Sono con i parenti in una casetta di campagna a Viterbo. Ci sono i miei zii, i miei genitori, mia sorella Maddie e i miei due cuginetti di otto e sette anni. È il compleanno di mio cugino e stiamo festeggiando i suoi diciannove anni tutti insieme.
E’ una giornata soleggiata e fortunatamente a Viterbo fa fresco anche a inizio maggio. Dico fortunatamente perchè così non soffro indossando la felpa a maniche lunghe che copre i miei tagli che ormai sono diventati delle crosticine marroni che vengono via quando li gratto.
Sono tutti felici e mangiano mentre chiacchierano del più e del meno. Le mie zie mi chiedono come è andato lo scambio culturale a Berlino che ho fatto a marzo e mi chiedono della scuola. La scuola. Credo non sospetterebbero mai che la loro nipotina così gentile e solare sia vittima di bullismo e abbia cominciato a tagliarsi.
“Tutto bene, come sempre”, dico sorridendo.
Smettila di recitare, tu non sei felice. Non lo sono, ma fingere mi riesce bene.
Mentre tutti ridono, mentre mia sorella gioca con i miei cuginetti, io mi isolo dagli altri e cammino per il prato pensando inevitabilmente a tutte le cose tristi che mi fanno piangere ogni notte nel sonno, quando nessuno può vedermi.
Guarda, si stanno tutti divertendo, provaci! No, non ci riesco.
Decido di entrare nella nostra macchina che si trova proprio accanto alla casetta. La mia schiena adreisce al sedile e chiudo gli occhi e come in un film delle terribili immagini scorrono nella mia mente.
Una ragazza triste, sola e senza speranza.
Gente che passa e sghignazza nel vederla con gli occhi traboccanti di lacrime innocenti.
Un quartetto di ragazzi che le si avvicinano e parlano.
Non posso sentire cosa le dicono ma riesco a immaginarlo perfettamente.
Ridono.
La ragazza si mette le mani sul viso.
Apro gli occhi.
E' un pensiero costante ma solo una volta è stato trasformato in realtà finora. Ho agito sul mio corpo solo una volta, ma il desiderio di punirmi e di non pensare si fa vivido ogni momento.
Mi tolgo la felpa rimanendo con una maglietta leggera a maniche corte.
Mi accorgo di non avere il materiale per compiere l’atto. Inizialmente inizio a strusciare il gancetto di un mio braccialetto sul polso opposto, poi apro un piccolo cassetto posizionato proprio sotto il mio sedile alla ricerca di qualcosa di tagliente. Non trovo niente del genere se non una spilla da balia.
Non è proprio ciò che cercavo ma al momento penso possa andare. Metto la punta della spila sul braccio sinistro, pigio e la passo lentamente sul braccio: tutto ciò che ottengo è un graffio.
Non è ciò che voglio.
BUM!
Sobbalzo.
Maddie e i miei cuginetti, giocando, sono venuti contro la macchina dandogli una botta.
Inzialmente mi preoccupo, poi però li vedo ridere e dico loro di andarsene. Loro, stranamente, obbediscono. Aspetto che siano competamente lontani.
Continuò a fare graffi sempre sulla stessa parte del braccio fino a quando si arrossa per poi diventare una sola linea rossa.
Entro in classe dopo il ponte e mi sento scombussolata. La professoressa ancora non è arrivata.
“Lovatoooo!!!”.
Mi giro terrorizzata.
Mi salutano facendo delle facce strane che mi mettono a disagio.
Dentro la mia testa però ho solo una parola che rimbomba tra le pareti del mio cranio: FORBICI. FORBICI. FORBICI.
Non sento neanche quello che mi dicono. Mi gira la testa.
“Demi”, Miley si posiziona davanti a me.
“Demi, tutto bene?”, mi chiede.
L’unica cosa che faccio è prenderla per la mano e trascinarla fuori dall’aula.
“Cosa succede?”, mi chiede una volta fuori.
Le racconto ciò che è successo durante la festa di mio cugino e lei mi ascolta.
A fine racconto non riesco a nascondere i miei occhi lucidi.
Lei mie chiede di farle vedere i tagli e io le faccio vedere il braccio.
Durante il tragitto in macchina per tornare a casa, mentre mia sorella dormiva (erano le due di notte), avevo continuato a graffiarmi a sangue e ciò che c’era sul mio braccio gonfio era qualcosa di indescrivibile, penso. Lei non fa alcuna espressione facciale e mi abbraccia. Io ricambio l’abbraccio lasciandomi cadere una lacrima giù per la guancia.
È ricreazione quando Selena chiama a se’ Miley, Lawrence e Taylor.
Vedo Miley cambiare l’espressione facciale dopo pochi secondi; abbassa lo sguardo su Selena e poi mi guarda. Sembra scioccata. Mimo con le labbra un “cosa c’è” e lei risponde con un “dopo”.
All’ultima ora scendiamo per andare in palestra e Miley mi spiega la situazione.
“Demi, Selena ci ha detto che si è tagliata”.
“Ed è vero?”.
“Giudica tu”.
Mi giro e vedo Selena chiacchierare felicemente e spensieratamente con altre ragazze. Indossa una maglietta a maniche corte e agita le braccia come se niente fosse. Ora che ci penso “niente” è la parola giusta: su entrambe le braccia ha due graffietti della lunghezza di un’ape.
“Potrebbe almeno far finta di tentare di nasconderli”, dico io semplicemente anche se dentro di me sento una rabbia crescere.
Mentre i maschi giocano a calcio io sto chiacchierando con Taylor e Miley dei nostri cantanti preferiti e altro. Josephine, una ragazza dell’altro gruppo (a parere mio la meno oca), si avvicina a noi e inizia a chiacchierare con noi.
A un certo punto arriva Selena vicino a noi con i due taglietti microscopici in bella vista. Dio mio, li sta esibendo.
Dopo pochi secondi, sotto gli occhi increduli di me e Miley,
Selena alza le braccia e se li guarda.
“Cosa hai fatto, Sel?”, le chiede tranquillamente Josephine.
Selena inzia a balbettare. Si aspettava quella domanda. La aspettava!
“oh... io... è stato... un... gatto!”.
Io e Miley ci prendiamo per mano e ce la stringiamo. Abbiamo avuto lo stesso istinto omicida.
Pochi minuti dopo io e Miley ci troviamo appartate da un’altra parte e iniziamo a sclerare.
“NON POSSO CREDERCI! L’HA FATTO APPOSTA!”
“LI STA ESIBENDO, NON CI CREDO! NON SONO MICA TATUAGGI, CAZZO!”
“IO LOTTO OGNI FOTTUTO GIORNO PER NASCONDERLI AL MONDO E LEI COSA FA? FINGE ED ESIBISCE DUE GRAFFIETTI CHE PUO’ AVERLE FATTO LA SORELLA COME FOSSERO QUALCOSA SI CUI ANDARE FIERI!”
“IN QUESTO MODO MI PRENDE ANCHE IN GIRO DEMI, LO CAPISCI? LEI SA CHE IO MI TAGLIO E FINGE DI FARLO! PER QUALE MOTIVO, POI? METTERSI IN COMPETIZIONE CON ME? NO, BASTA!”
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Keep me from falling apart
Fanfictionfanfiction su Demi Lovato Dagli scorsi capitoli: E’ normale provare questo a sedici anni? E’ normale aver paura di andare a scuola non per le interrogazione ma per chi mi aspetta tra i banchi? E’ normale odiare se’ stessi? E’ normale pensare di mori...