18

105 7 2
                                    

Arrivò  sera inoltrata.
Decisero che avrebbero dato fine a tutto quella notte.
Finalmente avrebbero salvato altre vite che sarebbero finite sotto il mirino di Connor.
A Richard  non importava, quello non era suo fratello, non lo era mai stato e non provava nulla nei suoi confronti, se non un grande rancore.
Quel mostro aveva ucciso e aveva intenzione di uccidere degli innocenti, non meritava di vivere.
Si erano messi d'accordo e avevano fatto un piano,  tutti e quattro loro: dovevano solo intrufolarsi nella grande villa del corvino e appiccare un incendio.
Sarebbe stato tutto normale e la polizia avrebbe constatato la cosa come una normale fuga di gas, sicuramente, e nessuno si sarebbe mai messo in testa di  andare a cercare il colpevole.
Secondo la società Connor Comstock  non aveva nemici, lui era molto ben voluto tra le gente, quindi non ci sarebbe stato nessun motivo per la quale qualcuno lo  avrebbe voluto morto.
Nessuno.
《Partiremo qualche ora prima della mezzanotte e poco prima dell'alba, quando saremo sicuri che tutti stanno dormendo  e non possono vederci. È  una cosa che riguarda noi, è  molto importante, quindi fate molta attenzione. Sappiamo con chi abbiamo a che fare, a quanto pare però  tenete gli occhi aperti.》
Affermò  il mulatto, mentre era accerchiato dagli altri, che teneva in mano quella che sembrava una mappa.
Richard aveva riprodotto per bene la villa di Connor su un petto di carta ritrovato in quella catapecchia.
A quanto pareva, anni e anni di reclusione in quel manicomio, e soprattutto quei medicinali che tra l'altro gli provocavano allucinazioni  delle volte, avevano acuito la sua capacità di memorizzare i luoghi e i volti delle persone.
Era sicuro che non avrebbe mai dimenticato nulla, come era altrettanto sicuro che non avrebbe  dimenticato il viso di Gavin  e i suoi occhi color tempesta che gli mettevano i brividi.

La sera arrivò  in fretta e loro avevano prepato già tutto da un bel pezzo, impazienti.
Prima di varcare la soglia, però,  Richard  fermò  Gavin per un polso e sospirò,  sotto  lo sguardo confuso del più basso che non disse nulla aspettando solo che l'altro iniziasse a parlare. Stranamente, lo emozionava  la voce di Richard.
《Sta attento, okay ?》
Gli chiese il corvino con quella voce insicura. Si guardarono negli occhi e lui gli appoggiò  involontariamente  una mano sulla guancia, per potergliela accarezzare.
L'altro annuì solo, avendo dei piacevoli brividi lungo la schiena e si morse le labbra. Voleva altro.
《Sì...》
Disse solo in un sussurro senza annullare mai quel contatto visivo.
Il primo a staccarsi fu Richard che,stringendosi nelle spalle, sussurrò un "bene" e fece per oltrepassare l'altro, ma venne prontamente fermato. Da Gavin questa volta, il quale, senza nemmeno lasciargli il tempo di controbattere, gli diede un veloce bacio sulle labbra:《 stai attento anche tu, Richard.》

Si trovavano davanti a quella villa.
Ogni volta che la guardava, Gavin aveva dei brividi di terrore che lo percorrevano dappertutto, ricordando tutti i maltrattamenti che aveva ricevuto da quel maiale,  ma non in quel momento. 
Connor era morto.
Era felice, mentre le fiamme danzavano eleganti davanti ai loro occhi.
Si teneva per mano con il suo corvino, che tra l'altro si era premurato  di appiccare fuoco anche a quel macabro giardino degli orrori.
Era tutto finito, finalmente. Era stato tutto molto  semplice e gli altri due se ne erano andati poco dopo per non finire nei guai.
Richard si voltò verso Gavin, il quale fece lo stesso.
Si sorrisero e si diedero un bacio sulle labbra, senza però rendersi conto di una figura che serpeggiava  in mezzo alle fiamme.

Fine.

Spazioautrice
So che vi aspettavate  di meglio, anche io a dirla tutta.
Non mi piace molto come  l'ho  scritta questa parte, sinceramente però... giuro che ci ho messo QUASI tutta me stessa.
Bho rip, questa è  l'ultima parte e ha un finale aperto che potete benissimo  interpretare  a vostro piacimento.

ASYLUMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora