VII - I thought I was Narcissus but I am the lake

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RICORDO E VI PREGO GENTILMENTE, IN QUANTO AUTRICE, DI NON PROCEDERE A STAMPARE NULLA DI QUESTO RACCONTO, NE' PER INTERO NE' IN ALCUNA SUA PARTE. GRAZIE.






I thought I was Narcissus

 but I am the lake

CAPITOLO VII - I thought 
I was Narcissus but I am the lake

Quando Narciso morì, accorsero le Oreadi – le ninfe del bosco – e videro il lago trasformato da una pozza di acqua dolce in una brocca di lacrime salate.
"Perché piangi?" domandarono le Oreadi.
"Piango per Narciso" disse il lago.
"Non ci stupisce che tu pianga per Narciso" soggiunsero. "Infatti, mentre noi tutte lo abbiamo sempre rincorso per il bosco, tu eri l'unico ad avere la possibilità di contemplare da vicino la sua bellezza"
"Ma Narciso era bello?" domandò il lago.
"Chi altri meglio di te potrebbe saperlo?" risposero, sorprese, le Oreadi. "In fin dei conti, era sulle tue sponde che Narciso si sporgeva tutti i giorni."
Il lago rimase per un po' in silenzio. Infine disse: "Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per Narciso perché, tutte le volte che lui si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza."

(Oscar Wilde)


Ti voglio bene.

Per Louis, queste parole hanno un grande significato.

Io voglio bene a te. Ti auguro tutto il meglio, voglio che tu stia bene perché ti voglio bene. Un bene puro, genuino, fedele. L'affetto che scoppia nel cuore e ne governa il rapporto con l'altro.

Louis lo ha detto molte volte nella sua vita, ma meno di quelle che avrebbe voluto. Lo ha ripetuto un sacco di volte a sua madre, nei tragici momenti finali della sua malattia. Con la paura a stringergli il petto.

La paura di non poterglielo dire più.

Lo ha detto a Zayn e poi anche a Niall, grato di averli al suo fianco e pronto a fare lo stesso per loro nel momento del bisogno.

Lo ha detto anche a Liam, durante una telefonata poche settimane prima.

Lo dice a Lottie ogni volta che hanno la possibilità di parlarsi a cuore aperto, perché dopo aver perso sua madre la paura di non poterlo dire più alle persone che ama non lo fa dormire la notte.

E lo dice a Jackson. Lo dice sempre a suo figlio perché vuole che sappia quanto è forte l'amore che prova per lui. Vuole che sappia che non è mai da solo e che lui ci sarà sempre perché gli vuole bene. Perché è la cosa migliore che gli sia mai successa.

Ha pensato anche di dirlo a Harry, una volta.

Lo ha pensato in una notte strana e solitaria, resa inquieta da un'insonnia che non riusciva a sopraffare. Nel petto la voglia di prendere il cellulare e chiamarlo, solo per dirgli che gli vuole bene. Nonostante tutto.

È la forma più alta d'amore, per lui.

Ti voglio bene, nonostante tutto.

Nonostante me, nonostante te, nonostante noi, le incomprensioni, le litigate, i mesi di silenzio. Ti voglio bene e sei sempre lì, ad un centimetro da quel cuore sanguinante che ti ha accolto e che non riesce a farti andare via.

Poi però non lo ha fatto. Si è alzato dal suo grande letto matrimoniale – ultimamente troppo freddo per lui – ed è andato nella stanza di Jackson. Si è intrufolato, silenzioso, sotto le coperte e si è stretto al petto suo figlio. Jax si è svegliato ma non ha detto niente, ha posato la testa sul petto del padre e ha stretto una manina attorno ai suoi capelli.

I thought I was Narcissus but I am the lakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora