4.

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Se lo stava scopando senza sosta.

Aveva l'inguine in fiamme, la pelle completamente coperta da un sottile strato di sudore nonostante le temperature sotto lo zero all'esterno, i muscoli indolenziti per il terzo orgasmo in poche ore.

Non riusciva a fermarsi, avrebbe voluto fondersi in lui, entrargli dentro totalmente, imprigionare ogni fibra del suo essere.

I suoi gemiti strozzati mischiati alle incitazioni, erano come benzina sul fuoco.

"Ah-ah...mh...sì spingi lì...spingi lì" gridava estasiato mentre il russo lo fotteva come un animale guidato dal proprio istinto.

Era una montagna di muscoli.
Possente.
Forte.
Maschio.

Robin gli conficcò le unghie in un pettorale tatuato lasciando profondi solchi al loro passaggio.
Voleva marchiare quella pelle, voleva palesare la propria presenza su quella carne, voleva dimostrare di essere sempre presente sul corpo del russo... non conosceva il motivo di quel gesto, ma ne sentiva un bisogno logorante, vitale.

Capovolse le posizioni sedendosi sul bacino del maggiore e impalandosi sulla sua erezione, incarnandosi ad ogni affondo.
In quel modo lo sentiva completamente, fino in fondo, ne percepiva ogni singolo centimetro...e ne godeva, ne godeva pazzamente.

"Non ti h-hanno insegnato c-che le donne s-stanno sotto?" domandò ironico Mikhail agguantandogli le natiche tornite.
"Hai forse...ah...deciso di voler morire proprio o-ora russo di m-merda?!" sibilò colto sul vivo.

Afferrò un coltello poco distante e lo puntò alla gola del russo, ricambiando il sorriso che quello gli rivolse.
Premette la lama sulla giugulare e si calò con le labbra sul suo collo per lasciargli un morso più che evidente, strappandogli un sussulto data l'evidente violenza che aveva usato.

Mikhail invertì nuovamente le posizioni, questa volta girandolo di spalle.
"F-fottuto russo bastardo" inveì quello contrariato per poi lanciare un urlo quando quello riprese a spingersi con forza dentro di lui.

"Piccola troia davvero credi...mh...che tu riesca a prendere i-il controllo p-perché s-sei più forte di me?" Gli disse maligno schiacciandogli la faccia contro il materasso, impedendogli qualsiasi movimento.
"F-figlio di puttanaaa...ah-ah-aah, giuro c-che ti ammazzo...mh-aah" lo minacciò alzando i fianchi verso di lui.

Era un bastardo sì, ma sapeva scopare così bene.

Mikhail rise roco lasciandogli la testa e afferrandolo per i fianchi sottili, premendo i pollici nei due solchi presenti all'inizio del suo splendido fondoschiena.
Si perse in quel gioco all'apparenza innocuo, ma che gli accese un desiderio in corpo mai provato prima.

E si sentì ancora una volta in colpa per quelle sensazioni.

E quindi cercò di proteggersi, facendolo nell'unico modo che la guerra gli aveva insegnato...

"C-credi davvero c-che...quei quattro m-muscoletti t-ti facciano uomo?" spinse con più vigore andando a compiere dei movimenti di bacino che fecero gemere in modo incontrollato Robin. " h-hai dei fianchi talmente s-sottili che n-non vedo differenze tra t-te e fottere una donna" sputò infine cattivo.

Non riusciva a descrivere quello che sentiva, ma erano sentimenti troppi strani da provare. Lui non poteva permetterseli, lui era nato solo per la madre Russia e per la guerra, non poteva sentire quella strana sensazione alla bocca dello stomaco quando scopava con quell'americano.

Vennero insieme, in fiotti caldi e copiosi.
Storditi.
Sconvolti.
Incazzati.

"Russo di merda ripetilo se hai il coraggio" disse divincolandosi come un'anguilla.

LOVE DEATHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora