III - LE OREADI, dissero

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RICORDO E VI PREGO GENTILMENTE, IN QUANTO AUTRICE, DI NON PROCEDERE A STAMPARE NULLA DI QUESTO RACCONTO, NE' PER INTERO NE' IN ALCUNA SUA PARTE. GRAZIE.





I thought I was Narcissus

but I am the lake

CAPITOLO III - LE OREADI, dissero.

«Non ci stupisce che tu pianga per Narciso.
Tu eri l'unico ad avere la possibilità di contemplare la sua bellezza».

Starsene in piedi al centro di questa enorme villa, spersa da qualche parte in mezzo alle infinite e verdi campagne fiorentine, non era propriamente qualcosa che aveva messo in conto per quella sera.

Non che avesse programmato granché, quella mattina. Una serata tranquilla con Zayn e Jackson. Aveva pensato che sarebbero potuti andare a cena in una trattoria in centro e che prima avrebbe avuto la possibilità di far vedere a suo figlio un po' della Firenze che l'ha fatto irrimediabilmente innamorare. Forse avrebbero poi potuto videochiamare Niall, una volta tornati nella loro stanza. Passare del tempo di qualità, solo in famiglia. O almeno, quella che considera da sempre come tale.

Di certo, non si aspettava la visita di Liam nella sua camera di hotel, quel tardo pomeriggio. Due inviti su cartoncino color carta da zucchero e scritti con grafia elegante. L'inchiostro nero si sviluppava sul foglio con dei ghirigori molto elaborati. Louis era rimasto stupito, credendo che Gucci avesse in programma una serata e che Alessandro avesse deciso di invitarlo. Se non che, alla fine, Liam aveva spiegato che Harry aveva organizzato la cena di cui aveva parlato con Zayn qualche giorno prima.

Louis si era chiesto per quale diavolo di motivo avevano bisogno di un invito scritto ed elaborato, quando sarebbe bastato un messaggio al cellulare di Zayn, con l'aggiunta di "Porta anche il fotografo incompetente".

Sarebbe stata una cosa che Harry avrebbe detto di sicuro, aveva pensato Louis.

Invece no. Il modello aveva letteralmente mandato Liam a cercarli per far recapitare loro gli inviti ufficiali. Louis aveva fatto una battuta sul fatto che credeva si sarebbe trattato di qualcosa di intimo, probabilmente solo Zayn e Harry, ma Liam e il suo migliore amico erano scoppiati a ridere divertiti. Colpiti da un umorismo che Louis non aveva davvero colto.

Quindi adesso si trova costretto qui, all'interno di questa grande villa con una flûte di champagne in mano che lo fa sentire più a disagio di quanto sia realmente disposto ad ammettere.

Zayn e Liam parlano con le teste vicine, a pochi metri da lui. Sembrano coinvolti in una conversazione che sembra prenderli totalmente entrambi. Guardandoli, Louis riconosce il modo in cui Zayn tocca il braccio di Liam ogni volta che dice qualcosa, o come reclina indietro la testa quando ride esponendo troppo il collo, o il sorriso leggero e a volte ammiccante che gli increspa le labbra.

Ha visto il suo migliore amico flirtare un numero sufficiente di volte per ritenere che sia quello che stia facendo. Non che l'altro sembri essere a disagio. È chiaro, anche attraverso le luci soffuse, il rossore sulle sue gote e il sorriso timido ma disposto.

Sposta lo sguardo lontano da loro, e lo lascia vagare per la stanza. Ha riconosciuto pochi volti familiari, da quando è arrivato. Ha avuto il tempo di sorridere e salutare Alessandro Michele, fasciato in un appariscente completo rosso lucido, scambiarsi una pacca sulla spalla con Mathias, e salutare con un cenno della testa qualche altro membro dello staff che lavora con loro. Poi è come se fossero improvvisamente spariti tutti.
La musica classica nella sala della villa risuona come se fossero nel bel mezzo di un ballo del 1800. Louis pensa che se lo sarebbe dovuto aspettare, da uno come Harry.

I thought I was Narcissus but I am the lakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora