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Fu poco più di un sussurro quello che il russo pronunciò tenendo gli occhi di ghiaccio incatenati a quelli di Robin.

"C-come?" L'americano pensò di aver capito male, con il volto che rispecchiava il suo stato di stupore e incredulità .

Mikhail fece un sospiro sofferente distogliendo lo sguardo e puntandolo verso l'alto ancora una volta.

Era troppo difficile confessare ad alta voce i suoi sentimenti.

Ci erano voluti anni per convincere sé stesso e gli altri che lui non potesse più provare amore, che il cuore gli fosse stato strappato dal petto quando con una chiamata gli avevano comunicato che la sua famiglia era sterminata... quando aveva impugnato le armi e spezzato vite umane.

Erano tutte menzogne.

Tutte menzogne che si era imposto per auto infliggersi una punizione, una punizione per un uomo che stava pagando un prezzo altissimo con il destino.

Si voltò ancora, addossandosi all'americano, che continuava a fissarlo in silenzio.

I respiri freddi si scontrarono.
Le pelli entrarono nuovamente in contatto.

"Sei come il sole dopo anni di notte." gli soffiò sulle labbra, sfiorandogli delicatamente uno zigomo.

Non sembrava neppure lui in quel momento.

Tutta la sua irruenza, la sua ingombrante presenza, la sua capacità di ferire il prossimo, spazzate via da un senso di colpa logorante.

Quelle mani create apposta per uccidere, erano timide a tremanti nei gesti che gli stava riservando.

"Mikhail guardami -gli poggiò a sua volta la mano sulla sua molto più grande e coperta di tatuaggi- che vuol dire che non l'hai mai amato? Mikhail sfogati, combatti anche la tua di guerra, salvati." gli disse carezzandogli il dorso freddo, con lo sguardo colmo di sentimenti che gli scaldavano il petto.

"Lui era davvero purissimo." Sussurrò il russo con la voce arrochita e i pensieri che correvano indietro nel tempo.

Quel battito in più stonò nel cuore di Robin.

Non poteva essere geloso di un morto,no?

"Eravamo ragazzini quando ci incontrammo per la prima volta -sospirò- Nikolai non aveva particolari ambizioni, lui amava aiutare gli altri, amava strappare un sorriso al prossimo...in qualsiasi circostanza."
"Ha aiutato anche te?" Chiese con un groppo in gola.
"Lui ha sempre cercato di scavare nella mia anima...mi venerava, il suo sentimento per me era viscerale. Odiava che chiunque potesse avvicinarsi, temeva di potermi perdere in qualche modo... in realtà non mi ha mai avuto nello spirito." Sospirò affranto, stringendo un po' la presa sulla mano sottile e allungata dell'americano.
"Perché l'hai illuso allora? Milo mi ha detto che l'ha data a te la sua prima volta." si pentì subito per quella rivelazione, ma lo sbuffo esterrefatto che uscì dalla bocca di Mikhail lo rassicurò un poco.

"È la verità. Quella sera eravamo usciti per una bevuta tutti insieme e Andrey aveva invitato Milo, di conseguenza anche Nikolai..."

Fece un breve respiro tremulo, titubante sul da farsi, ma ormai non valeva più la pena continuare a tacere quello che sentiva. Dopo tanti anni, forse per la prima volta in vita sua, si stava fidando di qualcuno...

"Quella sera ci ubriacammo tutti, felici per i successi ottenuti all'Accademia...ero ottenebrato dai fiumi di vodka e altre cose che avevo bevuto... non mi resi conto... io non l'avrei mai fatto se mi fossi reso conto che avevo lui tra le mani."
Le parole gli uscirono colpevoli, soprattutto per lo sguardo di fuoco che Robin gli riservò, avendo afferrato dove stesse andando a parare.

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