Bonus Kara

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Kara Anderson non aveva mai preteso nulla fuori dall'ordinario: voleva solo avere una vita felice, come tutti quanti d'altronde.
Amava suo padre, Hank, più di qualsiasi altra cosa al mondo anche se non lo vedeva quasi mai per i turni pesanti in ospedale  che l'uomo faceva.
La felicità per la ragazza arrivò  poco tempo dopo e sapeva anche che non fosse un'illusione.
Questa arrivò per puro caso in una caffetteria  in città.
A lei piaceva molto quel posto, dato che li c'era un'aria dedita alla lettura.
Caffè e libri erano un mix perfetto per chi era un amante della tranquillità e del comfort.
La sua felicità aveva un nome;si chiamava Connor Comstock.
A lei non importava che lui avesse soldi e una vita nel lusso, a lei importava quello sguardo da innamorato che le aveva dedicato fin dal giorno del loro primo incontro.
Quel giorno l'uomo aveva  avvistato una giovane donna seduta a un tavolino rotondo, in legno.
La prima cosa che aveva pensato era stata quanto lei fosse bella, poi si era avvicinato alla ragazza con un dolce sorriso.

《È  libero ?》
La bionda subito alzò  il viso verso quella voce e fece un sorriso che addirittura fece tremare le gambe del ragazzo.

《Certo, accomodati se vuoi.》
Sussurrò,  spostandosi una ciocca di capelli biondi e corti dietro l'orecchio e facendo spazio sul tavolino.

《Ti ringrazio.》
Prese la sedia e la spostò, aprendo il piccolo libro blu sul tavolino dove la ragazza per curiosità lanciò  uno sguardo.

《Sei un cacciatore di  volatili ?》
Chiese ingenuamente all'uomo, ridacchiando appena e trovando abbastanza insolito che un uomo così impostato fosse interessato a libri sui volatili.
Vedeva Connor Comstock  più come un amante di Edgar Allan Poe, che leggeva i suoi romanzi seduto sulla sua poltrona  preferita davanti a un caminetto acceso e con una pipa in mano.

《Sì,  una specie.》
Disse l'uomo facendo un sorriso malizioso, ma che non fu minimamente  accusato dalla ragazza la quale ritornò  poi con lo sguardo sul libro.
Oltre quel giorno, ce ne furono tanti a seguire.
Inizialmente, tra i due, furono solo ed esclusivamente  degli incontri  casuali ma poi quella cosa divenne un'abitudine  per entrambi per potersi vedere.
Non passarono tanti giorni quando lo stesso Connor le aveva chiesto di uscire e lei senza pensarci due volte aveva accettato.
A Kara gli piaceva Connor, da morire ma non si aspettava cosa lui aveva in serbo per lei.
Non sapeva che tutti quegli sguardi da innamorato fossero fatti apposta.
Non sapeva che il suo fine era un altro.
Non poteva sapeva che dietro a un uomo così gentile e cordiale potesee in realtà  nascondersi un mostro.
Lei era troppo innamorata,  ma anche troppo stupida.
Così  stupida da accettare  una proposta di matrimonio da parte dell'uomo.
Le aveva mostrato quell'anello senza nessun sentimento, le aveva messo davanti la scatola direttamente e le aveva detto:"voglio sposarti".
Lei era  solo innamorata,  quindi ogni gesto di lui era visto come un probabile segno di fiducia e amore reciproco.
Kara aveva perso i contatti con suo padre, nonostante le sue numerose chiamate.
Si era completamente estraniata  dal quel mondo che l'aveva cresciuta per poter costruire una vita insieme al suo amato.
Una vita piena di bugie e falsità, una vita che non era adatta a lei, ma che lei non riusciva a comprendere dato che l'amore per il suo Connor la faceva vedere tutto quel mondo diversamente.
Subito dopo il matrimonio, nacque una bellissima bambina.
Kara aveva partorito da sola, in ospedale, senza nessuno che avesse potuto farla compagnia.
Erano solo lei e sua figlia.
Ma sapeva che Connor fosse impegnato con il lavoro, quindi lo aveva perdonato.
Come aveva anche perdonato le sue numerose  scappatelle con tutte quelle assistenti che aveva cambiato nei giri di mesi e mesi.
La bambina si chiamava Alice.
Lei le aveva dato il nome, solo perché le ricordava tanto il nome  della protagonista del libro.
Ed era anche quello che stava provando Kara in quel periodo;si trovava nel paese delle meraviglie  con il suo Connor.

Non passò molto quando le cose presero una volta diversa, nel peggiore dei modi.
Connor senza motivo le metteva le mani addosso, ogni sera che tornava da lavoro.
Lei stupida che lo perdonava  perché era innamorata e si chiudeva nella stanza di Alice per piangere.
La bambina ogni sera le chiedeva perché piangesse.
Alice crebbe in un batter d'occhio e per il suo settimo  compleanno,  Connor  le aveva promesso una grande sorpresa.
Kara era felice perché finalmente Connor si dedicava a sua figlia.
Le promise di portarla nel giardino che avevano sul retro della casa, a cui era vietato l'accesso a tutti.
Alice era felice perché a lei piacevano molto i fiori.
Kara rimase sbalordita quando nel giardino entrarono solo Connor e la bambina, ma solo uno uscì  fuori da li.
Connor infatti si trovava sulla soglia del cancello, con il vestito imbrattato  di rosso e Kara si riscosse, come se si fosse appena svegliata da un bel sogno e stesse vivendo un incubo.

《Connor...》
Sussurrò,  facendo vari passi all'indietro mentre lentamente avanzava anche l'uomo.

《Ti avevo detto che ero un cacciatore.》

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