Non ce la feci più a stare in quel ambiente, si era creata un'atmosfera troppo pesante, così corsi verso l'uscita continuando a piangere ma quando mi ritrovai davanti all'enorme portone non seppi che fare, cercai di battere i pugni su quel legno duro e liscio ma per quanto fosse spesso non si sentii il minimo rumore.
Mi fecero male le mani per quanto avessi sbattuto ma poi sentii qualcuno prendermi per i polsi e stringermi a sé, conoscevo quell'abbraccio che mi faceva sentire protetta. Shin mi prese il viso tra le mani e mi guardò intensamente negli occhi, quei occhi in cui ti ci potevi perdere in quel suo blu. Mi baciò sulla fronte, le sue labbra erano morbide e delicate, e con questi semplici gesti mi calmai e mi asciugai le lacrime.
Così quando anche lui si accorse che mi ero calmata guardò davanti a sé e con la sola forza del pensiero aprii quell'enorme portone, proprio come aveva fatto Linda e solo allora mi resi conto di quanto fosse spesso quel portone.
Shin mi invitò ad uscire e di fronte a mi si presentò un panorama mozzafiato. Era un vero e proprio giardino con un labirinto di siepi e tanto di fontane, solo che Shin non mi fece ammirare tutto il paesaggio e mi portò fino alla fine della proprietà che era segnata semplicemente dal nulla. Appena mi accorsi che poco dopo c'era il nulla mi fermai di botto facendo sbattere Shin che era dietro di me.
«Si può sapere perché ti sei fermata?»
«Vuoi farci ammazzare, ma che razza di posto è mai questo?» gli risposi a tono seccata ma allo stesso tempo spaventata.
«Ah, già, è vero, per un momento mi ero dimenticato che tu non sapessi volare» a quelle parole rimasi sbigottita e pensai che mi stesse prendendo in giro, ma poi mi prese in braccio e saltò dal dirupo. Non avevo mai urlato così tanto in vita mia senonché in quel momento, in pochi secondi finii tutto e non rimasi sorpresa quando mi accorsi che ero ancora viva, così mi misi a ridere come un isterica e smisi solo quando mi accorsi che Shin mi guardava divertito.
«Certo che sei strana, prima urli come una pazza ed ora ridi, sono contento che almeno ti sia piaciuto nonostante fosse solo un salto» a quel punto mi mancò letteralmente il fiato per quello che vidi intorno a me. C'erano pezzi di terra sospesi in aria e su ognuno era presente una casa con un giardino o un orto. Più si guardava in alto più i pezzi di terra erano piccoli, lo stesso era per le case sopra. Mentre questo era il più grande e solo allora notai che al centro era presente un vero e proprio castello.
Così, continuando ad ammirate il posto mi vennero in mente un mucchio di domande da fare a Shin, così andai per ordine.
«Senti Shin, posso farti una domanda?»
«Si certo, chiedimi tutto quello che vuoi, intanto però dobbiamo avviarci verso il castello, altrimenti arriveremo in ritardo» allora mi incuriosii ancora di più e iniziai con "l'interrogatorio".
«Mi spieghi perché ci sono pezzi d terra galleggianti qui? E come fanno a rimanere sospesi in aria? Cosa c'è sotto e che ci facciamo qui?...»
«Aspetta, una alla volta, e poi pensavo che fosse solo una domanda» mi interruppe facendomi cenno di parlare con calma, ma neanche ascoltai quello che mi disse e gli feci segno di continuare.
«Ok allora, la prima era perché ci sono pezzi di terra sospesi in aria... Beh, devi sapere che in questo mondo non ci sono solo maghi ma anche umani, e alle origini maghi e umani vivevano pacificamente sulla "terra di sotto" così la chiamiamo, solo che un giorno gli umani decisero di ribellarsi ai soprusi dei maghi, visto che alcuni di loro li ritenevano "inferiori" così ci fu una guerra che portò i maghi a "staccare" questi pezzi di terra con la magia per poi lasciarli sospesi in aria, cosicché non ci sarebbero più stati conflitti tra queste due metà. La magia li tiene sospesi e sotto c'è quello che è rimasto della terra dove ora ci vivono gli umani» rimasi affascinata dalla sua storia ed in un attimo ci trovammo di fronte al castello con un sacco di guardie armate di strane armi.
«Avvertila che sono tornato, apri lei è con me» parla Shin alle due guardie che obbediscono subito aprendo il portone che era il doppio di di quello della villa.
Shin mi invita ad entrare con espressione seria sulla faccia, entriamo nell'atrio luminoso dove la maggior parte degli oggetti presenti erano cristalli o pietre preziose, il colore dominante quindi era il celeste, un colore che amo. Nonostante la bellezza di tutto non fosse paragonabile alla villa, ormai non mi stupivo più di quello che vedevo, avevo già provato ebbastanza emozioni e visto molte cose per oggi, credo non mi sorprenderebbe quasi più nemmeno se vedessi un drago sbucare dal nulla.
Shin ormai l'avevo perso di vista ed iniziai a preoccuparmi, non sapevo che fare fino a quando non mi si avvicinò una guardiae mi guardò senza nessuna espressione sul viso.
«Signorina, mi perdoni ma per motivi di sicurezza sono costretto a perquisirla» parla finalmente il tizio senza espressione.
«Non potrebbe farlo qualcuno che conosco così mi sento più sicura? Come ad esempio Shin?» solo dopo mi rendo conto di quello che avevo appena detto e divento rossa di colpo, anche la guardia sgrana gli occhi ed allora lo guardo come per chiedergli "che cosa ho detto di male?".
«Come può rivolgersi in quel modo al nostro...»
«Basta, non hai sentito la signorina, la perquisisco io, perché farsi tanti problemi?» a quel punto compare Shin in cima alle scale accompagnato da altre due guardie al quale fa subito cenno di andare.
«Ma signore...»
«Osii contraddirmi?» lo fulmina con lo sguardo Shin e la guardia abbassa la testa e si allontana da me.
«Allora dolcezza, così vuoi farti toccare da me» dice Shin con voce profonda e sensuale che mi fa subito rabbrividire.
«L'ho detto solo perché non voglio che un estraneo mi tocchi, anche se avrei preferito fosse una donna così non ci sarebbero stati problemi» gli rispondo indifferente senza far notare il mio imbarazzo.
«Ok, allora sbrighiamoci e non perdiamo altro tempo» così inizia a perquisirmi senza però toccare punti indesiderati a quel punto la guardia si rivolge a Shin.
«Mi perdoni signorino ma dovrebbe essere perquisita dappertutto»
«Dai che è a posto, non farla tanto lunga. Fatela entrare!» urla l'ultima frase e qualcuno scende dalle scale.
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Helen ed il Regno Incantato
Fantastik"la vita non è una corsa, ma un viaggio da gustare, passo passo sulla via. Ieri è già storia. Oggi è un dono. Domani è un mistero."