In effetti Aziraphale si vergognava a chiedere consiglio a Madame Tracy, ma non pensava che i libri (o peggio ancora video), sarebbero stati in grado di aiutarlo. E in fondo, per un breve periodo avevano condivisio lo stesso corpo, quindi si era creato comunque un certo legame. Sperava fosse sufficiente a non discorporarsi dall'imbarazzo nel parlarle di cose così delicate.
La chiamò e si misero d'accordo per la sera stessa. Lei lo fece accomodare, sloggiando il signor Shadwell, e gli chiese il perchè di quella visita "Allora Mr. Fell, cosa la porta qui? Mi ha detto che era urgente e personale" – "Vede Madame... io..." iniziò balbettando Aziraphale "Lei mi sembra una donna... come posso dire, di mondo. Credo che lei possa indirizzarmi in una questione molto personale, che sono certo la lascerà senza parole" – "Si tratta di quel suo amico dai capelli rossi, non è vero? Il signor Crowley" – "Oh buon dio cosa glielo fa pensare???" – "Ma è ovvio! Questione molto personale, urgente... Quando mi ha chiamato era ovviamente molto agitato e si sentiva l'imbarazzo, non vedo cos'altro potrebbe essere. Avete litigato?". Aziraphale si accasciò sulla sedia "E' complicato" – "L'amore è sempre complicato mio caro. Che cosa è successo?".
Torcendosi le mani, Aziraphale le raccontò tutto, di come lui in prima persona avesse volutamente ignorato le più o meno velate avances di Crowley nel corso del tempo, e soprattutto di come avesse ignorato i suoi stessi sentimenti per evitare "complicazioni".
Madame Tracy lo ascoltò con attenzione, interrompendolo solo qui e lì per qualche chiarimento, e alla fine si appoggiò allo schienale. "Mio caro Mr. Fell, lei quindi cosa vuole? Mi sembra chiaro che abbia tirato troppo la corda con il signor Crowley, e che lui si sia stancato: forse ci ha messo davvero una pietra sopra. Lei deve essere totalmente, assolutamente sicuro di quello che sta facendo. Al momento siete sospesi in un limbo di amicizia, ma non riuscirete a ricucire di nuovo, se la cosa non va. E' sicuro di amarlo?" – "Io... sono sicuro. E' l'unico in tutto l'universo" – "Allora forse posso provare a darle qualche consiglio".
Mentre tornava a casa, Aziraphale riflettè su quanto si erano detti. Era molto più complicato di quanto pensasse. Non poteva rischiare di perdere Crowley. Era andato da Madame Tracy per chiederle consigli sulla seduzione, non per tornare con più dubbi di prima. Qualcosa però aveva colto nei discorsi di lei. Sicuramente non aveva fatto male a dimostrarsi più attento e presente, ma aveva bisogno di andare oltre. Ma come? Lei lo aveva confuso non poco. Gli aveva detto che per gli uomini la vista era probabilmente il senso più importante. Doveva MOSTRARSI seducente. In effetti Crowley gli era sempre sembrato bellissimo, ed era sicuramente seducente. Ma era la sua natura da demone che lo rendeva così, come poteva, un angelo, essere... sexy? Era vergognoso ed inappropriato esserlo. Si sarebbe dovuto mostrare, in tutti i sensi. E poi il tatto. Toccarsi. Oh cielo! Aziraphale arrossì per i pensieri impudici che stava facendo, ricordando quando qualche tempo prima, Crowley aveva aperto la porta del suo appartamento praticamente nudo, appena uscito dalla doccia. Era così concentrato sui suoi pensieri da non accorgersi dell'oggetto delle sue fantasie, seduto sul solito divano dentro la libreria, che lo aspettava battendo nervosamente un piede sul pavimento.
"Angelo, che accidenti di fine hai fatto? Sono tre ore che aspetto!". Aziraphale quasi inciampò per lo spavento "Santo cielo CROWLEY che cosa fai qui nascosto?? Mi sono quasi discorporato!" – "Ma hai visto che ore sono? Sono le DIECI di sera, è dalle sette che sono qui" – "Oh... io... mi dispiace, il tempo mi è davvero volato..." – "Dove sei stato, ti sei dimenticato che di solito vengo qui dopo al chiusura della libreria?" gli chiese, socchiudendo gli occhi, sospettosamente. Aziraphale andò nel panico "Io... dunque... ero al parco" – "Il parco è chiuso a quest'ora. Non sai mentire angelo, dov'eri? Il tuo odore è diverso, sento puzza di incensi strani. Non sarai mica andato in chiesa?" – "Oh. Beh... prima sono andato al parco, e poi a cena fuori. Da Madame Tracy". Crowley incrociò le braccia. Gli girò intorno, squadrandolo "E perchè?" – "Questa poi, non posso nemmeno andare a trovare un'amica?" lo rimbeccò Aziraphale, calcando sulla parola "amica". Crowley lo scrutò. Non gli sembrava che stesse propriamente mentendo ora, ma era strano. Non era mai andato a trovarla, ed era sicuro che stesse ancora nascontendo qualcosa. Decise di lasciare la cosa in sospeso, per il momento, ma si sentiva inquieto: non gliela raccontava giusta. Imbronciato, alla fine si lasciò cadere di nuovo sul divano "Beh la prossima volta magari dimmelo. Mi sarei evitato ore di attesa. Ah, tra l'altro, immagino che visto che hai già cenato, tu non abbia voglia di questi muffin al cioccolato" aggiunse in tono velenoso, tirando fuori una bustina di carta decorata a righe bianche e rosa. Aziraphale deglutì a fatica "No, infatti" disse in modo convinto, a dispetto dello stomaco che gli brontolava "Sono proprio pieno".
Tempo qualche giorno, Aziraphale si decise a mettere in pratica qualcuno dei consigli di Madame Tracy. Lei diceva di "mostrarsi". Perfetto. Avrebbe provato qualche abito nuovo. Magari avrebbe potuto addirittura non mettere il panciotto. Chiuse la libreria molto prima del previsto, e si avviò verso uno dei suoi negozi di abbigliamento preferiti. Non che comprasse tante cose, ma di tanto in tanto una camicia, un nuovo farfallino... Quando arrivò davanti alla vetrina però si rese conto che gli sarebbe stato diffcile avere qualcosa da usare subito, visto che lì facevano solo abiti su misura.
Chissà dove prende gli abiti Crowley. Ma lui è così magro, gli sta bene tutto.
Beh, volendo potrei fare qualche piccolo miracolo. Un miracolo piccolino.
Si guardò intorno. Era pomeriggio e la zona era piena di ragazzi. Decise di prendere spunto da loro e si mise ad osservarli. Ce n'erano parecchi con pantaloni incredibilemente aderenti e magliette corte che lasciavano intravedere scampoli di addome. Naturalmente, addomi piatti. Bocciò subito l'idea: decisamente no. Qualcuno aveva pantaloni larghi e scesi e scarpe da ginnastica, con berretti calcati sulla testa. Un altro no. Avrebbe avuto un aspetto ridicolo. Passò una coppia decisamente dark: lei, con una vistosissima cresta rosa, minigonna e calze strappate, lui vestito tutto di nero, qualche catena a vista, capelli lunghi neri e pesante matita sotto gli occhi, il tutto corredato da spille da balia sparse sugli abiti, apparentemente a caso. Ok, magari quello sarebbe potuto piacere a Crowley, ma non pensava di riuscire a pensare tutta quella roba insieme: troppo complicato. Finalmente, passò un giovane uomo vestito in modo elegante, ma moderno: un completo blu, non troppo scuro, con una maglia sotto la giacca al posto della camicia. Quello avrebbe fatto al caso suo.
Una volta tornato alla libreria, si mise davanti allo specchio e fece qualche prova. Con uno schiocco di dita si cambiò, prendendo spunto dall'abito che aveva visto poco prima. Si guardò. Non era un completo disastro. Quel tono di blu stava bene sul suo incarnato, e sembrava che gli mettesse in risalto gli occhi. E anche la maglia sotto, di qualche tono più scura, non era male. Certo, il panciotto e la camicia erano meglio, ma poteva fare un tentativo.
Eccitato, aspettò che il suo demone preferito si presentasse all'ora di chiusura. Per fortuna non rimase deluso.
Crowley entrò come al solito senza suonare. Aziraphale in quel momento era di spalle, non lo sentì entrare e non notò lo sguardo di stupore che si dipinse sul volto dell'amico. Gli occhi giallo oro di Crowley indugiarono sulla giacca blu chiaro e sui pantaloni più aderenti del solito, che disegnavano la curva del sedere di Aziraphale.
Accidenti a lui, che gli viene in mente di vestirsi così... così provocante?
Lo osservò ancora per una manciata di secondi, prima di inghiottire il desiderio di fargli una battuta salace sul suo posteriore. Avrebbe volute morderlo. "Angelo, hai cambiato look?" gli disse con noncuranza. Aziraphale sobbalzò. Aveva sempre il potere di prenderlo impreparato, e si muoveva silenzioso come un... beh come un serpente. Fece del suo meglio per rispondere con altrettanta leggerezza "Ti piace? Ho pensato di rimodernare leggermente il guardaroba. Forse in effetti ero un po' antiquato. E come sai, bisogna mantenere le apparenze". Fece una sorta di mezza giravolta, e lo guardò da dietro alla spalla "Mi piace questo colore, che ne pensi?" aggiunse, con fare civettuolo. Crowley fece una mezza smorfia. Il desiderio di toccarlo era fortissimo. Si limitò a un "Stai bene. Il blu ti si addice". "Mi fa piacere caro" gli sorrise di rimando Aziraphale.
Quando Aziraphale sorrideva, a Crowley sembrava che sorridesse il mondo intero.
Passavano le settimane, senza che ci fossero evidenti cambiamenti tra di loro.
Si vedevano ogni giorno, ma non succedeva nulla di nuovo. Aziraphale iniziava a disperare che Croweley si decidesse a baciarlo. Era gentile, aveva ripreso a prendelo in giro, ma nulla di più. Forse era davvero finita per loro. Forse potevano davvero essere solo amici.
Era rimasta un'ultima cosa da provare, la più difficile.
Devo provare a baciarlo io.
Facile a dirsi... Aziraphale non aveva mai baciato nessuno. Era stato curioso, di tanto in tanto, nel corso dei secoli, ma non aveva mai capito veramente quel tipo di desiderio. Aveva chiesto anche quello a madame Tracy, e lei gli aveva semplicemente risposto che avrebbe dovuto provare. Le sensazioni dipendevano tutte dal sentimento che c'era tra le due persone. Lo stesso valeva per il sesso. Quello poi gli sembrava assurdo, una cosa che si addiceva agli umani, effimeri e carnali, certo non ad un angelo. Eppure era stato dotato di un corpo umano, e sempre più spesso negli ultimi tempi si stava accorgendo di alcune sensazioni del tutto nuove, che variavano dal battito accelerato del cuore, a una curiosa pulsione circa mezzo metro più in basso, per l'esattezza tra le gambe.
Poi, un giorno successe qualcosa del tutto inaspettato.
Crowley era entrato di corsa nella libreria completamente zuppo perchè fuori pioveva (lui si ostinava a non portare l'ombrello, perchè non era abbastanza cool a suo giudizio). "Angelo, hai una camicia da prestarmi? Un asciugamano? Odio l'inverno, odio la pioggia!". Aziraphale andò a prendere un asciugamano e quando tornò indietro, Crowley era a petto nudo "Sto gelando, dammi quell'asciugamano!" disse, e glielo prese dalle mani. Aziraphale non riusciva a levargli gli occhi di dosso. I capelli ormai gli scendevano lunghi sulle spalle. La pelle chiara, punteggiata di lentiggini sulle spalle e sugli zigomi. La sua shilouette asciutta e atletica. I pantaloni a vita bassa che gli fasciavano le gambe e i fianchi.
Aziraphale sentiva il suo cuore che sembrava aveva scelto proprio quel momento per uscirgli dal petto: gli batteva nella gola, e si sentiva i pantaloni incredibilmente stretti. Imbarazzato come non mai, corse nel retrobottega col fiato corto, appoggiando le mani sul tavolo dove teneva il bollitore per il the. Trovò il coraggio di guardare in basso. Oh cielo!
Sapeva cosa stava succedendo.
Apparentemente, aveva appena avuto un'erezione.
Andò nel panico. Non aveva idea di come risolvere la faccenda, considerando che era la prima volta.
SE NE ACCORGERA'! COSA POSSO FARE?
Crowley gli urlò dall'altra stanza "Allora, ce l'hai una camicia da darmi o devo miracolarmi tutto il guardaroba?" – "Ti stavo preparando un the caldo, così eviterai di morire congelato! Arrivo!".
Fece del suo meglio per calmarsi, intanto che l'acqua per il the bolliva. Nel frattempo, aveva scelto dal suo armadio una camicia celeste pallido e un maglione in tinta più scura. Quando tornò nella libreria, con un vassoio e due tazze di the bollenti sopra e gli abiti appoggiati su un braccio, trovò Crowley avvolto nell'asciugamano, raggomitolato sul divano. Posò il vassoio sul basso tavolino che faceva parte del suo salottino, e gli porse gli abiti asciutti "Probabilmente ti saranno un po' grandi... puoi andare a metterli nella stanza nel retro, se vuoi". Crowley per una volta accettò il the senza storcere la bocca o fare storie, e lo sorseggiò con un sospiro di sollievo. "Grazie angelo. Così va meglio. Appena finisco il the vado a vestirmi" – "Non c'è fretta caro. Non mi sembra che accenni a diminuire, quindi non penso che andrai via molto presto. Non sei venuto con la Bentley?" gli chiese "Ah, visto che minacciava pioggia ho preferito camminare. Non volevo si bagnasse". Aziraphale scoppiò in una risata "Che hai da ridere angelo?" – "Scusa ma... piuttosto che far bagnare la macchina preferisci inzupparti tu?" – "E' delicata, ha quasi cento anni!" lo rimbeccò il demone "E tu oltre seimila!! Vecchio sciocco serpente...". Ridacchiarono entrambi.
L'atmosfera era tornata distesa.
La serata continuò serenamente. Alla fine, l'acquazzone diminuì e smise del tutto e Crowley, con indosso gli abiti di Aziraphale, tornò a casa con il taxi che l'angelo aveva chiamato, preoccupato che potesse bagnarsi di nuovo se fosse ricominciato a piovere. Sulla soglia, si salutarono con un po' di imbarazzo. Crowley perchè si sentiva ridicolo vestito di azzurro, ma soprattutto perchè si era dimostrato così fragile davanti all'amico, e Aziraphale perchè non riusciva a fare a meno di pensare al corpo del demone.
Seduto sulla poltrona, visto che non riusciva a dormire, stava cercando di evitare di ripensarci, ma più ci provava e più nella sua mente si formava concretamente l'immagine di Crowley a petto nudo, bagnato. Perchè non si era levato anche i pantaloni? Indugiò su quel pensiero. Lo immaginava con solo dei boxer addosso. Iniziò a sentire caldo, gli si arrossarono le guance e di nuovo, prepotentemente, si fece strada in lui la consapevolezza di una nuova erezione, più intensa della prima.
Posso gestirla. Devo solo smettere di pensare a Crowley.
Chissà com'è baciarlo.
Oddio, non ci devo pensare!
Si guardò di nuovo in basso. Si premette la mano al di sopra dei pantaloni, spinto da un'urgenza inaspettata, e la sensazione si fece più forte di prima. E più gradevole. Provò a carezzarsi leggermente, e la sensazione di piacere tornò. A quel punto, la curiosità ebbe la meglio sul pudore e Aziraphale si slacciò cintura e pantaloni. Toccarsi al di sopra dei boxer era ancora meglio, perchè c'erano meno strati di stoffa. Ma non bastava ancora: vergognandosi moltissimo, si abbassò anche i boxer e per un attimo rimase sbalordito. Era inequivocabilmente eccitato, con il pene rivolto verso l'alto e rigido al tocco. Gli si riaffacciò il pensiero di Crowley, nudo anche lui, che gli si strusciava addosso. Fu attraversato da una nuova fitta di desiderio, che iniziò ad assecondare lentamente con la mano, dimentico del buonsenso che gli urlava di lasciar perdere, della natura angelica che in quel momento era lontana mille miglia, insieme al pudore che a quanto pareva, lo aveva del tutto abbandonato. L'orgasmo arrivò dopo qualche minuto con una serie di contrazioni e di altrettanti gemiti, e lo lasciò esausto ed incredulo.
Si era perso QUESTO per seimila anni? Non riusciva a crederci.
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The Dance
FanfictionEra una danza, ed era sempre stata una danza tra loro. Crowley chiedeva, Aziraphale rifiutava. Crowley riformulava la domanda, chiedeva scusa, argomentava, e immancabilemnte l'angelo cedeva. Una storia vecchia come il mondo. Ma cosa succede quando l...