Aprii gli occhi, mi girai e vidi che erano già le 9.00, cercai di alzarmi ma mi girava la testa e non riuscivo a ricordare niente, così decisi di farmi una doccia, ma appena aprì la porta vidi di fronte a me Shin, era tutto bagnato, con i capelli umidi e spettinati ed indossava solo un asciugamano che portava intorno alla vita. Fissai per un po' il suo fisico magro ma muscoloso. Era davanti allo specchio ad asciugarsi i capelli, ma quando si accorse di me mi fissò e sorrise, così chiusi di scatto la porta. Sentii il cuore battere a mille, così cercai di scacciare i pensieri su di lui seminudo ed andai a farmi una veloce doccia per poi cambiarmi il più infretta possibile.
Quando finii, andai verso l'uscita ma lui mi prese per il polso e mi strinse a sé, all'inizio provai un po' di paura, ma il suo buon profumo mi calmò e senza accorgermene avvicinò la bocca al mio orecchio.
«Dove vai piccola? Noi due dobbiamo ancora parlare» a quel punto cercai di staccarmi da lui, ma era troppo forte, così mi sentii scendere le lacrime ed iniziai a dimenarmi.
«Ti ho già detto di non aver paura di me, non ti farei mai del male» mi disse con voce profonda e tranquilla.
«Ora andiamo a sederci sul divano, a bere una bella tazza di caffè e potrai farmi tutte le domande che vuoi. Ok?» mi sentii trattata come una bambina, ma nonostante tutto obbedí.
«Tieni *mi porge il caffè* ora fammi tutte le domande che vuoi, ma non è detto che io possa rispondere a tutte» bevvi un sorso di caffè e gli chiesi la prima cosa che mi venne in mente.
«Perché non riesco a ricordare nulla di quello che è successo ieri sera?»
«Allora...vediamo...da che punto non riesci a ricordare? Così parto da lì» mi disse tranquillo concentrandosi sul suo caffè.
«Dal momento in cui ti ho incontrato» rispondo con un fil di voce. Così lui, con tutta tranquillità, mi raccontò tutto ciò che era successo, ed io lo ascoltai con attenzione, fino a quando non mi disse che ero svenuta e che mi aveva portata sulle spalle fino a casa, e quindi insinuò che fosse quello il motivo per cui non ricordavo nulla.
«Perché hai detto che non posso andare da mio padre?» gli chiesi sorprendentemente calma continuando a bere il mio caffè.
«Beh, è una lunga storia...»
«Abbiamo tempo, su parla» gli dissi invitandolo a continuare, anche se ero stata io ad interromperlo, e lui mi guardò serio.
«Prima di tutto, quando inizierò a parlare, dovrai ascoltare con attenzione e senza interrompermi, chiaro?»
«Promesso ma sii chiaro» così mi girai verso di lui ed ascoltai con attenzione, e lui fece lo stesso.
«Per cominciare, devi sapere che noi due apparteniamo ad un luogo del tutto diverso da questo, è un posto magico, proprio come i suoi abitanti e si chiama Sisterium, la gente del posto ovviamente è umana, solo che abbiamo "abilità" diverse, visto che gli umani usano la tecnologia per migliorare il loro stile di vita noi usiamo la magia. Certe volte capita che qualche umano scopra le nostre origini, e se non le mantenesse segrete rischierebbe la morte... Tua madre era una di noi, e quando tuo padre ha scoperto le sue origini lo ha spifferato ad un sacco di gente, anche se Eramo persone di cui si fidava, così tua madre, invece di ucciderlo gli ha tolto la memoria ed è dovuta tornare nel regno, dove ti sta aspettando. Per ora è tutto quello che posso dirti perché ora dobbiamo andare, quando saremo lì potrai farmi tutte le domande che vorrai»
Rimasi perplessa e non sapevo se credere o no a ciò che aveva detto, così cercai di ricompormi per dire l'unica cosa che mi venne in mente.
«Shin! Pensi che io creda a tutto quello che mi hai detto fin'ora? Ti sembro tanto stupida?»
«Senti Helen, ormai non c'è più molto tempo quindi basta con le chiacchiere e andiamo che, come ho detto prima, tua madre ti aspetta» così mi prese per un braccio e mi trascinò fino alla porta d'ingresso, prese uno strano zaffiro dalla tasca e lo appoggiò di fronte a sé.
«Si può sapere che intenzioni hai? Lasciami, altrimenti mi metto ad urlare!»
«Ti vuoi calmare per l'amor del cielo! Ti ho già detto che faremo, e se non ti calmi ti farò dormire per altre 3 ore»
«E così sei stato tu a farmi "svenire", che hai usato? La magia? Un sonnifero? Qualunque cosa tu mi abbia fatto...»
Lui continuò ad ignorarmi, chiuse gli occhi e aprii la porta, ma davanti ci fu solo un'abbagliante luce, lui si girò verso di me con gli occhi aperti e mi guardò.
Dopo quello svenni di nuovo sentendo solo le sue braccia sorreggermi e caddi in un sonno profondo.
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Helen ed il Regno Incantato
Fantasía"la vita non è una corsa, ma un viaggio da gustare, passo passo sulla via. Ieri è già storia. Oggi è un dono. Domani è un mistero."