a chiedere. Buenas vacaciones!≫ conclude lei.
Io e Audrey afferriamo le chiavi, la ringraziamo e salutiamo per voi dirigerci verso il bungalow. Dopo aver camminato per i viali del villaggio arriviamo davanti all'abitazione. Noto che ci sono alcuni addetti del villaggio che entrano ed escono dal bungalow dinanzi al nostro. ≪Probabilmente avremo dei vicini≫ dice con un sorriso malizioso Kennedy.
≪Kenny..!≫ sulla faccia di Olivia è presente una espressione di stupore.
≪Magari sono delle ragazze≫ ipotizza Madison.
≪O magari sono dei ragazzi.. dei bei ragazzi≫ continua Audrey.
≪Ei ei ei, avete finito? Forza entriamo, Audrey, le chiavi≫ concludo io.

Faccio passare la chiave dentro la serratura e la giro verso sinistra. Appena apro la porta comincio ad osservare ogni minimo particolare della camera. Ci sono delle decorazioni in stile tropicale e marino. I colori sono sui toni del celeste. Le pareti sono di un azzurro chiaro, che si abbina al bianco del soffitto. Il pavimento è in parquet prefinito. Due ampie finestre occupano gran parte della parete e illuminano il soggiorno con il sole di Cuba. Al centro della stanza c'è un grosso divano grigio a 'L', di fronte due cubi blu poco distanti fra loro, a mò di tavolino. Davanti al divano c'è un camino in pietra grigia, sottostante ad una televisione.Nella stanza è presente una scrivania, affiancata da una sedia con lo schienale blu. Proprio sotto alla finestra c'è un piccolo divano, anche questo di colore grigio e una poltrona con due cuscini. Ci sono qua e là alcune piante, che colorano la stanza di verde, ma senza esagerare e degli elementi di arredo marino. Superato il soggiorno vado a vedere il resto delle camere.

La disposizione delle camere è due persone in una e tre nell'altra. Io starò in stanza con Olivia e Madison, mentre l'altra stanza sarà occupata da Kennedy e Audrey.
≪Niente male!≫ dice Olivia buttandosi sul letto. Prendo il telefono in mano e apro i messaggi. Scrivo un messaggio a mio padre
"siamo arrivate da un po', non abbiamo ancora visitato il villaggio ma dal poco che abbiamo visto sembra pazzesco. La casetta è stupenda! La camera un po' piccola 😕" Scatto una foto e gliela mando.

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Mentre aspetto una risposta da mio padre, sistemo le valigie in camera

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Mentre aspetto una risposta da mio padre, sistemo le valigie in camera. Sto per iniziare a svuotarle e mettere dentro il guardaroba i miei vestiti, quando Audrey si presenta sulla soglia della porta.
≪Che ne dite di fare un giro prima di dare una sistemata alle nostre cose?≫
≪Io ci sto, a voi va?≫ chiede Olivia
≪Si perché no, tu Kenzie?≫ si riferisce poi Madison a me.
≪Si certo, andiamo, vai a chiamare Kennedy≫
≪Lei non vuole venire≫
≪Come mai?≫
≪Ha detto che preferisce rimanere a casa a disfare la valigia e a sistemare qualcosa, poi ci preparerà anche qualcosa da mangiare quando torniamo≫
≪Oh ok.. fa niente≫ concludo io perplessa.

Siamo appena uscite dal bungalow e stiamo camminando lungo una stradina che porta alla zona centrale del villaggio. Dopo un po' che camminiamo arriviamo. La spiaggia e il mare sono più belli di quel che mi aspettavo, le foto sono davvero veritiere. Il mare trasparente e cristallino, di un turchese accecante e la sabbia fine e morbida, di un giallo papaya, quasi bianco. La spiaggia è ricoperta da ombrelloni di paglia e da alte palme che toccano i cielo. Camminiamo lungo la passerella in mezzo agli ombrelloni e ci dirigiamo verso la piscina. Più ci avviciniamo, più noto la sua grandezza. Un immenso prato su cui si trovano degli ombrelloni, tavoli, gazebi in legno coperti con foglie di palme, zone relax e gazebi per i drink, ospita la piscina più grande che io abbia mai visto. Al centro di questa c'è una sorta di isoletta con una palma, che la mantiene all'ombra, perfetta per rilassarsi o/e dormire.

≪Sto sognando? Se è un sogno non svegliatemi≫ dice Audrey affascinata dalla vista.
≪È tutto vero Audrey, ora godiamocelo perche questa vacanza è tutta nostra≫ le rispondo sorridendo, mentre i miei occhi brillano dalla felicità.
≪Mojito?≫ propone Madison.
≪Accetto≫ diciamo insieme.

Siamo state gran parte del pomeriggio al bar e in giro per il villaggio. C'è di tutto qui, tutto ciò che un essere umano possa desiderare. Mentre torniamo al nostro bungalow, siccome si è fatto tardi, noto dietro di noi il gruppo di ragazzi che avevo intravisto oggi alla reception. Vorrei voltarmi a guardarli, ma vorrei allo stesso tempo evitare di creare, di nuovo, un contatto visivo con qualcuno di loro. Non sono una ragazza molto timida, se mi vedi con le mie amiche sembro la persona più aperta del mondo. Ma, per quanto riguarda i ragazzi, sono più che impacciata. Riesco sempre a mettermi in situazioni buffe e imbarazzanti. E tutto ciò che contribuisce a farmi capitare in situazione del genere è il mio aspetto. Pur essendo bassa e magra, i miei capelli rossi non riescono a farmi passare inosservata.

Come sempre non mi accorgo che mi ero persa nella mia testa fra un pensiero e l'altro. Solo ora noto che le mie amiche si trovano a qualche metro da me e che la distanza che mi divide dai ragazzi è minore. Sento il loro passo deciso e veloce, così cerco di stare pure io al loro passo, cosa difficile siccome le mie gambe saranno la metà delle loro. Non so se dovrei fare una piccola corsa verso le mie amiche o spostarmi per farli passare. Stanno così vicini a me che riesco a sentire quello che dicono. Ad un certo punto il tono di voce si abbassa e li sento bisbigliare qualcosa. Non riesco a capire di cosa parlano. Bisbigliano ancora qualcosa fino a quando non sento più le loro voci. Hanno smesso di parlare. Per concentrarmi su di loro mi sono completamente dimenticata delle mie amiche, che non si trovano più davanti a me..avranno sicuramente preso un'altra strada. Il cielo è abbastanza buio ed essendo arrivata oggi non so ancora orientarmi, se non con la cartina, che al momento non è qui con me. Una voce mi fa tornare con i piedi per terra.
≪Ei tu, bambina≫

Spazio autrice
ciao ragazze, spero la storia vi piaccia, questo è il secondo capitolo. tenetevi pronte perchè il terzo capitolo sarà abbastanza importante. secondo voi chi è che dice "Ei tu, bambina"? è solo nella sua mente oppure qualcuno la sta chiamando?
se vi è piaciuto lasciate una stella ;)

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