Intrepida

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CAPITOLO 3

Sono passati una trentina di minuti, ormai la schiena comincia a farmi male per la posizione scomoda. Sotto di noi hanno iniziato ad apparire palazzi molto più scuri di quelli che vediamo di solito. Sembrano essere in decadimento, anche se l'esterno non rispecchia probabilmente le condizioni dell'interno di ogni edificio.

Scatto in piedi venendo riscossa dai miei pensieri, quando sento un "preparatevi" provenire da un altro vagone. Volto lo sguardo verso sinistra e vedo alcuni intrepidi saltare mentre il treno rallenta lievemente senza però fermarsi.

"dobbiamo saltare" avviso io.

"io non credo di farcela" piagnucola l'abnegante con un cenno di terrore nella voce.

"possiamo farlo insieme" dico senza esitare, afferrandogli la mano e facendolo arretrare di qualche passo per prendere la rincorsa; manca parecchio alla fine del tetto del palazzo quindi avremmo tutto il tempo del mondo se volessimo; io però non amo pensare troppo quando devo fare cose come questa.

"ok" dice solamente mentre le sue guance si tingono di un rosso acceso. Mi ero dimenticata di quanto poco gli abneganti siano abituati al contatto fisico.

Conto fino a tre e poi salto senza esitazioni. Rimaniamo sospesi nell'aria solo qualche istante che però a me paiono ore. L'impatto con il suolo mi riporta bruscamente alla realtà. Atterro in piedi ma cado subito dopo a causa dello slancio. Rotolo solo una volta per poi fermarmi completamente. Mentre sono ancora per terra getto un'occhiata curiosa al vagone da cui sono appena saltata. Il mio cuore perde all'istante un battito mentre i miei occhi si riempiono di terrore. Una consapevolezza si fa largo nella mia mente ed il mio istinto agisce per me. Mi alzo all'istante iniziando a correre dietro al treno: la ragazza che era assieme a noi guarda fuori spaventata mentre si tiene la caviglia con una smorfia di dolore. Non ci aveva detto di avere così tanto male e ho dato per scontato che stesse bene. Se ha male ad una caviglia non avrà mai la forza necessaria per saltare fino al tetto e rischierà di cadere di sotto. Devo assolutamente aiutarla! Non so perché sono così determinata a farlo: non la conosco nemmeno quindi non dovrebbe importarmene. Eppure quella forte somiglianza con mia sorella mi spinge a non volerla veder morire.

Faccio uno scatto di velocità, spingendo i miei muscoli oltre il limite del consentito per raggiungere la fine di quel mezzo di trasporto. Per fortuna la gonna non è abbastanza lunga da farmi inciampare. Non appena ne ho l'opportunità guardo all'interno del vagone e subito dopo vedo che la ragazza sta tenendo lo sguardo basso mentre una lacrima le ha rigato la guancia.

Mi ritrovo ad elaborare un piano in meno di 2 secondi. Sono abituata a correre, quindi in questo momento non sono affatto stanca e le mie gambe non hanno nemmeno iniziato a bruciare: so di avere la forza per risalire sul treno. Agisco prima ancora di poterci ripensare: sposto il peso sulla gamba sinistra, dandomi lo slancio tramite il cornicione del tetto, e con tutta la forza che ho, salto di nuovo, ma sta volta mi butto direttamente all'interno del treno senza attaccarmi prima a nessuna maniglia: è stato più rischioso ma ho guadagnato qualche secondo in più.

"che diavolo fai?" domanda la ragazza sconvolta. Dalla sua espressione capisco che si sta chiedendo da dove sono spuntata fuori.

"ho pensato che ti servisse una mano" sussurro ansimando e cercando di riprendere fiato. Mi rialzo per poi porgerle il braccio "dobbiamo sbrigarci, il tetto sta per finire" la avviso gettando un'occhiata fuori.

Lei annuisce, afferrandomi saldamente la mano e alzandosi determinata.

"quando saltiamo, se non riesci a premere sulla tua gamba, fai leva su di me" le consiglio ottenendo un 'ok' come risposta "ora" stabilisco io senza indugiare ulteriormente. Inizio a correre e lei mi segue zoppicando. Arriviamo al limite del bordo del treno e saltiamo nello stesso istante. Ha appena fatto esattamente ciò che le ho consigliato, prendendo lo slancio da me. Questa volta, gli istanti che precedono l'atterraggio, sono ricolmi di pura ansia. Le nostre mani si staccano nel momento esatto i cui i nostri piedi toccano il suolo. Provo a rimanere in piedi ma anche questa volta finisco col rotolare. La candida invece si lascia direttamente cadere sulla ghiaia.

Dauntless - Il Cuore Del CoraggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora