Prologo

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Salve a tutti! Sbarco anche qui! Vi presento, tramite il prologo, questa saga di nome "Cicatrice" che ho pubblicato anche in altri siti, primo fra tutti EFPfanfic. Questa prima storia si chiama "Il Prescelto" e sarà seguita da "L'Erede", "L'Inizio" , "Cicatrice" e "La Fine". Dopo aver corretto vari obrobri discutibili, ho aggiunto alcune parti e la posto anche qui, sperando con tutto il cuore che vi piaccia e che sia scritta sufficientemente bene (perchè, anche se è stata ricorretta, non vuol dire che di errori non possa averne). Non posso fare altro che augurarvi buona lettura e auspicare che vi piaccia! Ciao a tutti! :D

IL LIMBO

"Devo tornare indietro, vero?" chiese Harry, seduto sulla panca di King's Cross, accanto a Silente. Il Mago sollevò gli occhi su di lui; se fosse stato vivo, probabilmente lo sguardo avrebbe brillato. Ma adesso c'era solo una fantasma del volto del saggio che era stato.

"Dipende da te" rispose semplicemente. Nel giovane mago sorse il dubbio. "Posso scegliere?" chiese Harry. Silente sorrise. "Ah, certo. Sei a King's Cross, no?" e si guardò intorno, come per accertarsi che fosse vero. "Credo che, se scegliessi di non tornare, potresti, diciamo... prendere un treno".
"E dove mi porterebbe?" chiese Harry, mentre un misto di emozioni prendevano forma in lui: era incuriosito, spaventato e allo stesso tempo allettato da quella prospettiva.
Silente sembrò riflettere per un momento. "Avanti".
Di nuovo silenzio. "Voldemort ha la Bacchetta di Sambuco" affermò Harry, come se il dirlo rendesse più concreta la verità.
"Oh, sì" assentì Silente, "Voldemort ce l'ha".
"Ma lei vuole che torni indietro?" chiese Harry, sollevando lo sguardo sul vecchio mago.
"Ritengo" rispose Silente " che se tu scegliessi di tornare ci sarebbe la possibilità che lui venga battuto per sempre. Non posso garantirlo. Ma so questo, Harry, che se dovessi tornare qui avresti meno da temere di lui".
Harry guardò di nuovo l'essere scorticato che tremava e tossiva sotto la sedia lontana.
"Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore. Tornando, potresti fare in modo che meno anime vengano ferite, meno famiglie distrutte. Se questo ti sembra degno, allora per il momento diciamoci addio".
Harry annuì e sospirò. Lasciare quel luogo non era neanche lontanamente difficile quanto era stato entrare nella Foresta, ma lì c'era caldo, luce e pace e sapeva di dover tornare al dolore e alle perdite. Si alzò e Silente fece lo stesso, e per un lungo istante si guardarono.
"Mi dica un'ultima cosa" chiese Harry. "E' vero? O sta succedendo dentro la mia testa?".
Silente gli sorrise e la sua voce risuonò forte nelle orecchie di Harry, anche se la nebbiolina luminosa stava calando di nuovo e nascondeva la sua sagoma.
"Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry, ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?".
Poi la sirena della locomotiva, il rumore del treno sulle traversine dei binari.... Ed eccolo lì, fermarsi proprio davanti a lui. "Signore, ora ho capito cosa vuole dire 'prendere un treno'!" esclamò, ma si girò intorno, e vide che Silente non c'era più. Si sentì disorientato.
"Signore..." fece, ma il professore non era da nessuna parte. Beh, non che avesse molta scelta.
Ma lui non aveva paura della morte: era pronto per una nuova, fantastica avventura nell'aldilà.
L'ultima cosa che Harry fece fu salire sul treno, e poi via, lontano dal mondo terreno.

IL PRESCELTO (1a storia della saga Cicatrice)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora