3.

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Erano ore che si allenava senza sosta.
Doveva scaricare la tensione.

Ancora una volta voleva dimenticare.
Ancora una volta voleva sfinirsi talmente tanto da cadere nell'oblio.

Come ogni anno da quando aveva perso tutto.

Tutti lo sapevano.

Tutti sapevano che il giorno della vigilia del Santo Natale, Mikhail era morto.

Faceva finta di non esistere e di ricongiungersi con chi non c'era più, con chi gli era stato strappato con crudeltà dalle mani.

"Dove cazzo è andato a finire quella merda russa che avete per capitano?" urlò Robin bevendo del whisky per sentire meno freddo.

Fuori il tempo era peggiorato di molto, una bufera di neve si era scagliata sulla base, un attacco era pressoché improbabile, e poi era la vigilia di Natale... tutti quelli dell'accampamento avevano deciso di alleviare la solitudine condividendo quei momenti come una grande famiglia.

"Ti conviene non rompergli le palle americano. Oggi Mikhail è morto. Nessuno sa perché, ma lui scompare ogni anno di questo giorno." disse uno di quelli con la voce biascicante.

Non ricordava il suo nome... forse era Vladimir o Nikolas... ricordava solo che durante gli allenamenti si era dimostrato molto agile negli scontri fisici...ma poco importava in quel momento.

"Dove cazzo sta quello stronzo di Mikhail?" urlò più forte.

Cosa voleva dire che era morto? Vladimir o Nikolas, era sicuramente ubriaco, ma nessuno aveva fiatato quando aveva nominato il capitano...

Nessuno gli rispose.

Ognuno continuava a farsi i fatti propri.

Tsk. Quei bastardi facevano finta di non sentirlo... ma nessuno poteva permettersi di ignorarlo.

Con un agile scatto balzò addosso al russo seduto poco distante da lui, facendo infrangere una bottiglia al suolo e richiamando l'attenzione di tutti.

"Forse non sono stato abbastanza chiaro... ditemi dove cazzo sta il vostro capitano o taglio la gola al vostro compagno" sibilò tenendo l'uomo stretto in una morsa ferrea per poi leccare la lama fredda del coltello che aveva estratto dal fodero.

Tutti ormai sapevano quanto fosse bravo con i coltelli.
Tutti ormai sapevano quanto fosse sadico.
Tutti ormai sapevano che dovevano temerlo.

E infatti...

"È-è nell'ala destra d-dell'ac-accampamento, dove...dove teniamo le b-bombe e l-le armi p-pesanti" disse quello con il fiato corto.
In un attimo fu libero.
Robin da lontano lo sentì imprecare e tossire più e più volte alla ricerca di aria, ma non gliene fregava niente, aveva un russo da trovare in quel momento.


"Russo di merda, dove cazzo sei finito?" Urlò entrando nella tenda.

C'era un silenzio spettrale.

Se quello stronzo di russo gli aveva mentito, gli avrebbe fatto saltare la testa dal collo e l'avrebbe gettata nella neve.

"Mikhail dove sei? MIKHAIL..." urlò più forte.

Poi all'improvviso lo sentì.

Dei suoni gutturali.

Si avvicinò alla fonte di quel suono e riuscì a scorgere nella penombra l'oggetto dei suoi desideri.

Si stava allenando.

Sopra era vestito solo di una canotta leggera, che lasciava i muscoli delle braccia scoperti, tesi nello sforzo che stavano compiendo...

LOVE DEATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora