7.

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"Ah...ah...ah"
"Mh...ah..."
"D-di più...d-i p-più..."

"Milo st-sto per venire...ah"
"Dentro...vienimi dentro...oddio...aah" gridò l'uomo steso sulla piccola scrivania presente nella tenda sanitaria del campo, sporcandosi il ventre con il proprio piacere.
Il militare che era su di lui venne a sua volta poche stoccate dopo riempiendolo con il proprio sperma caldo, suggellando così la loro unione.

Trascorse un tempo indefinito in cui entrambi, stretti l'uno all'altro, tentarono di incamerare più aria possibile per riprendere a respirare regolarmente.

"Ti amo" gli sussurrò il russo sulle labbra leggermente tremolanti stringendogli una coscia nuda con la mano.
"Anche io Andrey." rispose in un sussurro che fece battere più forte il cuore del vice-capitano.

Troppo persi nell'amplesso da poco consumato non si resero conto che due occhi indagatori e sornioni li stavano scrutando con tanti interrogativi, che molto presto avrebbero avuto una risposta.


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"Dottorino" disse una voce alle spalle del medico facendolo sobbalzare.

"Robin che spavento..." sussurrò l'uomo mettendosi una mano all'altezza del cuore e tirando un sospiro profondo.

"Devo parlarti" affermò l'americano varcando la soglia, senza neppure aspettare un suo invito ad entrare nella tenda.
"Oh certo, metto a posto questi referti e ti raggiungo subito...accomodati pure" disse cordiale, alzandosi dalla scrivania e posando i fascicoli in un armadietto poco distante.

"A cosa devo questa tua visita? Un incidente sul campo?" chiese scrutandolo dietro la montatura degli occhiali da vista.

"Mikhail" rispose semplicemente, notando l'improvviso cambiamento nello sguardo del dottore e compiacendosene internamente.

Ormai era diventata un'ossessione.

Voleva guardare a fondo nell'animo del russo, voleva scoprire ogni sua sfaccettatura, voleva capire quale passato oscuro si celasse dietro il suo sguardo di ghiaccio.
Non era mai stato un ipocrita, né un bugiardo... i sentimenti che gli faceva nascere Mikhail erano qualcosa di particolare, qualcosa che giorno dopo giorno si era radicato sempre più a fondo,sempre più in profondità, facendogli capire sempre meno sé stesso... e lui odiava non avere il pieno controllo delle proprie facoltà.

"Mikhail? Cosa gli è successo? È ferito?" Domandò molto apprensivo e in allarme.
"Hey, stai calmo. Niente di brutto...il russo è sano come un pesce" mormorò assottigliando lo sguardo scuro.
"Allora cosa?" Chiese ancora l'altro.

"Voglio che tu risponda alle mie domande su di lui." confermò serio.

"Io non so n-niente del c-capitano" balbettò improvvisamente nervoso, distogliendo lo sguardo e sistemandosi il camice.

"Non mentirmi dottorino. Ho capito da subito che tu, il capitano e il vice foste legati da un rapporto speciale... la mia conferma l'ho avuta quando stamattina ti ho visto scopare con Andrey. Quindi adesso risponderai alle mie domande." A quella rivelazione Milo sgranò all'inverosimile gli occhi scuri arrossendo di botto.

"R-Robin ti p-prego...io..." tentò di uscirne il medico, ma lo sguardo di fuoco dell'americano non ammise repliche.

"Cosa vuoi sapere? Robin queste cose non dovranno uscirti mai dalla bocca...il capitano non ama ricordare la sua vita passata...e..."
"Sì sì ho capito. Voglio che tu parta dall'inizio. Chi siete tu e Andrey per lui e per quale motivo è così stronzo. Voglio i dettagli dottore...avanti" lo invogliò a parlare quello.

Milo lo guardò titubante.
Era certo che la testardaggine dell'americano fosse impossibile da deviare...

Inspirò profondamente dal naso e cominciò a parlare...

LOVE DEATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora