Forgive me.

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"John? Oh John, il detective Lestrade mi ha detto tutto, come stai adesso? Ti sei ripreso?" mi chiede Mrs. Hudson appena entro in casa e cerca di abbracciarmi. La schivo sorridendo "Molto meglio adesso che lui è tornato" dico mentre Sherlock esce dall'ombra e sorride "Buongiorno Mrs. Hudson".
La signora lo guarda sconvolta, sembra stia per svenire o per mettersi a urlare, poi si riprende e lo guarda furiosa. "Non so se ti meriti ancora qualcuno dopo quello che ci hai fatto, soprattutto a John, è quello che ha sofferto di più... Non provi nemmeno un po' di orrore per tutto questo, Sherlock Holmes?". Cerco di fermarla ma non ci riesco, ormai ha iniziato. "Pensi di poter tornare di sorpresa e pretendere che io ti affitti di nuovo l'appartamento? Dopo averlo ridotto in quello stato? Credi che io ti debba qualcosa solo perché tu sei il grande detective?" Sherlock approfitta di quell'attimo di pausa per commentare con un "sì". Mrs. Hudson impallidisce e lo guarda in cagnesco "Come ho potuto pensare che tu fossi morto? Nessuno riesce a sopportarti per più di due minuti, perfino Satana in persona. Entrambi, andate nel vostro appartamento prima che lo affitti a qualcun altro. Mi sei mancato Sherlock." Si volta ed esce dalla porta a testa alta, consapevole di essere una delle poche che può fare una ramanzina al consulente senza conseguenze, quasi mi dispiace per lui.
Lo vedo intontito da quel fiume di parole, "ti sei meritato tutto e considerati fortunato a non essere stato sbattuto fuori" trattengo una risata. "Ha preso bene la mia resurrezione, mi aspettavo di peggio" dice perplesso. Ridacchio e salgo le scale con urgenza, sono felice quasi come se quei due anni di separazione non fossero mai esistiti.
***
Lo seguo e quando entro nell'appartamento rimango sorpreso da come tutto sia... Normale e al suo posto, lui non ha toccato niente, sembrano passate poche ore dall'ultima volta che sono entrato qui.
Mi avvicino al muro vittima della mia sconfinata noia, passo una mano sul teschio e sfioro con un dito tutti i miei libri. Tutto è esattamente nello stesso posto, tutto è esattamente uguale, tranne John. Mi siedo sulla mia poltrona e lo osservo mentre si siede davanti a me.
"Cosa vuoi sapere? Sappi che ti risponderò il più esaustivamente possibile, ma non chiedermi come ho fatto a sopravvivere, ogni cosa a suo tempo." concludo anticipando la sua domanda.
"Dove sei stato? Perchè non mi hai fatto avere tue notizie? Bastava anche un semplicissimo messaggio, 'Hey John, sono vivo, non preoccuparti, tornerò presto' e sarei stato bene" dice guardandomi negli occhi.
"Nell'Europa dell'Est per togliere le macchie di Moriarty, definitivamente. Per quanto riguarda la seconda domanda, beh diciamo che mio fratello non mi ha lasciato molto tempo da dedicare alle chiamate." dico sarcastico poi vedo la sua espressione di dolore e capisco che dovrei dire qualcos'altro, il problema è che non so cosa. "Non pensare nemmeno per un secondo che tu non mi sia mancato. 'Mancare' è un terribile eufemismo per spiegare come mi sono sentito in questi due anni senza di te, John. Perdonami" le parole sono uscite di getto e non ho potuto fare nulla per fermarle, non ho riflettuto su quello che ho detto e mi sono lasciato condurre dagli errori che ho sempre cercato di debellare.
Lo guardo di sottecchi e vedo un grande sorriso sul suo volto, uno di quei rari sorrisi che non ho ricevuto per due anni, uno di quei sorrisi che ho sempre adorato, uno di quei sorrisi che ti entrano dentro e ti fanno desiderare solo di provocarne altri. Qui capisco che ho detto la cosa giusta, per lui e per me.
"Adesso tocca a te." dico guardandolo negli occhi, cercando di scavare nella sua anima per provare a capire.
Abbassa lo sguardo e inizia a raccontare. "Tutto è cominciato qualche mese dopo la tua cosiddetta morte, all'inizio stavo male ovviamente, tutti mi dicevano che sarebbe passata e io ci credevo. Ho ricominciato a uscire ma trovavo ovunque giornali che ancora parlavano del tuo suicidio, persone che mi riconoscevano e mi facevano le condoglianze, come se avesse potuto cambiare qualcosa.
Così ho iniziato a stare chiuso in casa, sono diventato difficile da gestire, non parlavo più e mangiavo gran poco, Molly e Lestrade non sapevano cosa fare. Loro cercavano di aiutarmi ma io li spingevo fuori dalla mia vita con rabbia, mi rifugiavo nella mia mente, nei miei ricordi e sembravo quasi un muro impossibile da superare.
Poi sono iniziati, incubi di cui non riesco a parlare, incubi che mi davano la colpa della tua morte, non riuscivo a dormire ho deciso di rinunciare al sonno. Ho iniziato ad assumere cocaina, quel poco di riposo che mi concedevo volevo passarlo senza incubi, senza sensi di colpa. Non riuscivo a farne a meno, non riesco a farne a meno, e mi odio per questo. Poi ho iniziato a fare ciò che hai visto, quei tagli, solo per annientarmi nel dolore." la sua voce, già flebile e titubante dall'inizio del racconto, si spense definitivamente mentre grosse lacrime scendevano sul suo volto, non faceva nessun tipo di rumore, piangeva solamente.
"Mi dispiace così tanto, perdonami" dico avvicinandomi e abbracciandolo, le sue lacrime mi bagnano la camicia ma non importa, voglio solo stargli più vicino possibile. Mi stringo di più a lui e inizio a sussurrargli che va tutto bene, che sono tornato e non me ne andrò più.
Sento che inizia a calmarsi e mi stacco lentamente, non voglio allontanarmi da lui. "John..." lo guardo negli occhi e mi ci perdo dentro, è la cosa più difficile che io abbia mai tentato di dire perchè metterebbe in mostra il mio lato umano. Faccio un respiro profondo ma non serve a niente, non riesco a dire ciò che sento realmente e decido di usare un ripiego "mi sei mancato, sei il mio migliore amico e mi dispiace averti fatto del male" sussurro, consapevole che quelle parole sono una goccia d'acqua nell'oceano di sentimenti che sto provando ad accettare, un oceano che fra poco inonderà ogni cosa e che non potrò fermare.

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Spazio autrice
Grazie a tutti per le letture, davvero non ci speravo fossero così tante!
Anyway, pensavo di aggiungere un personaggio completamente inventato che incontrerà Sherlock e John in un modo un po' particolare. Ha una personalità difficile da definire e una storia un po' traumatica alle spalle, è cambiata molto negli anni e ci saranno diversi flashback, credo.
Ditemi cosa ne pensate, ci tengo.
Grazie ancora, baci.
~Giulia

Can you stop being dead?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora