Sono passate circa tre settimane da quando sono tornato dalla morte, John sta benissimo e io non ho per niente paura che lui ricada in tutto quello che ha passato in questi due anni.
Sono un ottimo bugiardo.
Il mio blogger inizia a riprendersi ma molte volte il suo sguardo è completamente perso, drogato e sofferente. Per colpa mia.
Queste tre parole continuano a tormentarmi giorno e notte, vorrei davvero lasciarmi andare, chiudere le emozioni in una stanza del mio palazzo mentale e buttare la chiave, ma non posso. Vergogna, dolore, paura, sono tutti sentimenti nuovi ma giusti, niente in confronto a ciò che ha passato John. -John Hamish Watson, cosa devo fare con te? Cosa mi stai facendo?- mi chiedo, ma so già la risposta: John Watson mi sta insegnando a capirlo, mi sta facendo conoscere le sue emozioni, mi sta facendo interessare a lui.
È strano e doloroso e difficile eppure non posso farne a meno, John Watson è peggio di una droga, peggio di quella dannata droga che me lo sta portando via. Riesco ancora a leggerlo come fosse un libro aperto, so quando ha appena assunto una dose, so quando ha preso di nuovo in mano quella dannata lametta, per colpa mia. Il senso di colpa prende il sopravvento, è la cosa peggiore che mi sia mai capitata, sto perdendo il mio unico amico, l'unica persona che non mi ha mai chiamato mostro, l'unica persona di cui mi importa qualcosa.
Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi pieni di meraviglia, ancora non crede che io sia tornato, non ci credo nemmeno io. Non è questo però che mi distrugge, nei suoi occhi vedo la più completa e totale fiducia in me, dopo tutto quello che gli ho fatto ha deciso di fidarsi ancora. Non posso deluderlo, non di nuovo.
"John Watson, sei sempre tu, sei tu che mi mantieni sano. Sei l'uomo più onesto, coraggioso, gentile e saggio che io abbia mai avuto la fortuna di incontrare. Sai che non sono bravo con questo genere di cose ma volevo dirtelo, dovevi saperlo.
Tu sei il mio migliore amico, il mio unico amico, che mi sopporta nonostante tutto, che si fida nonostante tutto, ma tu meriti di meglio. Io sono l'uomo peggiore che l'uomo migliore possa avere la sfortuna di incontrare e tu sei l'uomo migliore che abbia conosciuto."
Guardo la sua reazione, sorpresa, gratitudine e rabbia passano sul suo volto. Rabbia?
"Sherlock Holmes, per essere un genio a volte sei un idiota. Lascia decidere a me quello che merito, non hai visto come mi sono ridotto senza di te? Voglio uscirne ma mi serve il tuo aiuto, perciò non dire cazzate, ho già tutto quello di cui ho bisogno: il mio migliore amico un po' strano che mi rende felice." appena finisce di parlare mi regala un sorriso che io ricambio. "Non ti deluderò mai più." sorrido di nuovo ma quando lo guardo quel sorriso svanisce, si è drogato di nuovo, si è fatto del male di nuovo.
Ho bisogno di lui com'era prima ma adesso non è il momento di essere egoisti, adesso lui ha bisogno di me, lui è il mio cuore e sta bruciando.
Jim Moriarty è riuscito nel suo intento, sta bruciando il mio cuore e io posso solo sperare che tutto passi e torni come prima, perché come si può vivere senza un cuore?
***
Le parole che mi ha detto Sherlock sono inaspettate ma di certo gradite, nonostante io sia annebbiato dalla droga capisco che è cambiato davvero molto in quei due anni, il problema è che non so perché. Vorrei credere che sia per me, ma non valgo poi così tanto per lui, esatto? Sì, sono il suo unico amico ma per lui non conto neanche un quarto di quanto lui conti per me. È un sociopatico e i sociopatici non hanno bisogno di amici.
Gli sorrido e mi stringo nel maglione, scosso da brividi incontrollati che mi scorrono giù per la schiena, non ho freddo e non ho bisogno di un'altra dose, è paura. Paura di perderlo di nuovo, paura di trovarmi di nuovo da solo, paura di me stesso perché non so cosa potrei dirgli in un momento in cui non sono lucido.
"Ho fatto un piccolo discorso alla tua tomba" "Lo so" la sua risposta giunge veloce e io dubito un po' prima di continuare. "Ti avevo chiesto un altro miracolo, ti avevo chiesto di non essere morto" "Ti ho sentito" alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi azzurro-verdi "E hai mantenuto la parola, ti chiedi perché mi fido di te? Perché mi hai ascoltato, perché sei vivo e per me conta questo." Gli sorrido e lui sorride a me, mesto. So che non si è ancora perdonato nonostante io lo abbia già fatto "Sherlock Holmes, non portare le mie colpe sulle tue spalle, non incolparti per tutto ciò che mi succede. Sei stato obbligato a fingere la tua morte e io ho deciso di morire con te quel giorno, è stata una mia decisione. Adesso che sei tornato io decido di vivere perché mi è mancato dannatamente tutto di te."
La poltrona è più confortevole del solito e le mie palpebre si fanno pesanti, non dormo da due giorni e in quel momento ne ho un bisogno enorme. Mi abbandono alla stanchezza e l'ultima cosa che sento è lui che sussurra "Grazie John". Mi addormento con il sorriso sulle labbra, cullato da Sherlock che suona il violino, dovrei dirgli quanto amo come suona.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
And finally, here we are!
Scusate per l'enorme ritardo, sono imperdonabile lo so.
Potrei dirvi che sono stata impegnata ma è una balla, ho avuto tempo per scrivere solo che la fantasia è venuta a mancare. Spero vi piaccia questo capitolo, mi è mancato scrivere.
Mi impegno ad aggiornare ogni due settimane, non voglio fare il Moffat di turno.Il 6 gennaio hanno iniziato le riprese per lo speciale di Natale di Sherlock, non vedo l'ora! (-348 giorni più o meno). Fandom del mondo fuggite, gli Sherlockian stanno tornando.
Anyway, qualcuno è andato a vedere "The Imitation Game"? Io si ed è stato stupendo, verso la fine ho avuto un tracollo emotivo ma niente di preoccupante (non vedevo le persone da tanto piangevo).
Avete sentito la notizia? La futura moglie di Benedict è incinta, CUMBERBABY!
Dopo varie divagazioni vi saluto, vi abbraccio tutti e vi auguro un buon anno nuovo (in ritardo, come mio solito)
~Giulia
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Can you stop being dead?
Fiksi PenggemarJohn Watson, il dottore, l'uomo disperato e distrutto da quando il suo migliore amico è morto. Sherlock Holmes, il falso genio, il senza cuore, colui che dovrebbe essere morto, che si è buttato per salvare il suo amico. Tratto dalla storia: "Mi ren...