II capitolo

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Prendo il diario e segno svogliatamente i compiti di algebra su di esso. Sono molto stanca ultimamente per le innumerevoli verifiche che ho affrontato questa settimana.

Fra meno di due mesi la scuola finirà e sono molto felice. Non mi interessa che finisca per andare al mare e non fare niente dalla mattina alla sera. No.

Voglio che finisca perchè non ce la faccio più.

Non ce la faccio veramente più.

Ogni mattina che passa sono costretta a recarmi qui, dove mi sento giudicata non dai professori, ma da un gruppo di coetanei che non mi lascia più respirare ed esprimermi.

Improvvisamente sento il mio cognome, alzo la testa di scatto e punto lo sguardo verso la loro bancata, vicino alla finestra.

Uno di loro mi fa ciao con la mano mentre gli altri tre mi guardano con aria di sfida e ridono. Mi sento nuda. Mi sento in pericolo.

Le mie guancie vanno a fuoco e il sangue ribolle nelle vene. Non è rabbia, è paura. Fanno finta di mandarmi dei baci e mi fanno l’occhiolino.

Abbasso la testa di colpo e in quel momento li sento ridere.

Si divertono così tanto? Lo so di non essere bella, non ho certo bisogno che me lo ripetano loro tutti i giorni.

Sento le orecchie e gli occhi bruciare ma continuo a tenere la testa china sul libro, cercando di non piangere. Cercando di rimanere lucida. Cercando di non sentirli.

Stanno ridendo di me.

“Lovato! Lovato! Girati!”, dicono.

Mi sento come un fenomeno da baraccone.

Le mie labbra tremano un poco, non riesco neanche a fare finta di ignorarli.

Sono così debole. Debole.

Non sono forte.

Sto tornando a casa.

Lungo il tragitto mi viene da piangere ma ho deciso che mi sfogherò dopo. La mia mente non riesce però a reprimere le cose che mi hanno detto le scorse volte:

“Ah bella, vuoi venire al ballo con me?”

“Balena, sputa Pinocchio”

“Lovato sei strana”

“Lovato... Lovato... guardati allo specchio”

“la Lovato ha gli amici immaginari”.

Mi prendono in giro perchè ho la S leggermente moscia, ho questo difetto e mi sento molto a disagio quando me lo fanno notare.

Mi vergogno perfino di mettere gli occhiali perchè ogni qual volta che lo faccio mi fissano e mi fanno delle facce... ma non capisco perchè!

Ogni santa volta che ridono oramai penso sia perchè ho fatto qualcosa di strano e anormale. Mi fissano dalla testa ai piedi e non so cosa pensare. Sono giunta alla conclusione che hanno ragione. Faccio schifo. Mi vergogno!

Vorrei non essere me, darei qualunque cosa per non vivere dentro questo corpo.

Le cose che mi dicono già so che sono vere, perciò riesco a trattenere le lacrime davanti a loro.

Oggi però sono arrivata in un punto di non ritorno. Sono consapevole che loro abbiano ragione, faccio schifo, sono grassa e non riesco a perdonarmelo.

Colpa mia, colpa mia, è solo colpa mia!

Arrivo a casa, prendo le chiavi ed entro. Lascio lo zaino per terra, mi dirigo in bagno e mi posiziono davanti allo specchio.

Keep me from falling apartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora