Capitolo 9

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Ginevra pov

Sento i raggi che entrano dalla finestra, davanti al mio letto, mi surriscaldano il viso svegliandomi delicatamente , apro gli occhi ancora pesanti, la stanchezza della serata passata si fa sentire, ho i muscoli indolenziti, era da tempo che non ballavo con così tanta enfasi. I ricordi della serata riaffiorano lentamente, uno ad uno il gesto cortese di Harry di donarmi la giacca, il sonno, sentivo il tocco delle dite affusolate che potevano appartenere solo ad una persona, anche se devo ancora capire se sia realmente accaduto o se è stato solo elaborato dalla mia mente, ma la ormai famigliare vibrazione sembrava così vera. Sento la porta cigolare avvertendomi che sta entrando qualcuno, mi porto le coperte fino al collo, gli occhi color oceano di Davis mi scrutano e quel bel sorriso famigliare mi scalda il cuore, quanto gli voglio bene!< buon giorno piccola> Gli rivolgo uno sguardo assonnato < giorno mmmm> mi lamento, < abbiamo preparato la colazione, forza alzati> non voglio alzarmi ma sono troppo bravi e sento un profumino delizioso < dammi un minuto e arrivo> Davis esce dalla camera e sento il chiacchiericcio dei ragazzi, sono tutti svegli, io ancora sdraiata nel letto mi guardo intorno trovando la giacca di Harry appoggiata sulla spalliera. Mi alzo prendendo la giacca e avvicinandola al viso, la annuso, ha un profumo buonissimo, colonia mescolato a vaniglia e pelle . Mi nasce un sorriso sulle labbra, ricordandomi del suo sorriso che scalda il cuore, che ti entra in testa con quella labbra rose e carnose al punto giusto, che ti invitano ad assaggiarle, ma quel gli occhi, quei pozzi verdi, quel verde che nemmeno mille pittori riuscirebbero a imitare, che potresti guardarli per giorni e scoprire una sfumatura diversa in ogni momento. Come diceva Monet l'arte è nel vedere il cambiamento dei colori nelle diverse ore del giorno, c'è sempre qualcosa che cambia, un ombra, una luce. Annuso di nuovo, inebriandomi di quel profumo meraviglioso. Vado in cucina osservando da lontano i 5 ragazzi davanti a me, seduti ogni uno al loro posto a tavola, sono stupendi!!Abbiamo affrontato tante storie insieme, ognuno aiutando l'altro quando aveva bisogno, è questa l'amicizia, non giudicare l'altro ma aiutarlo, fagli vedere i particolari, fagli capire che tu ci sarai sempre per lui. < ehi ciccia che ci fai li ? Forza vieni a mangiare!> Ale mi richiama, non mi ero resa conto che mi ero fermata sullo stipite della porta con un sorriso da ebete in faccia, mi allungo sul tavolo rubando un pancake a Michele. Oggi è proprio una bella giornata forse il sole, forse svegliarsi con il profumo di Harry, bhe ... dovrò decidere se riportagliela o continuare a annusarla in secreto opto per la seconda.

Pov Harry

Ormai il sole è già alto e io non ho chiuso occhio, sono riuscito solo a spogliarmi e rimettermi a letto, sono sfinito, sia mentalmente che fisicamente, ho passato la notte in bianco risolvendo poco e niente. Ho cercato di risolvere la cosa cominciando dall'inizio. I ricordi della mia infanzia risalgono uno a uno, ricordo ancora quando ho passato tutto il giorno fuori scuola, sotto il cielo piovoso di Londra ad aspettare che mia madre mi venisse a prendere, stava facendo la prove per le ammissioni delle studentesse della sua scuole di danza, quelle ragazze hanno sempre avuto più considerazione di me. Era sempre un litigio continuo con mia madre, per lei ho sempre sbagliato tutto. Prima vivevamo a Londra, ci siamo trasferiti a Boston quando avevo 8 anni. Per lei sono quello che ha distrutto la sua prestigiosa carriera e basta, mi ha sempre colpevolizzato. Quando avevo 15 anni stavo sempre da solo, mi chiudevo nei libri, immaginandomi una vita parallela magari dove una mamma ti culla, ti racconta le storie e ti da il bacio della buona notte. Molti ragazzi mi prendevano in giro, ho passato la mia adolescenza tra battute sul mio aspetto, mi hanno picchiato, rubato i soldi per il pranzo, mi hanno reso ridicolo davanti a tutta la scuola, poi ho deciso che non sarei andato avanti più così, che quei fottuti libri erano solo della minchiate, ho cominciato ad andare in palestra e ha 17 anni ho picchiato tutti quelli che mi hanno preso in giro, nello stesso anno ho fatto il mio primo tatuaggio, ricordo ancora la faccia di mia madre dandomi del delinquente. Poi ho cominciato a bere, tornavo ubriaco ogni volta che potevo, non so ancora se lo facevo per fargli dispetto o per attirare l'attenzione. Quando ho compiuto 19 anni le ragazze cominciavano a venirmi dietro e io le sfruttavo per divertirmi. Appena ho potuto mi sono allontanato andando a vivere da solo, lavoro nell'azienda di mio padre, tanto non c'è pericolo di incontrarlo lui viaggia in continuazione. Non c'è mai stato lo vedo a dir tanto 3 volte all'anno, non si è mai neanche scomodato a cercarmi ma lui a differenza della mamma cerca di ripagare la sua assenza con i soldi e i regali e a me sta bene così. L'unica persona che tiene a me è sempre stata la nonna, molto spesso venivo qui, mi sentivo coccolato e amato ma con il cominciare degli studi, le cazzate e mia madre che non voleva venissi, pensava che la nonna avesse una cattiva influenza su di me sono venuto sempre meno in questo splendido posto, fino a non venirci più. Merdate!!! Una famiglia con i fiocchi è!?!!?
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Spero che la storia vi piaccia... Lo so, non sono una scrittrice professionista, ma voi commentate e votate così mi aiutate a migliorare... Grazie ;))

Love or punishment ?? Amore o punizione?? #HS#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora