Spedito nell'aldilà.

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Tra poco è ora di cena, devo preparare tutto prima che arrivi. Non so come gli possa sembrare questa tavola apparecchiata al lume di candela. Forse poco da me. Meglio che tolga tutto, non gli piacerebbe troppo romanticismo, alla fine finiremmo per litigare. Certo, poi faremmo pace come sempre, ma è il suo compleanno e avrei potuto fare di meglio che preparare una semplice cena. Certo, non è né semplice, né da me, visto che odio cucinare. Forse apprezzerebbe. No, ho deciso, lo porto fuori a cena e gli chiedo di andare a convivere. Invitarlo a casa lascerebbe scontato e banale il fatto che io abbia preparato qualcosa. Ma forse il fatto che io mi sia messo d'impegno dovrebbe valere come atto d'amore? Basta, mi sto complessando troppo, lui mi ama e gli andrà bene qualunque cosa io faccia. Credo. Ora chiamo Hermione e le chiedo cosa per lei sarebbe meglio.

Cosa? La porta si apre? D'accordo, lo porto fuori a cena, non mi ha dato il tempo di fare niente.

<<Sei in anticipo>> gli dico.

<<Sì, ti porto fuori per il mio compleanno. Non puoi tirarti indietro, ho già prenotato e pago io>>

<<Ma come paghi tu? È il tuo compleanno e paghi tu? Ma ti sei rincoglionito dopo la battaglia? Hai preso botte forti.>>

<<Ancora che mi rinfacci il fatto che ho fatto a botte per pararti il culo?>>

<<Guarda che non avevo bisogno del tuo aiuto>>

<<Dobbiamo litigare? Perché se sì, io vado al ristorante da solo. Anzi, ci porto un mio collega gay e ti lascio qui>>. So anche di chi parla. Odio quell'essere. Gli guarda sempre il culo e ci prova con me davanti. Quando l'ho invitato a casa mia per il Natale dello scorso anno (sempre perché quello stronzo diceva:"Dai, ti prego, è solo.") ci ha provato spudoratamente. "Il modo che hai di giocare a Quidditch, di volare sulla scopa. La cavalchi bene, ci credo che ti adorano tutti in squadra!" Avrei voluto mandarlo nell'altro mondo.

<<Ah, così saresti capace di tradirmi? Bravo, spropositato l'amore che provi per me>>

<<Non ho detto che mi scopo il mio collega gay, solo che gli offro la cena>>

<<Certo, allora visto che non scoperai con lui, o tornerai a casa tua e ti fai una sega, oppure torni da me piangendo "dai, amore, perdonami">>

<<Ma perché non te ne fai andare una buona? Almeno il giorno del mio compleanno, potresti non fare lo stronzo?>>

<<Io stronzo? Vedi che sei tu che hai detto che mi lasci qui e vai a cena col tuo collega>>

<<Se tu mi ascoltassi quando parlo, avresti captato anche che ho aggiunto che lo avrei fatto se avessimo litigato.>>

<<Bhe, ti stiamo litigando. La porta di casa mia la sai. Io mi rifiuto di accompagnartici.>>

<<Ma davvero?>>

<<Davvero.>>

<<Dai, amore. Fammi felice>>. Lo amo quando mette il broncio così. Lo so che mi prende in giro e che non lo farebbe nemmeno se io lo pagassi, ma se si vuol far perdonare non trovo scampo, ottiene quello che vuole con quella espressione. Ah ma stavolta no! Che se ne vada al diavolo lui e quel suo collega gay.

<<Farti felice, perché dovrei? Ahh e smettila con quella faccia, la fai troppe volte e non ci cado più ormai.>>

<<Dai, ti prego, è il mio compleanno e poi dovevo parlarti, non volevo litigare. Lo so che la maggior parte delle volte è quello che facciamo, ma so che mi ami.>>

<<AHAHAHA, mai riso così tanto. Io amarti? Raccontala ad un altro.

magari al tuo collega gay.>>

<<Primo, sei geloso del mio collega solo perché mi fa i complimenti...>>

<<Non sono complimenti normali, idiota, lui ci prova con te>>

<<Non mi interrompere. Secondo, non avresti apparecchiato quella tavola per due e, terzo, avanti... lo so che mi ami anche se l'ultima volta che me lo hai detto andavamo ancora a scuola.>>

<<Ti odio>>

<<Perché?>> mi chiede ghignando.

<<Perché hai ragione, ecco perché. Andiamo a cena. Ah una cosa, idiota, se non lo scarti dalle tue amicizie depenno te e lui. O forse è meglio uno dei due, nel caso dovesse provarci con te anche nell'aldilà>>.



IL CONFINE TRA AMORE E ODIO - DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora